Mi sono dimesso da vicesindaco e assessore

19 Novembre 2008 Off Di Pantaleo Gianfreda

Un atto doveroso dopo le costanti ed ignobili barbarie politiche dell’opposizione. Un atto di denuncia, protesta e ribellione contro la belva della malapolitica che da lungo tempo, ormai, si aggira e aggredisce rabbiosamente la comunità collepassese, in particolare la mia persona. Un atto doveroso e trasparente per far riflettere tutti, contribuire a fare chiarezza all’interno della maggioranza, a metà del mandato amministrativo, ed aprire una discussione ed un confronto costruttivi con i cittadini.

In data odierna ho presentato al Sindaco le mie dimissioni da assessore e vicesindaco del Comune di Collepasso.

Il mio gesto, sul quale ho lungamente meditato, vuole rappresentare, in primo luogo, un atto di denuncia, protesta e ribellione contro la belva della malapolitica, che da lungo tempo, ormai, si aggira a Collepasso e aggredisce rabbiosamente la nostra comunità, in particolare la mia persona. Il livello di barbarie e di vero e proprio killeraggio politico di alcuni individui – esponenti politici e don rodrigo locali – ha raggiunto limiti vergognosi e ormai insopportabili.

Sin dall’insediamento dell’attuale Amministrazione è stato un crescendo costante di provocazioni, infamie, offese, calunnie contro la mia persona (e non solo), regolarmente denunciate alla Magistratura e al Prefetto. Principale protagonista l’ex sindaco Salvatore Perrone, che ha trascinato in uno scontro frontale ed irrazionale tutta l’opposizione, incapace a confrontarsi sul corretto terreno politico-amministrativo, nonostante l’evidente impegno dell’Amministrazione. Costoro pensano di crescere elettoralmente o tutelare meschini interessi personali immergendosi nei più torbidi letamai, lanciando fango e organizzando continue provocazioni e vere e proprie “imboscate” contro la mia persona. Alcuni recenti episodi, resi noti dalla stampa, sono illuminanti del clima politico che taluni hanno voluto instaurare nel paese.

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Purtroppo, la politica in primo luogo, ma anche Prefettura, Forze dell’ordine e Magistratura hanno assistito distratte di fronte all’escalation di atti di vera e propria criminalità politica, senza operare sufficientemente per arginarla, fermarla e reprimerla. Eppure, alcuni fatti sono clamorosi, oltre che essere stati denunciati, e palesi le continue violazioni di legge.

Il 1° settembre u.s. si è verificato l’ennesimo episodio di provocazione ed oltraggio alla mia persona in una pubblica sede istituzionale, denunciato, come altri precedenti, alla Magistratura e alla Prefettura.

In questi ultimissimi giorni, si sono susseguiti altri fatti gravi e deliranti: due volantini e un comizio.

Il primo volantino, diffuso venerdì 14 novembre, è a firma di un soggetto balzato recentemente alla cronaca per fatti che riguardavano un extracomunitario. Egli era già noto per precedenti atti contro la legge e l’ordine pubblico, in particolare per i suoi gravissimi comportamenti provocatori e interdettivi nel Consiglio del 15 marzo 2007, e, insieme ad altri agitatori e consiglieri comunali, per essere stato tra i più intemerati ed esagitati protagonisti della famigerata “tre giorni” di occupazione abusiva di Largo Municipio nella “vicenda Italgest” dell’aprile 2007. Costui, come altri, a tutt’oggi, è ancora impunito.

Il secondo è uno strumentale e vergognoso volantino di sabato 15 u.s. di “solidarietà alle Forze dell’ordine”, in cui si addebita all’Amministrazione, a seguito di un mio comizio del 1° novembre u.s., l’infamante responsabilità di aver “verbalmente aggredito e inveito contro le Forze dell’Ordine”. Un inverecondo e diffamatorio ribaltamento della verità! Nei confronti, soprattutto, di chi, negli anni passati, mentre altri erano omertosi e succubi, ha collaborato lealmente con le Forze dell’Ordine per ripristinare la legalità a Collepasso, a rischio della propria incolumità personale e subendo gravi rappresaglie. E di chi, nell’esercizio delle sue funzioni amministrative, si è sempre battuto per il rispetto della legalità.

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Gravissimo, infine, il comizio di domenica 16 u.s., nel corso del quale, oltre le solite e deliranti offese nei miei confronti, il solito Salvatore Perrone si è augurato “che Sua Eccellenza il Prefetto quanto prima rimuova chi ha osato offendere l’Arma dei Carabinieri”. L’enormità, la gravità e la falsità di tali pubbliche dichiarazioni, come sarà dimostrato di fronte alla Magistratura, sono evidenti. Non mi sono mai permesso di offendere l’Arma, verso la quale nutro stima e rispetto, e con la quale ho sempre lealmente collaborato.

Chiedo alla Politica vera, al Prefetto, alla Magistratura e alle Forze dell’ordine di porre fine ad atti di pura criminalità politica.

La mia decisione di dimettermi, inoltre, vuole contribuire a fare chiarezza all’interno della maggioranza, a metà del mandato amministrativo, ed aprire una discussione ed un confronto seri, franchi e costruttivi.

L’attuale Amministrazione sta tentando di dare una svolta seria al Comune. L’impegno personale e generoso di alcuni amministratori ha permesso di raggiungere traguardi ed obiettivi impensabili. Ultima testimonianza, la recente e splendida settimana con la delegazione spagnola di Betanzos a Collepasso e il gemellaggio con quel Comune.

Prima di soddisfare mere ambizioni personali, provenienti soprattutto da chi in questi anni ha dimostrato scarso impegno amministrativo, occorre affrontare una verifica seria del lavoro svolto e delle insufficienze riscontrate, delle questioni programmatiche da rilanciare e dell'assetto amministrativo. Personalismi e ricatti, ambiguità, eccessi di elettoralismo, certe lentezze rappresentano limiti che hanno appesantito e ritardato il lavoro e l’impegno amministrativi, oltre ad aver ostacolato importanti obiettivi. Vanno rilanciate in maniera forte e chiara la volontà, l’azione e gli strumenti per il cambiamento, condizione indispensabile per proseguire nel mandato ricevuto dagli elettori.

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Io credo che possiamo sconfiggere la malapolitica collepassese, possiamo farcela a cambiare questo paese. Riscoprendo un autentico spirito di servizio e di impegno verso la comunità che ci ha eletto e che si aspetta molto da noi. Riappropriandoci dei più autentici valori di lealtà, correttezza, abnegazione e solidarietà umane e istituzionali che devono connotare un’autentica azione riformatrice e di cambiamento.

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