Libertà di stampa

2 Maggio 2009 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Libertà di stampa

 

il_fatto4Si riduce in Italia la libertà di stampa. Nel suo annuale rapporto, Freedom House (organizzazione per la promozione della libertà nel mondo) segnala un peggioramento delle condizioni di libertà di manifestazione del pensiero e dei media in Italia. Preoccupa, secondo il rapporto, che il nostro sia l’unico Paese dell'Europa occidentale partly free (“parzialmente libero”), seguito solo dalla Turchia.

Al primo posto, in Europa, per liberà di pensiero e media, l'Islanda e i Paesi scandinavi. In tutta Europa, a parte quella italiana, la situazione è decisamente positiva rispetto ad altre aree del mondo.

Per la prima volta, invece, il nostro Paese viene declassato, unico caso nell'Europa Occidentale, da Paese “libero” (free) a “parzialmente libero” (partly free).

Le ragioni sono molteplici, spiegano gli estensori del Rapporto: “In Italia la libertà di parola è stata limitata da nuove leggi, dai tribunali, dalle crescenti intimidazioni subite dai giornalisti da parte della criminalità organizzata e dei gruppi di estrema destra e a causa dell'eccessiva concentrazione della proprietà dei media”.

E’ proprio quest’ultimo il punto dolente in Italia, a giudizio di Freedom House: “la concentrazione insolitamente alta della proprietà dei media rispetto agli standard europei”. Berlusconi, affermano gli autori del rapporto, controlla attraverso il governo la Rai e possiede Mediaset. C’è la legge Gasparri, che introduce norme che favoriscono l'attuale presidente del Consiglio. E, poi, ci sono i tanti processi per diffamazione a carico di tanti giornalisti.

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L’”anomalia Berlusconi” conquista ancora punti negativi per il nostro Paese. Ne parlano molto all’estero. In Italia sono in pochi ad accorgersene. La coscienza democratica sta subendo una narcotizzazione sempre più subdola ed avvolgente. Ci pensano i media, soprattutto le televisioni e i giornali  berlusconiani e berlusconizzati. Non è ancora dittatura. E’ già bonapartismo. Lo dice anche Veronica Lario, la moglie del premier: “Mio marito insegue lo spirito di Napoleone, non quello del dittatore. Il vero pericolo è che in questo paese la dittatura arrivi dopo di lui, se muore la politica come temo stia succedendo”.

In effetti, una politica che non è in grado di fare grandi battaglie di principio – per la democrazia, per la libertà – è una politica che rischia l’estinzione.

Nel nostro piccolo, tocchiamo anche noi questo “nuovo” clima: un clima che ci riporta ad anni bui della nostra storia.

A Collepasso, un seguitissimo sito internet (quello di Marco) ha deciso, momentaneamente, di chiudere per le impressionanti sequele di denunce intimidatorie e di incredibili processi. Ne subisce anche questo sito ed il giornale ad esso collegato. Non ne abbiamo paura. Altri gravi segnali, al momento innominabili, riportano a tempi ancora peggiori. 

Sono tutti segnali inquietanti, che, se da un lato preoccupano, dall’altro dovrebbero stimolare le coscienze democratiche ad un maggiore impegno e a testimonianze più incisive per rivendicare, soprattutto da parte delle giovani generazioni, un’Italia veramente democratica, liberale, libera.


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Pantaleo Gianfreda
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