Pellegrino a Gabellone: “Sei lo stesso o hai gemelli?”.

21 Maggio 2009 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Carta e penna alla mano, il presidente della Provincia uscente, Giovanni Pellegrino scrive una lettera aperta. Destinatario della missiva Antonio Gabellone, capogruppo di opposizione a Palazzo dei Celestini e candidato alle provinciali della coalizione avversaria rispetto a quella del numero uno dell’ente. Motivo della lettera l’atteggiamento del candidato del Pdl che, a detta dello stesso Pellegrino, dimostrerebbe due volti differenti, passando dall’aula consiliare all’esterno. Il presidente uscente, rivolgendosi a Gabellone, sottolinea come nell’ultimo consiglio provinciale si sia chiusa “una comune esperienza con un confronto ancora una volta alto e informato, nutrito di reciproco rispetto”.

“Poi – specifica Pellegrino – ho letto nel pomeriggio il comunicato dell’Ufficio Stampa del Popolo della Libertà, che commentava l’ultimo consiglio provinciale. Mi sono definitivamente convinto che esistono due Antonio Gabellone; l’uno che ho apprezzato in consiglio, nelle commissioni e nella corrispondenza epistolare e telefonica tra noi intercorsa; l’altro protagonista in conferenze stampa, in dichiarazioni ai mezzi di informazione e che ho riconosciuto nel (per ora) ultimo comunicato”.

“Un tuo doppio o un tuo omonimo gemello?” – chiede lo stesso presidente, rifacendosi ad esempi letterari di famosi personaggi dalle personalità divise, come il dottor Jekyll e il mr Hyde di Stevenson o le due metà del Visconte Dimezzato di Italo Calvino, con riferimento alle critiche mosse da Gabellone sull’immobilismo dell’amministrazione di centrosinistra e sulle promesse mancate della giunta uscente (http://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=14548).

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“Ma l’ipotesi dell’omonimo gemello – prosegue Pellegrino – è più consona alla mia modesta cultura perchè mi ha richiamato un’esperienza dei coloni del West americano; gli stessi avvertivano i figli, che vedevano addentrarsi nei boschi, in cui era probabile l’incontro con i due gemelli dell’orsa, di guardarli bene negli occhi prima di accarezzarli, perché di regola uno era cattivo e pronto a graffiare e mordere, l’altro disposto a farsi carezzare come un orsetto di pezza”.

“Come vedi – puntualizza Pellegrino, rivolgendosi direttamente a Gabellone – non rispondo all’addebito di immobilismo e promesse mancate, che mi viene dall’orsetto cattivo; ho compreso però le ragioni per cui la deputazione parlamentare del Pdl pretendeva che non rendessi pubblico il bilancio del mio mandato. Un’unica osservazione mi consento: se, come il comunicato informa, il 63 per cento delle delibere approvate dal Consiglio hanno ricevuto l’apporto migliorativo della minoranza, almeno l’attuazione di queste non avrebbe meritato da te, in questi anni guida illuminata della minoranza, un giudizio migliore? Naturalmente – conclude Pellegrino – mi auguro che, finita la campagna elettorale e quali ne siano gli esiti, il rapporto di cordialità e reciproca stima tra noi possa continuare, perchè gli anni mi hanno insegnato a tenere in gabbia il mio gemello cattivo, convincendomi che ciò a tutti convenga”. 


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Pantaleo Gianfreda
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