Le dieci date che hanno fatto l’Italia. I momenti chiave della nostra storia.

22 Novembre 2010 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Il 1861, l’ascesa al potere di Mussolini, il suffragio universale, il delitto Moro. Ma anche la nascita della radio o il boom economico. Alla vigilia dei 150 anni, quali sono le date che tutti dovremmo conoscere?

Potrebbe sembrare un gioco, ma non lo è. Abbiamo chiesto agli storici Guido Crainz, Adriano Prosperi (che ha scelto le date in base ai problemi e alle domande che suscitano intorno alla storia d’Italia) e Massimo Salvadori di indicare la lista dei dieci eventi fondamentali della storia italiana unitaria che ciascuno studente deve conoscere. Eventi politici, ma anche culturali o di costume. In sostanza, la nostra carta d’identità, un documento nazionale per procedere senza inciampi nel mondo globalizzato.
 
SONDAGGIO: Quale storia siamo noi
 
L’idea arriva da uno studioso originale come Simon Schama, che ha stilato la sua lista sul Guardian. In un’epoca segnata da contrasti e lacerazioni, spiega lo storico inglese, l’ultima cosa da spezzare è il legame della memoria nazionale, quel filo che tiene unita una comunità distinguendola da una scena sempre più omogeneizzata. Se madre Teresa e Lady Gaga sono icone multinazionali, Oliver Cromwell e Margaret Thatcher rimangono simboli della cultura inglese, e sui banchi di scuola bisogna imparare perché. Lo studio della storia deve essere inteso anche come forma di libertà, antidoto all’omologazione dei cervelli, educazione a una cittadinanza democratica. Non un tronfio album di famiglia, ma al contrario un’indagine sulle pagine meno felici dell’autobiografia nazionale. Quella invocata da Schama è cosa diversa dalle retoriche patrie o da iniziative recenti come la Maison de l’Histoire, annunciata da Sarkozy e contestata dagli studiosi per il rischio dell’autocelebrazione.
Se l’appello di Schama vale per la storia inglese - ma anche per la storia spagnola, per la storia francese o la storia tedesca – il bisogno di indicare i dieci punti cardinali della propria vicenda nazionale acquista carattere d’urgenza in Italia, che si presenta al suo centocinquantesimo compleanno piuttosto confusa, vittima di amnesie e vuoti di memoria. Un paese che nella sua non lunghissima storia unitaria ha cambiato anche traumaticamente identità, mutando di volta in volta il proprio calendario di date e festività. L’unico paese, nel mondo degli Stati nazionali, che oggi arriva a rinnegare le sue origini, ossia il Risorgimento, e in cui una forza politica al governo è nata con il proposito di disunire lo stivale. Un’Italia ancora alle prese con i problemi di una costruzione incompiuta, e che tuttora si interroga: ma siamo ancora una nazione? E lo siamo mai stati?
Quello che sembra dunque un gesto banale – stilare dieci eventi della storia nazionale, dal 1861 ai nostri giorni – nasconde un’infinità di questioni, dietro le quali si sono consumate guerre civili e discordie insanabili. E la sostanziale consonanza degli storici nell’indicare le dieci date - dalla fondazione dello Stato Italiano alla Resistenza, dalla Questione Romana al fascismo, dalle tragedie della Repubblica al berlusconismo - non corrisponde a una memoria sedimentata e condivisa dagli italiani, divisi da conflitti ideologici ma anche frastornati dal chiacchiericcio mediatico. Da qui il bisogno di ripartire dai banchi di scuola, suggerendo ai ragazzi temi e interrogativi che ne formino una coscienza nazionale. Una lista di dieci eventi - o, meglio, passaggi fondamentali della storia italiana - seguiti da alcune domande apparentemente semplici. Per rispondere, talvolta, non basta un manuale di storia, né una sola spiegazione. E il gioco di Schama rischia di farsi dannatamente serio.

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Pantaleo Gianfreda
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