Le urne fermano Berlusconi, cala il Pd. Bene Idv e Lega.

8 Giugno 2009 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Tanta Lega al Nord e astensione al Sud. Il Pdl non sfonda, cala il Pd, bene l'Idv. Non c'è stata l'attesa "polarizzazione". Il partito di Berlusconi frena anche rispetto alle politiche. Il Pd è in calo ma sembra tenere quota 27

La Lega al Nord e l'astensione nelle isole, più qualche crepa nella sicurezza del centrodestra e la mancata "polarizzazione" del sistema. Il Pdl non sfonda e si "ferma" al 35/36%, il Pd arretra ma "tiene" la fatidica "quota 27", Lega Nord e Idv vanno a gonfie vele, l'Udc fa bene il quorum, i due partiti di sinistra stanno sotto il 4% insieme ai radicali che, però, viaggiano su un dignitosissimo 2,5%. L'alleanza tra La Destra e l'Mpa è intorno al 2%, ma in Sicilia, col 17% combina un grosso guaio agli ex alleati di centrodestra.

Questo dice il voto europeo in Italia, almeno stando agli istant poll di Ipr Marketing e alle proiezioni di "Dinamiche" per Rai. E questo sembra confermarsi dopo 41mila sezioni scrutinate (oltre il 60% per cento del totale). Il tutto con un'affluenza del 66,5 per cento (sei punti in meno rispetto al 2004) che, comunque, resta largamente sopra alla disastrosa media europea del 43%. Sud e Isole (nella circoscrizione Sicilia-Sardegna ha votato solo il 47,1%) contribuiscono notevolmente alla perdita di elettori. Ecco le affluenze: Nord Ovest (71,7%) contro il 75,5% del 2004; Nord Est 72,2% (76,9%); Centro 68,6% (75%); Sud 63,8 (69,5%).

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Ma torniamo ai dati ragionando su uno scrutinio che è arrivato ormai a metà strada e sulle proiezioni della Rai.

Pdl e Pd. L'attesa polarizzazione non c'è stata o, comunque, c'è stata in misura minore del previsto. Ma, se nel centrosinistra l'affermazione dell'Idv era prevista e prevedibile, nel centrodestra, il Pdl non sfonda, anzi, scende al di sotto del risultato delle politiche 2008 (37,4%) e anche il successo della Lega Nord non basta a superare (e, forse, nemmeno a raggiungere) il 46,8% che la coalizione raccolse poco più di un anno fa. Il Pd perde molto rispetto al 33,2 delle politiche ma, rispetto al 22/23% che gli veniva attribuito dai sondaggi non più tardi di tre mesi fa, può tirare un sospiro di sollievo. Se poi si aggiunge l'8% dell'Idv (alle politiche erano formalmente alleati) il complesso dei due partiti fa registrare un travaso, ma una perdita tutto sommato contenuta rispetto al 37,4 dell'aprile 2008.

Il Pdl. Ma veniamo al voto circoscrizionale (qui non ci sono proiezioni e si deve valutare il dato reale quando sono state scrutinate oltre 15 mila sezioni). Nel Nord Ovest, il Pdl si colloca intorno al 32%. In Liguria è al 32,4% contro il 36,7% del 2008. In Lombardia viaggia sul 33,2% (ebbe il 35,9%, 31,3% e 33,7% nelle tre circoscrizioni lombarde) e, in Piemonte è al 31,4% (contro il 32,4 e 32,5 delle due circoscrizioni piemontesi). La Lega Nord prende il 17,6%.

Nel Nord Est discorso analogo. Il Pdl si colloca sul 32,6 con la Lega Nord al 17,6% e il Pd al 24,9%. In Veneto il Popolo della Libertà ottiene il 28,9%: più o meno lo stesso risultato delle politiche con la Lega (27,6%) che, a sua volta, ripete il dato del 2008.

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In Italia centrale il Pdl raggiunge il 35,9% contro il 33,9% del Pd. Qui il partito di Franceschini accusa i colpi più pesanti anche in seguito alla forte astensione. Nel Lazio, il Pdl è al 40,3% con il Pd al 30,3%, l'Idv al 9%, i due partiti di sinistra complessivamente oltre il 7% e i radicali al 3,6. Sommando arbitrariamente il tutto, nella regione ci sarebbe una larga maggioranza di centrosinistra.

La circoscrizione meridionale è forse quella che ha dato più soddisfazione al premier. Con un'affluenza tutto sommato nella media (64% contro il 69,6% del 2004), il Pdl arriva al 43,6 e stacca di quasi 20 punti il Pd fermo al 24,4. Campania e Abruzzo sono forse le regioni in cui l'iniziativa e l'attività del governo Berlusconi si sono fatte sentire di più. Delle due ha risposto meglio l'Abruzzo dove, alle politiche 2008, il Pdl ottenne il 41,6% e dove oggi guadagna 5 punti portandosi al 46,4%. In Campania, il Popolo delle Libertà è al 43,7%: alle scorse politiche raggiunse, nelle due circoscrizioni, il 41,6% e il 49,5%. C'è una perdita ma, complessivamente, più lieve che altrove.        

Sicilia e Sardegna. Il vero terremoto, però, almeno rispetto alle aspettative del Cavaliere, si verifica in Sicilia e, per alcuni versi, anche in Sardegna. In Sicilia, il partito del premier è al 35% con oltre metà delle sezioni scrutinate. Nelle due circoscrizioni siciliane, nelle politiche 2008, il Pdl raggiunse il 45,9% e il 47,3%. L'astensione, dunque, ha colpito duramente. Ma, di certo, ha colpito anche Raffaele Lombardo. Il suo Mpa (alleato con La Destra) arriva a quota 17% con un incremento notevolissimo rispetto all'anno scorso. La recente crisi alla Regione, ha dunque dato ragione a Lombardo che, nel 2008 ottenne il 9,6% e il 5,6% nelle due circoscrizioni siciliane, dati che, sommati al 2,3% e all'1,8% del partito di Storace (sempre alle politiche) portano a concludere che la bastonata elettorale, a Berlusconi è arrivata proprio dagli alleati del 2008. Il Pd perde qualcosa (22,7% contro 25%).

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Anche peggio, per il Pdl, il risultato della Sardegna dove lo scorso febbraio Ugo Cappellacci (centrodestra) divenne governatore sbaragliando Soru (centrosinistra con un 52% contro un 43%). Questa volta, a due terzi dello scrutinio (e con un'astensione molto alta), Pd e Pdl viaggiano praticamente appaiati al 36%. Sommando i risultati dei partiti che sostennero Soru non più tardi di quattro mesi fa, si arriva ben oltre il 50%. Certo, in mezzo c'è stato lo spostamento del G8 dalla Maddalena all'Aquila, ma il dato è di quelli che faranno riflettere il centrodestra.


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Pantaleo Gianfreda