Sanità: italiani vivono più a lungo. Vantaggio di 6 anni per le donne.

16 Dicembre 2009 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Gli italiani vivono più a lungo. Soprattutto le italiane, che mantengono un vantaggio di 6 anni rispetto ai loro compagni. Anche se questi ultimi stanno recuperando terreno rispetto al passato. Lo indica la Relazione sullo stato sanitario del Paese del ministero del Welfare, presentato il 10 dicembre a Roma.

Dai dati del 2006, infatti, emerge che la sopravvivenza negli ultimi decenni ha mostrato in Italia un notevole miglioramento, rimanendo in linea con l'andamento seguito dagli altri Paesi occidentali. Si è passati infatti da una speranza di vita alla nascita di circa 74 anni per gli uomini  e di 80 per le donne nei primi anni ’90, agli attuali 78,4 per i maschi e 84 anni per le donne. Il divario tra uomini e donne, seppure in lieve diminuzione, rimane e si attesta a 6 anni.

Dall'analisi dei dati di mortalità, si osserva che, sebbene il tasso 'grezzo' sia rimasto pressoché invariato nel corso dell'ultimo decennio – attestandosi su valori del 10 per 1.000 per gli uomini  e del 9,5 per le donne – i tassi di mortalità specifici per età hanno subito notevoli variazioni, insieme ad un aumento dei decessi in termini assoluti. Infatti, visto il progressivo invecchiamento della popolazione italiana si registra una diminuzione, per tutte le classi di età, dei tassi specifici di mortalità. Considerando le diverse Regioni si conferma, in generale sempre rispetto ai dati del 2006, il primato negativo della Campania per la quale si registra la situazione più svantaggiata in termini di mortalità, sia per gli uomini  che per le donne. Il quadro migliore si osserva, invece, nelle Marche , che registrano il tasso di mortalità più basso sia per gli uomini che per le donne. La mortalità infantile si conferma in continua diminuzione dal 2001 al 2006, con una riduzione del 19% per i maschi e del 31% per le femmine . I tassi di mortalità infantile passano a livello nazionale da 4,9 decessi per mille nati vivi del 2001 a 4,1 nel 2006 per i maschi e da 4,2 a 3,2 decessi per mille nati vivi per le femmine, rispettivamente dal 2001 al 2006. A fronte di una significativa riduzione della mortalità infantile in Italia che interessa tutto il territorio nazionale, rimangono, però, ancora differenze fra le regioni del Nord e Centro e quelle del Sud del Paese.


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Pantaleo Gianfreda
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