Puglia, batosta da 1,5 miliardi.

12 Giugno 2010 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Il presidente della Puglia, Nichi Vendola, svela le cifre rilevate da Bankitalia sulla manovra del governo: Tremonti mente, non vale 24 miliardi ma 62 e darà una stangata di 1,5 miliardi alla Puglia. Procede il progetto sul taglio degli ospedali nella regione.

Una stangata di 1 miliardo e mezzo di euro nei prossimi due anni in Puglia. L’annuncio-choc arriva dal presidente della Regione Nichi Vendola, il quale ieri ha deciso di alzare il velo sulla manovra economica del governo alla luce delle stime fornite da Bankitalia nell’audizione alla Camera.

«Qualcuno sta mentendo all’Italia – denuncia Vendola, con un esplicito affondo nei confronti di Tremonti – la manovra è di 62miliardi in tre anni e non 24 come racconta il Ministro». In base a quanto rilevato dal direttore centrale di Palazzo Koch, il barese Salvatore Rossi, la manovra si spalma con 12,1 miliardi in meno   nel 2011 e 25 miliardi sia nel 2012 che nel 2013. In pratica, ben 37 miliardi solo nel 2010 e 2011 che, tradotti in soldoni per la Puglia, si traducono in un taglio di 1 miliardo e mezzo di euro. «In Puglia, spiega Vendola, supportato dal direttore dell’area Sviluppo della Regione Davide Pellegrino – dovremmo aggiungere ai 368 milioni e 371.700 euro di tagli previsti, altri 282 milioni che derivano dalla “compressione” dovuta al Patto di stabilità (la sanzione per lo sforamento del 2009, ndr) ed anche i 400 milioni che ci tagliano in quest’anno e nel prossimo dai fondi Fas, per un totale di oltre 1 miliardo e 449 milioni di euro nel biennio. L’incidenza sul nostro Pil è del 2,5%, si prefigura – denuncia il governatore – un disastro nell’economia pugliese». In fumo, di questo passo, andrebbe sia la manovra anti-ciclica varata dalla giunta (gli oltre 700 milioni stanziati negli ultimi due anni) sia, sottolinea Vendola, i buoni risultati dell’economia regionale: nei primi tre mesi del 2010 l’export è cresciuto del 13,7%, il doppio della media meridionale.

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Anche il confronto della manovra con quella degli altri Paesi europei, più volte rimarcato da Tremonti, secondo Vendola non regge: «Le misure della Spagna valgono 15 miliardi per il prossimo biennio, mentre quelle della Germania hanno un valore di 80 miliardi nel periodo 2011-2014 e solo di 30 nel prossimo biennio. La manovra italiana non solo supera quella tedesca di 7 miliardi per il 2011-2012, ma incide sul Pil in modo nettamente superiore, visto che il prodotto interno lordo della Germania è di gran lunga più alto di quello italiano».

L’allarme del presidente arriva al termine di una giornata infuocata dal confronto sulla Finanziaria. A mobilitarsi è stato l’intero centrosinistra alla Regione perché venga «modificato questo progetto scellerato». I capigruppo Michele Losappio (Sel), Antonio Decaro (Pd), Angelo Disabato (Puglia per Vendola) e Orazio Schiavone (Idv) hanno denunciato in coro la «macelleria sociale» che si profila e che ha fatto sobbalzare sulla sedia perfino governatori di centrodestra come la Polverini (Lazio) e Formigoni (Lombardia). Per Losappio, diversamente da Decaro che invece si augura una gestione dei fondi più oculata, è anche «preoccupante che sia stata affidata al ministro Fitto la gestione dei fondi Fas, sia in generale che nello specifico della nostra Regione, visto che siamo creditori di circa 2 miliardi di euro». Disabato, in particolare, ricorda che «non è vero che il governo non metterà le mani nelle tasche dei cittadini» perché «costringerà gli enti locali a farlo», visti i 10 miliardi di euro in meno per le Regioni, gli 800 milioni per le Provincie e i 4 miliardi tagliati ai Comuni.

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Giù, poi, con l’elenco dei tagli cui la Regione sarà costretta per far fronte alle decurtazioni, dagli sconti sugli abbonamenti per i pendolari ai 100 milioni di euro in meno per la sanità nel prossimo biennio (25 milioni nel 2011 e 75 nel 2012).

E poi, a sfogliare le elaborazioni raccolte dall’assessore al Bilancio Michele Pelillo, addio alle risorse per edilizia residenziale (oltre 41 milioni di euro), gli incentivi alle imprese (oltre 46 milioni di euro), viabilità e opere pubbliche (oltre 34 milioni di euro), senza contare la riduzione del fondo per l’occupazione e dei fondi (decurtati del 75%) per i servizi sociali.

Decurtati del 10% tutti i costi degli apparati amministrativi, con una cesoiata dell’80% delle spese per consulenze, mostre, convegni e rappresentanza, del 50% per missioni e del 20% per le auto blu. La leva fiscale? La manovra prevede la possibilità per le Regioni di modificare fino all’azzeramento le addizionali sulle aliquote (Irap in testa) ma solo per le Regioni che non sono alle prese con i piani di rientro dal deficit sanitario: la Puglia lo è e sarà più probabile – questo il ragionamento che si fa nella giunta regionale – un aumento che una diminuzione alla luce delle nuove restrizioni.

Beffarda la chiosa del coordinatore dell’Idv Pierfelice Zazzera: auguri al ministro Fitto per la sua nomina a capo del Dipartimento Sviluppo ma «il ministro avrà poco da lavorare, perché i fondi Fas sono già stati abbondantemente depredati per sanare i disavanzi del Nord e per sanare le quote latte degli allevatori settentrionali a causa del ricatto leghista al governo. In questo momento il ministro Fitto somiglia tanto ad una guardia posta davanti ad una cassaforte svuotata».


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Pantaleo Gianfreda
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