L’inquietante episodio di via Masaniello

15 Novembre 2009 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Nei giorni scorsi, il 5 e 6 novembre, sono avvenuti alcuni fatti assai incresciosi nei pressi della Scuola Materna di via Masaniello. Una persona, D.D.L., noto pregiudicato, per “vendicarsi” della morte del suo cagnolino, giovedì 5 novembre, affigge sul cancello della Scuola un messaggio ai genitori pesantemente minatorio. Il cartello è rimasto incredibilmente affisso per un’intera giornata. Il giorno seguente, due auto sono state gravemente danneggiate, sempre, a quanto emerge dalle testimonianze, ad opera dello stesso soggetto, il quale è stato deferito dai Carabinieri all’Autorità Giudiziaria

Quanto accaduto nei pressi della Scuola Materna di via Masaniello, nelle scorse giornate di giovedì 5 e venerdì 6 novembre, richiede, “a freddo”, una riflessione attenta, oltre che una pubblica denuncia.

Lo faccio come privato cittadino e “giornalista”, ma anche nella mia qualità di assessore alla Sicurezza.

Per chi non li conoscesse, riepilogo i fatti.

Nella mattinata del 5 novembre, di fronte alla Scuola Materna di via Masaniello, viene investito ed ucciso un cagnolino. L’animale appartiene ad una famiglia che abita nelle dirimpettaie case popolari dell’IACP, il cui capofamiglia è noto alle Forze dell’ordine, già denunciato, tra l’altro, per essersi insediato abusivamente in uno di quegli appartamenti.

Accecato dall’ira, il soggetto, nella stessa mattinata, colloca due cartelli plastificati sul cancello di ingresso della scuola con il seguente “messaggio” scritto di suo pugno e sottoscritto con il suo nome e cognome:

“AVVISO AI SIG.RI GENITORI

E (sic!) VIETATO NEL MODO PIU’ ASSOLUTO SOSTARE O FERMARE LE PROPRIE AUTO NEL PIAZZALE ANTISTANTE DEL CONDOMINIO. IN CASO CONTRARIO VI VERRA’ DISTRUTTA L’AUTO E NON SOLO! FIRMATO D.L.D.”.

Nessuno, da quel che è emerso, avvisa immediatamente del grave gesto i Carabinieri, i Vigili, l’Amministrazione o il Dirigente scolastico.

Nel primo pomeriggio di quello stesso giovedì, vengo genericamente informato del fatto, senza, però, conoscere ancora il contenuto dell’”avviso”. Verso sera, mi reco sul luogo e visiono lo scritto.

Rimango sconcertato e allibito dal contenuto.

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Chiamo telefonicamente il soggetto. Lo richiamo duramente per il folle gesto e gli chiedo di togliere subito il cartello. Ritorno dopo un’ora e noto che l’avviso è ancora lì. Provvedo subito a toglierlo e portarlo via.

Nella prima mattinata del giorno seguente, venerdì 6 novembre, chiedo al Comandante dei Vigili di avvisare i Carabinieri del fatto e consegnare i due cartelli per la necessaria denuncia. Il Comandante vi provvede subito.

Nella stessa giornata di venerdì si passa “dalle parole ai fatti”: a due auto parcheggiate nei pressi della Scuola Materna vengono forate le ruote. Qualcuno assiste allo scempio e vengono avvisati i Carabinieri.

Uno dei proprietari delle auto espone formale denuncia e un paio di cittadini, per nulla intimoriti, forniscono la loro testimonianza. I Carabinieri formalizzano il tutto e inviano gli atti all’Autorità Giudiziaria. Nel corso della giornata di sabato, si resta in attesa di eventi, che non arrivano. Il soggetto, infatti, rimane a piede libero.

Nella giornata di domenica 8 novembre, nel corso della Half Marathon, in piazza Dante, il responsabile del grave fatto profferisce pesanti minacce nei miei confronti. Mi ripete identiche minacce e provocazioni nella mattinata di lunedì negli uffici comunali. In un successivo incontro con il Dirigente scolastico, già da tempo programmato dall'Assistente sociale, informo della vicenda lo stesso Dirigente, che mi riferisce altri particolari.

Nello stesso pomeriggio, data la gravità dei fatti, io ed il sindaco incontriamo il maresciallo dei Carabinieri per un esame congiunto della vicenda e per sollecitare maggiori controlli e interventi forti e decisi. La giustizia, ci viene assicurato, farà il suo corso.

Questi i fatti. Alcune doverose considerazioni.

Intanto, si rimane allibiti dal fatto che, nonostante le circostanze, il soggetto sia ancora a piede libero. Circolano “strane” voci in paese… Come mai tanta “sicumera” in un personaggio costantemente “monitorato” dalle Forze dell’ordine?!?

