8 marzo, il monito del capo dello Stato. Ocse: l’Italia è ancora molto indietro.
8 Marzo 2010Il capo dello Stato chiede alle donne di esigere "sempre il rispetto della dignità, premessa per ogni autentica affermazione". Mentre l'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo ricorda che le italiane hanno difficoltà enormi a conciliare lavoro e figli. Alle mogli, madri e figlie delegata quasi per intero la cura di bambini e anziani. I maschi italiani godono di 80 minuti di tempo libero in più rispetto alle loro compagne, contro i 50 di Messico e Spagna e la quasi parità della Norvegia
Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano invoca "speranza e fiducia" per il futuro e in particolare per "le donne di domani", nella celebrazione della Giornata internazionale della donna al Quirinale. E, rivolgendosi direttamente alle donne, chiede loro di prepararsi "ad esigere, da chiunque e in qualsiasi circostanza, nel lavoro, nella famiglia, nell'attività politica, il rispetto della vostra dignità di donne. E' la premessa, è la condizione per ogni vostra autentica affermazione e conquista".
E tuttavia dai dati pubblicati stamane dall'Ocse emerge un quadro che lascia poco spazio per "speranza e fiducia" e la situazione italiana spicca tra le peggiori. Infatti il tasso di occupazione delle donne italiane è ancora al 45 per cento, tra i più bassi tra i Paesi dell'Ocse, nonostante le donne siano in media più istruite: circa il 70 per cento infatti ha un titolo di studio di istruzione secondaria, confrontato al 60 per cento dei maschi.
Nel nostro Paese il tasso di occupazione, ricorda l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, è così basso soprattutto perché "le donne italiane devono scegliere tra lavoro retribuito e cura dei figli, non c'è aiuto sufficiente per conciliare entrambi". E quindi l'Italia spicca anche per il tasso di natalità, che è tra i più bassi del mondo: 1,41 figli per donna contro i due di Francia, Islanda, Irlanda, Messico, Nuova Zelanda, Turchia e Stati Uniti. "La cura dei bambini piccoli in Italia è particolarmente costosa – ricorda l'Organizzazione – E' molto più facile rispetto a qualunque altro Paese dell'Ocse che dei bambini in età prescolare si occupino direttamente i genitori, parenti o amici".
Anche nel resto del mondo naturalmente c'è ancora molta strada da fare. Il 62 per cento delle donne lavora, ma guadagnando in media un quinto degli uomini, rileva l'Ocse. Su questo dato incide anche il part-time: l'orario ridotto è scelto da una su quattro donne che lavorano mentre tra gli uomini è diffuso solo per il 6 per cento. Ma dietro le medie pubblicate stamane dal "Gender Brief" dell'Ocse ci sono situazioni anche più gravi: in Giappone e in Corea per esempio gli uomini guadagnano il 30 per cento in più delle donne; al contrario, in Belgio e Nuova Zelanda il gap è sotto il 10 per cento.
In tutti i Paesi Ocse le donne spendono il doppio del tempo rispetto agli uomini nella cura dei bambini e degli anziani, e naturalmente gli uomini hanno molto più tempo libero: in Italia 80 minuti in più, contro poco più di 50 minuti di Polonia, Messico e Spagna, e appena una manciata di minuti della Norvegia, il Paese Ocse più virtuoso da questo punto di vista.
In tutto il mondo le donne sono decisamente più povere degli uomini, soprattutto se anziane. Infatti il rischio di povertà per le donne dai 66 ai 75 anni è 1,2 volte maggiore rispetto al resto della popolazione, e dopo i 75 si alza a 1,7, mentre per gli uomini ultrasettacinquenni è 1,2.