Conti in rosso, allarme nelle scuole.

12 Febbraio 2010 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Parte un appello al prefetto e alla deputazione parlamentare salentina

Conti in rosso per le scuole salentine. Il grido d’allarme arriva dal coordinamento provinciale dei dirigenti scolastici che mercoledì scorso si sono riuniti, su convocazione dei sindacati Flc-Cgil, Cisl Scuola e Uil, per discutere le indicazioni governative sul Programma delle istituzioni scolastiche per l’anno 2010. La preoccupazione emersa durante l’assemblea per le difficili situazioni finanziarie in cui versano le scuole di Lecce e provincia, è tale da spingere i sindacati a chiedere l’intervento del Prefetto, affinché si faccia promotore di un incontro con la deputazione parlamentare salentina per affrontare la questione. E in effetti la posta in gioco è alta. La carenza grave di risorse finanziarie, infatti, potrebbe costringere le scuole a  fare affidamento, per il funzionamento didattico e amministrativo, sui contributi delle famiglie, con il rischio di dover chiedere loro contributi superiori a quelli attualmente versati.

Tante sono le criticità messe sul tavolo dai presidi e dai direttori amministrativi degli istituti. A partire dalle supplenze. «Una volta detratte le risorse relative al Fondo dell’istituzione scolastica, ai contratti di pulizie (decurtati del 25%) e, per gli istituti d’istruzione secondaria superiore, agli esami di Stato – spiegano – rimangono nella disponibilità dell’istituto somme decisamente insufficienti per la copertura delle supplenze brevi e per il funzionamento didattico e amministrativo. Se da un lato il Ministero invita a tutelare il diritto allo studio con una tempestiva sostituzione dei docenti assenti, dall’altro non assicura la copertura di queste spese, perché le aggancia ad un “tasso di assenteismo medio nazionale per tipologia di scuola”, superato il quale occorre “una verifica dell’effettiva inderogabilità dell’ulteriore fabbisogno”. Il tasso medio di assenteismo può essere rilevante a livello statistico ma ha poco a che fare con il fabbisogno delle scuole, legato a fattori spesso non prevedibili e conseguenti a disposizioni di legge, al di fuori quindi dalle possibilità di gestione del dirigente scolastico. Inoltre, nella migliore delle ipotesi (ammettendo un invio non scontato delle risorse necessarie), questo meccanismo di verifica dilata i tempi di erogazione da parte del Ministero e fa slittare i termini per onorare gli impegni di pagamento da parte delle scuole».

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Poi c’è il problema della decurtazione del 25% dei contratti con le ditte esterne di pulizia, «che costringe le scuole ad una riduzione del servizio con conseguente aumento dei carichi di lavoro dei collaboratori scolastici». Particolarmente preoccupante e di difficile attuazione, secondo i dirigenti scolastici, è poi l’indicazione di collocare nell’aggregato «Z – disponibilità da programmare», l’avanzo di amministrazione determinato da residui attivi ascrivibili a   mancati trasferimenti dal Miur. «Negli ultimi anni le scuole hanno fronteggiato le spese obbligatorie di personale (esami di Stato, supplenze brevi, ore eccedenti, ecc.) – spiegano in merito – con anticipazioni di cassa, in attesa di un rimborso anche parziale che non è avvenuto. Il rischio per molte scuole è un forte disavanzo di amministrazione».

Di fronte a queste difficoltà, dirigenti scolastici e direttori dei Servizi generali e amministrativi (Dsga) chiedono al Ministero della Pubblica istruzione di rivedere i parametri sulla base dei quali sono state assegnate le risorse; rivedere i criteri di rilevazione del fabbisogno per supplenze brevi e saltuarie e assicurare le risorse adeguate; far carico alle direzioni provinciali dei servizi vari del Tesoro delle supplenze “brevi” conseguenti ad applicazioni di normative di legge e contrattuali; rimborsare i residui attivi degli anni passati, con un piano di rientro pluriennale programmato e certo; garantire per tutti gli istituti scolastici una dotazione adeguata per le spese di funzionamento; annullare la riduzione degli appalti e aspettare la fine dei contratti per ridefinire la situazione; garantire risorse adeguate per l’arricchimento e l’ampliamento dell’offerta formativa e velocizzare le procedure di assegnazione fondi per l’implementazione dei progetti Pon- Fse e Fers.


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Pantaleo Gianfreda
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