Inoltre, come è possibile che un cartello pesantemente minatorio sia stato lasciato esposto per un’intera giornata su un pubblico edificio (una Scuola, per di più!), senza che nessuno abbia sentito il dovere di rimuoverlo o, almeno, di avvisare i Carabinieri? Di costoro, in verità (è doveroso riferirlo), qualche cittadino ha lamentato la scarsa risolutezza. Probabilmente, non funziona appieno un sano e corretto rapporto di fiducia e di collaborazione cittadini-Forze dell’ordine. E su questa circostanza dovrebbe riflettere, soprattutto, la locale Stazione dei Carabinieri (e non solo)… L'intera vicenda presenta indubbi elementi di singolare sottovalutazione.

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Come è possibile, infatti, che in una scuola, frequentata da decine di bambini e che dovrebbe essere maestra e vetrina di legalità, possa essere successo questo? Come è possibile che a nessuno, leggendo quel “cartellaccio”, sia venuto un moto di disgusto e di indignazione e che nessuno abbia sentito il dovere civico di strappare quel “gomorrismo” da strapazzo, rimasto lì per un’intera giornata?!?

Da cittadino e da amministratore mi preoccupa questo “lassismo”, questa inconscia e/o palese paura individuale e collettiva, questo “farsi gli affari propri” da parte della maggioranza dei cittadini.

Non può e non deve essere così! Quale senso della legalità si trasmette ai nostri giovani e all’intera cittadinanza, se non si affrontano con la dovuta fermezza certi fatti, che possono rappresentare il “campanello di allarme” per altre e più pericolose deviazioni ed evoluzioni?

Alcuni cittadini non hanno avuto remore o paure a denunciare il danneggiamento delle auto o testimoniare contro il pregiudicato. Visti i comportamenti generali, dobbiamo ritenerli degli "eroi" o solo cittadini che hanno semplicemente fatto il loro dovere? Preferisco considerarli nella seconda ipotesi. E’ “malata”, infatti, una società che è costretta a considerare “eroe” un cittadino che fa semplicemente il suo dovere. Grazie, comunque, a costoro, ai quali va la vicinanza ed il sostegno delle persone oneste e dell'Amministrazione.

Chiediamoci, però: non sono visibili anche nella nostra comunità i “sintomi” di certe “malattie”? Questo a me pare, sebbene mi auguri che si tratti solo di un fatto episodico. E' evidente, però, che vada rafforzato, anche con apposite iniziative pubbliche, il senso della legalità e del dovere civico dell'intera comunità collepassese.

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“Educazione alla legalità” è, mi pare, il rituale percorso didattico che viene riproposto annualmente nelle scuole ai ragazzi. Ma quale “educazione alla legalità” si può insegnare a costoro se poi, nei gesti quotidiani e nei fatti concreti, molti adulti danno “cattivi esempi”?!?

Occorre tenere alta la guardia. Non bisogna avere remore o paure a parlare apertamente e denunciare certi episodi. Fatti apparentemente “marginali” ma assai gravi, a causa del loro intrinseco messaggio di “mafiosità”, richiedono ferme e pubbliche reazioni. Non si può tollerare che un qualsiasi individuo pensi di minacciare impunemente, compiere gesti inconsulti, “farsi giustizia” da solo, spargere malefici messaggi, “tenere sotto scacco” una comunità o rappresentare un pericolo pubblico.

Ribellarsi e denunciare non solo è giusto, ma doveroso. Come è doveroso che tutti noi, individualmente, facciamo il nostro dovere e chiedere, al contempo, alle Forze dell’ordine e alla Pubblica Amministrazione maggiore impegno e controlli più accurati…

Nella mia qualità di assessore alla Sicurezza, voglio lanciare, a nome dell’Amministrazione, un pubblico appello: nessuno abbia paura! Ognuno di noi, sia a livello individuale che istituzionale, faccia sino in fondo il suo dovere per preservare la nostra comunità da fatti così gravi e degenerativi! Nessuno abbia timore, di fronte a casi analoghi, ad informare, anche riservatamente, i Carabinieri, i Vigili, gli Amministratori!

Voglio qui, per memoria, ricordare che, a distanza di ben sette mesi, rimane ancora sconosciuto l’autore del colpo di pistola contro l’abitazione del Comandante dei Vigili nella notte tra il 18 e il 19 aprile scorsi… Un episodio così grave non può rimanere insoluto: la Magistratura e le Forze dell’ordine hanno il sacrosanto dovere di dare risposte certe a chi è stato vittima di tale attentato e a tutti i cittadini e garantire che questi ed altri episodi non abbiano più a verificarsi, cercando anche la collaborazione dei cittadini.


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Pantaleo Gianfreda