«Mi accusano per coprire le loro colpe».

8 Aprile 2010 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Collepasso. L’assessore Pantaleo Gianfreda interviene sul proprio rinvio a giudizio con l’accusa di aver offeso due consiglieri comunali

«Prendo atto che un semplice – e, per certi versi, doveroso – mio rinvio a giudizio (non condanna!) da parte del gup Lariccia al fine di accertare la fondatezza di alcuni fatti, assume uno spropositato rilievo su giornali e siti internet. In questa ricercata amplificazione mediatica appare evidente lo squallido e persistente intento dei consiglieri comunali di opposizione Felline e Nuzzo di screditare l’immagine e l’impegno dell’Amministrazione, in particolare mio personale».

E’ il commento di Pantaleo Gianfreda, assessore alla Partecipazione, Attività Istituzionali, Urbanistica, Sviluppo economico, Politiche sociali, Sicurezza e Polizia Municipale del Comune di Collepasso, rinviato a giudizio dal giudice dell’udienza preliminare Nicola Lariccia con l’accusa di aver offeso i due consiglieri. Il processo inizierà il 17 giugno prossimo all’interno del Tribunale di Gallipoli.

«Con tali mezzucci mediatici, i due “agitprop”, nonché garantisti “a fasi e persone alterne”, tentano di coprire il loro vuoto politico e amministrativo, occultare pesanti responsabilità politiche, morali e penali in merito ai gravissimi episodi di cui si resero protagonisti con altri nelle vergognose giornate del 21-22-23 aprile 2007, sì da meritare, a futura memoria, una “medaglia all’illegalità” – continua Gianfreda -. Inoltre, qualche “cavalier servente” intende oggi far dimenticare note e sciocche subalternità a discussi personaggi locali in perenne contenzioso con l’Amministrazione e costantemente censurati (per ben 6-7 volte) dalla Magistratura, che ha sempre riconosciuto la correttezza dell’azione amministrativa. O far dimenticare le menzogne e il terrorismo diffusi in merito all’installazione di due innocue antennine Umts, che, secondo quanto scrivevano costoro, avrebbero provocato ai cittadini, tra gli altri ipotetici e nefasti effetti, anche “difficoltà nell’elaborazione del pensiero”».

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«Coerentemente con il loro particolare ed esibito (in altre occasioni) garantismo (applicabile solo a sé e agli amici) e la loro collocazione politica – dice ancora l’assessore Gianfreda – i due avrebbero potuto attendere almeno una sentenza di 1° grado prima di far rullare i loro tam-tam mediatici a danno della mia immagine e del mio buon nome, considerato che, a differenza di qualche consigliere di opposizione già condannato per diffamazione nei miei confronti, nessun Tribunale ha sinora emesso a mio riguardo alcuna analoga sentenza di condanna. Attendo, pertanto, fiducioso il dibattimento, nel corso del quale sarà dimostrata l’assenza di diffamazione da parte mia, avendo esercitato, da un lato, il mio dovere all’informazione e, dall’altro, il mio diritto all’analisi, alla critica e anche all’ironia politiche a fronte di costanti provocazioni, calunnie e diffamazioni nei miei confronti da parte di astiosi e rabbiosi politicanti collepassesi».

«A tal proposito, però – continua – sento il dovere di rilevare il comportamento della Procura di Lecce in merito a diverse vicende relative a illegalità politico-amministrative e di ordine pubblico che riguardano la comunità di Collepasso. Non è strano che tale Procura continui ad ignorare fatti e circostanze gravissimi avvenuti in questi anni e da me denunciati nella mia veste di pubblico amministratore? Non è strano che reati pesantissimi vengano archiviati ed episodi insignificanti perseguiti? Non è strano che chi, nell’esercizio delle sue funzioni amministrative, si batte per la legalità e denuncia illegalità venga guardato con fastidio e diffidenza e persino fatto oggetto di indagini e chi, invece, viola la legge e commette continue illegalità venga favorito e “archiviato”? Non è strano, anche in riferimento ai due consiglieri, che miei circostanziati esposti per loro diffamazioni e calunnie vengano superficialmente archiviati e, invece, altri contro di me vadano avanti? Al momento rimane, inalterata la fiducia nella Giustizia e mi adopererò nelle sedi opportune per far emergere la verità».


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Pantaleo Gianfreda
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