Regione. Rimescolate le deleghe. C’è un progetto politico.

28 Aprile 2010 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Il Vendola bis si apre certo all’insegna delle donne. Una specie di “risarcimento simbolico e materiale nei confronti delle donne che sono poco rappresentate in Consiglio regionale”, come afferma lo stesso presidente della giunta regionale. Ma, al di là di questa connotazione così evidente e così ben comunicata dal campione delle Fabbriche e della partecipazione attiva, c’è un altro aspetto che merita una riflessione. Ed è la scomposizione di alcune deleghe e relativa ricomposizione con altre. Facciamo un esempio.

Alla delega all’Urbanistica, riaffidata come nella giunta uscente ad Angela Barbanente, tecnico di indubbio valore riconosciuto anche dagli avversari di centrodestra, vengono accorpati i Beni Culturali, un tempo appannaggio della Cultura. Invece, proprio alla Cultura e al Mediterraneo, riaffidati nelle mani di una veterana come Silvia Godelli, viene affiancato un settore strategico per la Puglia, e cioè il Turismo. Una razionalizzazione delle deleghe che trova una sua ragione in questi due assessorati. Come la trova nell’accorpamento di Diritto allo studio e Formazione, affidati ad una new entry, pure lei donna, l’ex parlamentare Alba Sasso, o nella nascita di una nuova delega, quella al Welfare affiancata dal Lavoro, che mutua lo scenario nazionale e guidata da Elena Gentile.

Nichita la chiama “una riunificazione logica”. Modesto. E’ molto di più. Questa razionalizzazione è anche una riorganizzazione interna, per così dire, del lavoro politico, amministrativo e culturale che toccherà ai magnifici quattordici della sua squadra di governo. E cammina, quindi, su gambe che guardano oltre la siepe. Vediamo la new entry Marida Dentamaro, ritenuta vicina a Massimo D’Alema, fumo negli occhi per il sindaco di Bari, nonché presidente del Pd, Emiliano. La Dentamaro non si occuperà solo di Sud e Federalismo. Al contrario del suo predecessore, Viesti, all’avvocato amministrativista il rivoluzionario gentile ha riservato anche la gestione di Contratti e Appalti, insieme al Contenzioso, prima accorpati alle Risorse umane, oggi affidati a Maria Campese, un altro esterno.

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Non è tutto. Mentre lascia volentieri nelle mani del fido Fabiano Amati la delega alla Protezione civile, in netta coerenza con gli obiettivi di razionalizzazione, Vendola non rinuncia ad avocare a sé competenze chiave come le aziende partecipate e l’avvocatura regionale. Scontati il controllo strategico, le politiche interregionali e i rapporti istituzionali.

E’ indubbio che le questioni che si apriranno nei prossimi mesi non sono estranee a questa riorganizzazione.Tantomeno quanto accaduto, sul piano giudiziario, l’anno scorso prima del rimpasto. E ancor meno gli obiettivi politici che accompagnano il percorso di Vendola, leader di Sel, ma non solo. Come egli stesso dice “il rapporto con i partiti è in divenire”, una continua evoluzione che il presidente rosso non ha alcuna intenzione di mollare. Anche in questa chiave va letto l’affidamento di deleghe scorporate dalle Risorse umane, come le Politiche giovanili, Attuazione del programma, Cittadinanza attiva e Comunicazione istituzionale, al suo uomo ombra, Nicola Fratoianni. Chi meglio di lui conosce le Fabbriche? Chi, meglio di lui, può essere interprete e garante nel contempo del modello politico e culturale della Puglia Migliore di Vendola?

L’abbiamo già detto su queste pagine: Vendola deve andare avanti come un treno per imporre, consolidare, allargare l’influenza del suo modello, insieme al consenso. E’ una partita importante quella che il governatore della Puglia si gioca oggi col Vendola bis. Ogni giocatore deve essere al suo posto, siano essi attaccanti o difensori.

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Mentre il Pd, per voce del suo segretario regionale, Blasi, sottolinea “lo sforzo chiesto ai propri uomini e alle proprie donne di contribuire con idee e progetti all’affermarsi di un Sud differente, così come abbiamo saputo raccontarlo egli ultimi cinque anni”, è all’opposizione che Vendola si rivolge auspicando, per Introna presidente del Consiglio regionale, una investitura super partes, “che travalichi il centrosinistra”. Richiesta di soccorso, auspicio sincero e riorganizzazione a tutto spiano.


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Pantaleo Gianfreda