Da Collepasso Pellegrino risponde a Fitto.

4 Maggio 2009 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Pellegrino: «Ma io l’ho salvato dalle durezze della carcerazione»

«Raffaele Fitto ce l’ha con me, ma dovrebbe essermi grato. Contribuendo alla sua sconfitta, gli ho evitato le durezze del carcere». Arriva, durissima, la replica di Giovanni Pellegrino che da Collepasso (dove ha partecipato ad un’iniziativa politica nella quale ha tracciato il bilancio della sua amministrazione provinciale) non le manda a dire a Raffaele Fitto, che poche ore prima e pochi chilometri più a sud, lo aveva attaccato aspramente sul «pasticcio d’interessi del presidente-avvocato».

Pellegrino rintuzza punto per punto gli attacchi del ministro, a partire da quello sull'affare-rifiuti. «Come ho già detto in più occasioni», spiega Pellegrino, «oggi il ciclo dei rifiuti nell’Ato Lecce 3 continua grazie a una mia ordinanza che la stessa ditta che sono accusato di favorire ha impugnato: innanzi al Tar quella mia ordinanza ha retto due volte. E la Provincia è l’ente che ha meno responsabilità in tutta la crisi: se non abbiamo i rifiuti per strada è merito soprattutto dell’assessore all’ambiente della Provincia, Gianni Scognamillo, che all’alba di Pasqua era davanti ai cancelli dell’impianto affinché tutto funzionasse a dovere».

Ad ogni buon conto sull'argomento (e per accuse simili) il presidente aveva querelato una buona parte dello stato maggiore dell’allora Forza Italia. «Poi ritirai quella denuncia, per contribuire a svelenire il clima – ricorda – oggi potrei rinnovarla contro Fitto, se però lui rinunciasse all’immunità».

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Quindi si passa al possibile nuovo paventato conflitto d’interessi sugli impianti energetici da fonti rinnovabili, nel quale Pellegrino avrebbe parte. «Gli atti che sono stati approvati nel consiglio provinciale che riguardano questi temi sottolinea il presidente – sono sempre stati approvati all’unanimità, per cui se sono in conflitto io, lo è anche il centrodestra».

Ma l’attacco più duro arriva sulle motivazioni dello scontro. «Fitto ce l’ha con me – dice Pellegrino – perché contribuii alla sua sconfitta, sia conservando al centrosinistra la Provincia di Lecce, che apportando un contributo alla vittoria di Nichi Vendola nella lista del presidente. Invece dovrebbe essermi grato, perché quella sconfitta gli ha evitato la durezza del carcere, visto il procedimento giudiziario che lo riguarda. Intendiamoci – continua Pellegrino – io sono garantista, ma lo sono anche nel caso di Ottaviano Del Turco che, da presidente della Regione Abruzzo, ha conosciuto proprio la durezza del carcere».


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Pantaleo Gianfreda