“Botte fra assessori? Una infamante falsità”

6 Agosto 2009 Off Di Pantaleo Gianfreda
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La Gazzetta del Mezzogiorno pubblica nella cronaca di Lecce, in data odierna, una mia risposta all’articolo a firma di Antonio De Matteis, apparso sullo stesso giornale lo scorso lunedì 3 agosto, sotto un infamante titolo. Il corrispondente locale ha riportato pari pari quanto scritto nel vergognoso volantino dei sette consiglieri di opposizione, senza avvertire nemmeno il dovere “professionale” (!!!) di sentire preventivamente la mia versione. Ognuno ha il suo stile. Per quanto mi riguarda, ho inviato anche una lettera (che pubblico) alla Direzione generale della Gazzetta e all’Ordine regionale dei Giornalisti.

Questo il testo della lettera inviata alla Redazione di Lecce, alla Direzione di Bari e alla Presidenza regionale dell’Ordine dei Giornalisti.

Oggetto: articolo de La Gazzetta del Mezzogiorno, redazione di Lecce, del 3 agosto u.s.

In relazione all’articolo di cui all’oggetto, dal titolo “Botte e insulti in pizzeria? Scintille tra vicesindaco e assessore”, allego un mio comunicato.

Il suddetto articolo riporta fatti e circostanze infondate, è diffamatorio e fortemente lesivo della mia dignità personale ed istituzionale.

Ai sensi della legge sulla stampa, chiedo, pertanto, l’integrale pubblicazione del comunicato, nello stesso spazio e con il medesimo risalto dell’articolo di cui all’oggetto.

Intendo, al contempo, manifestare alle S.V. la mia più profonda indignazione per l’accaduto e, alla luce delle dichiarazioni contenute nel mio comunicato e nel rispetto assoluto della libertà di stampa e della dignità delle persone, chiedo alla Direzione del giornale, verso il quale nutro stima e considerazione, e alla Presidenza regionale dell’Ordine dei Giornalisti, che legge per conoscenza, un intervento doveroso verso l’autore dell’articolo e i responsabili del titolo diffamatorio.

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Confido in un intervento equo ed autorevole per evitare azioni legali, che aborro verso organi di stampa, e ripristinare la verità, scopo principale di un serio giornale, quale ho sempre ritenuto La Gazzetta del Mezzogiorno. 

Questo il testo integrale del comunicato inviato alla Gazzetta 

Botte e insulti in pizzeria? Scintille tra il vice Sindaco e l’Assessore”: così titola l’articolo apparso su La Gazzetta del Mezzogiorno (Lecce provincia, pag. VII) del 3 agosto scorso, che riporta, senza alcun preventivo riscontro, un infamante volantino diffuso dai sette consiglieri comunali di opposizione (nessuno dei quali presente ai fatti), impregnato dei soliti veleni contro la mia persona.

I sette, pur di mettermi in cattiva luce, “le sparano” secondo il loro collaudato “stile”, manipolando vergognosamente un antipatico scontro verbale tra me e l’assessore Marra e diffamando entrambi.

Raccolgono (scrivono loro) “voci di popolo” e, prima di verificarne la fondatezza, imbastiscono una campagna denigratoria, favoleggiando di “ceffoni e parolacce” e “rissa”, lanciando poltiglie fangose contro la mia persona, vero “incubo” per le loro cattive coscienze e la loro malapolitica di ieri e di oggi.

Sono note a tutti, infatti, anche al corrispondente locale del giornale, le vere “vergogne” di Collepasso. Come quelle della precedente Amministrazione e attuale opposizione, in particolare del neoassessore provinciale ed ex sindaco Salvatore Perrone, uno degli autori del volantino, che non ha mai smentito pubbliche e ripetute accuse di illegalità amministrative e malaffari, ora al vaglio della Magistratura. I suoi sodali, che conoscono tali “vergogne”, non hanno mai sentito il dovere di condannare o chiedere spiegazioni su fatti gravissimi e documentati, non “voci di popolo”. Solo quattro anni fa, tre autori del volantino lo avevano persino sfiduciato da sindaco.

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Spiace (e indigna) che La Gazzetta si sia prestata ad avallare una squallida manovra senza nemmeno avvertire il basilare dovere di ascoltare i protagonisti. Mutuando una delle più classiche “arie” rossiniane (“la calunnia è un venticello… si propaga, si raddoppia e produce un’esplosione come un colpo di cannone…”), si è lasciato che un alterco si trasformasse, nel titolo del giornale, in “botte e insulti”, seppur con “la foglia di fico” di un interrogativo.

Questi sette “galantuomini” hanno toccato veramente il fondo. Si comportano da autentici cialtroni (per non dire altro!), che, ormai, hanno solo un chiodo fisso in testa: liberarsi definitivamente della mia persona con ribalderie di ogni genere. L’ennesimo attacco alla mia persona: troppo pulita, troppo onesta, troppo attenta alle dinamiche della politica del paese. Un soggetto scomodo (non solo per loro)!

I sette firmatari gridano “sdegno e vergogna”! Ma “sdegno e vergogna” autentici sono quelli che provo io nel far parte di un’assise cittadina, nella quale siedono indegnamente sette soggetti, che agiscono in modo vergognoso e si spingono a dare rappresentazioni distorte, false e sensazionalistiche per colpire un avversario.

Vi è stato un duro alterco, è vero (nulla di più!), a causa di un articolo apparso sul mio sito internet, in cui si riportavano valutazioni ad alcuni commenti dei lettori.

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Non vi sono state “botte” né “ceffoni” né “risse”. Ove ci fossero effettivamente stati, inevitabilmente qualcuno avrebbe chiamato le Forze dell’Ordine. Non è successo. Né, come ha dichiarato ad un sito internet locale, lo stesso proprietario della pizzeria si è accorto di niente né “sapeva niente”.

Vi è stato, ripeto, solo un antipatico scambio reciproco di critiche dai toni vivaci. Colgo, anzi, l’occasione per pubbliche, e mi auguro reciproche, scuse all’assessore Marra per “qualche parola in più” pronunciata da entrambi.

E’ vergognoso, però, offrire alla gente e alla stampa una visione falsa dei fatti con la consapevolezza di travisarli fino a farli diventare “sensazionali” o al limite della legalità.

Quanto riportato nel volantino e nell’articolo ha danneggiato la mia persona, generando una lesione della mia reputazione, ed è al vaglio del mio legale, al fine di tutelarmi nelle opportune sedi.

Ritengo che la valutazione dei comportamenti e dei giudizi fortemente critici nei confronti degli avversari politici deve essere compiuta tenendo presente il preminente interesse generale della verità né il dibattito politico può sfociare continuamente, come succede a Collepasso, in diffamazioni e ingiurie.

Mi pare, però, anche opportuno invitare gli organi di stampa a verificare la veridicità dei fatti riportati negli articoli di giornale al fine di evitare di offrire ai lettori notizie false e distorte.


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Pantaleo Gianfreda