Feste e ragazze, Fini preoccupato: “A rischio la fiducia dei cittadini”.

20 Giugno 2009 Off Di Pantaleo Gianfreda
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L'Avvenire chiede al premier di dare risposte all'opinione pubblica: "Serve presto un chiarimento". Attacco a Ghedini: "Moltiplica i motivi di imbarazzo". Il presidente della Camera: "Non vedo instabilità del governo ma che ci sia un distacco dalle istituzioni e dalla politica".

Feste con ragazze pagate per partecipare, veline, inchieste dei giudici. Il presidente della Camera lancia l'allarme: "Non credo ci sia un rischio di instabilità nel governo, c'è complessivamente il rischio di una minor fiducia dei cittadini nei confronti della politica e delle istituzioni, cioé la base della democrazia". "Il problema non riguarda il governo e l'opposizione – ha precisato Fini – ma tutti gli attori della politica italiana". E se Fini richiama la politica alle sue responsabilità è il giornale dei vescovi, l'Avvenire, a chiedere al premier di "rispondere all'opinione pubblica".

 

Il quotidiano chiede a Berlusconi parole chiare sulle vicende delle feste con ragazze a pagamento a Palazzo Grazioli. Lo fa con un editoriale firmato da Gianfranco Marcelli, in cui si parla senza mezzi termini di "un clima di smarrimento".

 "E' lecito domandarsi – si legge nell'articolo – se il presidente del Consiglio abbia finora scelto la linea di resistenza migliore e i difensori più appropriati al suo caso. Non è solo questione di stile sfoggiato (anche se lo stile in certe situazioni è purissima sostanza) da parte di avvocati bravi, a quanto pare, soprattutto a moltiplicare i motivi di imbarazzo. Il punto centrale è la necessità di arrivare il più presto possibile a un chiarimento sufficiente a sgomberare il terreno dagli interrogativi più pressanti".

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Berlusconi deve rispondere a interrogativi, prosegue l'editoriale, "che non vengono solo dagli avversari politici, ma anche da una parte di opinione pubblica non pregiudizialmente avversa al premier. E se anche non fosse possibile eliminare ogni ombra", perché alcune questioni sono in mano alla magistratura, "si pongano almeno i presupposti per evitare ulteriori stillicidi di chiacchiere e di tempeste mediatiche. Senza illudersi che l'efficienza dell'azione di governo possa far premio, sempre e comunque, sui comportamenti privati. Alla lunga tutto finisce per avere un prezzo. E il pericolo è che a pagarlo non sia solo il singolo debitore di turno, ma l'intero paese".


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Pantaleo Gianfreda