«Barba restituisca i soldi che ha preso da sindaco».

17 Maggio 2010 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Gallipoli. Il Pd alza i toni della polemica, mentre oggi si celebreranno i funerali della squadra retrocessa. «Il Comune tutela l’ex patron e non l’attuale gestione»  

 

• GALLIPOLI. Oggi, alle 18,30 nello stadio «Antonio Bianco», si commemora l’anniversario dello storico approdo della squadra di calcio in serie B e si celebra il funerale della compagine giallorossa uccisa dai debiti. Gli organizzatori ci tengono a rimarcare sia che la manifestazione «non è contro questo o quello, ma contro tutti i responsabili della situazione che è stata creata», sia che dovrà essere «seria e decorosa», paventando che qualcuno possa confonderla con il «Titoru», la farsesca rappresentazione della morte del carnevale.

Proprio oggi è il giorno scelto dal Pd per presentare un’interrogazione consiliare, scelta che fa riferimento al no opposto dalla maggioranza di centrodestra alla mozione del Pd che mirava ad alleviare la pesante situazione finanziaria dei calciatori giallorossi, erogando loro un contributo che avrebbe consentito una più decorosa conclusione del campionato.

Il Pd, che non perde l’occasione per ricordare come in Prima divisione il contributo del Comune alla società sportiva abbia raggiunto ben 140mila euro, sottolinea pertanto che mentre nelle casse civiche non c’è un euro per manifestazioni sportive, e turistiche come il premio Barocco, il Comune stesso vanta un credito nei confronti dell’onorevole Vincenzo Barba in relazione all’indennità di carica percepita come sindaco nel 2006-2007 mentre già percepiva l’indennità di parlamentare.

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Siccome tale cumulo non è consentito, deve restituire quanto percepito – il Pd valuta intorno a 14 mila euro – che potrebbe essere disponibile per iniziative meritorie. «Ma il primo cittadino non ha mai reclamato il rimborso – sostiene il Pd – e il parlamentare non ha mai riscontrato il «timido sollecito» rappresentato da una nota degli uffici».

Il Pd chiede pertanto al sindaco come intenda muoversi e ventila che i revisori debbano valutare «il danno erariale, conseguente l’omessa azione di recupero del credito, come ipotesi di responsabilità che impone la denuncia ai competenti organi giurisdizionali».


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