70 anni di attesa. Storia di straordinaria umanità postbellica tra Collepasso e Ucraina
2 Giugno 201270 anni. 1942-2012. Tanto può essere lunga un’attesa.
70 anni di non notizie. 70 anni del vuoto di una persona.
Anche questa è l’ombra lunga di una guerra, la seconda guerra mondiale.
La persona è Paglialonga Vito, classe 1914, residente a Collepasso in via Bissolati n. 5, appartenente al corpo dei Bersaglieri.
70 sono gli anni che son serviti per far tornare dal fronte russo del fiume Don, scenario di scontri tra i nostri corpi d’armata dell’ARMIR e le truppe sovietiche, la piastrina identificativa di quel soldato di Collepasso.
La piastrina è tornata a Collepasso grazie all’interessamento dei familiari che tramite alcuni blog specializzati, nello specifico http://letteredon.wordpress.com/ curato dal noto giornalista del TG1 Pino Scaccia, è riuscito a rintracciare alcune piastrine dei nostri soldati che componevano l’ARMIR.
Paglialonga Vito il 10 giugno 1941 viene richiamato alle armi, dopo aver già assolto agli obblighi della leva negli anni 1935-1936. Spedito in Russia il 5 luglio 1941 con il 3° Reggimento, 4.a Compagnia, inizialmente col 18° Battaglione, successivamente in forza al 25° battaglione.
Precedentemente, il 5 dicembre 1938 aveva sposato Mariano Giulia Vincenza e con la moglie va a vivere in via P.ssa Maria, mantenendo la famiglia col suo lavoro di bracciante agricolo. Nel 1939 nasce una bambina, Teresa, che pertanto è l’unica sua diretta discendente.
Siamo profondamente addolorati per la tragica scomparsa del Vostro Concittadino Manuele Braj, appartenente all’Arma dei Carabinieri, Caduto nella missione in una terra lontana. Desideriamo porgere le espressioni del nostro cordoglio a tutti Voi, ed in primo luogo alla Famiglia, duramente colpita nell’affetto più caro.
Il dolore è reso più vivo e sentito dall’amara consapevolezza che questo cinquantunesimo Caduto italiano in Afghanistan, di cui è stato giustamente ricordato l’impegno nel volontariato cattolico in patria, ha perduto la vita, lasciando la giovane moglie ed il figlio in tenerissima età, a fronte di un intervento moralmente opinabile e militarmente inutile. A più forte ragione, le nostre condoglianze sono partecipi e sentite.
Non può essere motivo di conforto l’antica credenza secondo cui “muore giovane chi è caro agli Dei”. Al contrario, è motivo di ulteriore disagio la pervicacia dell’Italia ufficiale in un disegno a dir poco irragionevole, che si traduce in perdite dolorose ed in costi decisamente improponibili.
Vi ringraziamo per la sensibile cura con cui vorrete partecipare questi nostri sentimenti.
Ciao Maurizio, grazie del commento. Dario
Scrivo dal Veneto.BRAVI alle Persone che hanno messo la Notizia per Ricordare la Storia di un LORO Paesano,di una Persona della Comunità di Collepasso(e NON d un Numero !!).Bene fate a NON DIMENTICARE e far conoscere ,soprattutto ai Giovani, una Pagina della LORO Storia che fa parte,a tutti gli effetti,del Patrimonio Cuturale e Storico del Comune.Dietro e DENTRO quei Nomi che sono in genere scritti sui Monumenti ai Caduti vi sono le Storie ed i Drammi delle Migliaia di Famiglie di questa Italia.Chi conosce il PROPRIO Passato sà affrontaree meglio il Futuro.Un Affettuoso Abbraccio alla Figlia e ai Parenti.Per il momento è ritornata la Piastrina,speriamo di avere altre Notizie su Vito se emergessero dagli Archivi.Il mio Augurio ,a TUTTI,è che anche l’ITALIA, specie di QUESTI Tempi,voglia applicare il nostro Motto degli Alpini in Congedo “ONORARE I MORTI,AIUTANDO I VIVI”.
Ciao a TUTTI .Maurizio
L’aspetto veramente tragico consiste nel fatto che ancora oggi, nonostante queste testimonianze, pochi sono coloro che gridano contro le guerre in corso. In molti plaudono agli interventi guerrafondai definendoli “interventi umanitari”, e le stragi di civili definite “effetti collaterali”. Ma la cosa più scandalosa di tutto è che persino i partiti politici che si richiamano alla sinistra, la stanno sputtanando votano in modo vergognoso a favore di questi terribili eventi, che per ora colpiscono solo altri popoli. Prima o poi arriveranno anche da noi. “Chi la fa l’aspetti”, e i commenti, tutti piangono quel che è successo ieri, nessuno ha ricordato cosa succede ancora ai nostri giorni. Smemorati alla bisogna?
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Struggenti immagini di una volta,e tutto sembra attuale con la crisi alle porte…..l’Italia non riesce ad uscirne fuori…..e Monti?
Bellisime foto complimenti.
Grazie Pantaleo, bel lavoro. D.M.
Come non riandare con la mente agli episodi di quella terribile spedizione, narrati in “Centomila gavette di ghiaccio” di Giulio Bedeschi e “Il sergente nella neve” di Mario Rigoni Stern?
Ma, in memoria del nostro soldato Vito (ancora un altro eroico Paglialonga!), sono andato su YOUTUBE a riascoltarmi la splendida E LA NEVE CADEVA, una di quelle canzoni che difficilmente trovano i giusti passaggi in radio.
Mai più “storie” del genere!