Rivolta contro la legge-bavaglio.

11 Giugno 2010 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Intercettazioni, Ue: "Siamo vigili". Pdl: "Avanti senza alcuna modifica". Spazi bianchi sui giornali dopo il via libera del Senato al ddl. Protestano gli editori. Bondi: "Campagna mediatica e politica che tradisce la Costituzione". Adesso il testo passa alla Camera. La Russa: "Nessun cambiemento". Black-out dell'informazione il 9 luglio.

All'indomani del via libera del Senato al ddl intercettazioni, cresce di intensità la protesta verso un provvedimento da più parti indicato come una vera e propria "legge bavaglio" per l'informazione. E anche la Ue interviene, seppur con cautela, sulla vicenda: "La Commissione è molto vigile su qualsiasi situazione che possa creare problemi".

Nel frattempo da alcuni quotidiani arrivano le mosse più eclatanti. A partire da Repubblica che apre con una pagina bianca con al centro il post-it con la scritta "La legge-bavaglio nega ai cittadini di essere informati". Ma anche sulla Stampa il bianco domina quasi per intero nello spazio della rubrica "Buongiorno” del vice direttore Massimo Gramellini che spiega che anche la rubrica di Jena a pagina tre esce in bianco "per abituarsi a quando la legge sulle intercettazioni impedirà loro di affrontare gli argomenti che nutrono da sempre i corsivi di satira e di costume".  Listate a lutto le testate “Il Fatto quotidiano” e “L'Unità", così come SkyTg 24. Il berlusconiano "Giornale", invece, va controcorrente e vede nelle proteste "ipocrisia e opportunismo politico".

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Si schierano anche gli editori, che il ddl colpisce con pesanti sanzioni, chiedendo la pubblicazione di un comunicato con la veste grafica di un necrologio sui quotidiani. ''Il testo licenziato dal Senato non realizza l'obiettivo dichiarato di tutelare la privacy – si legge  nella nota – ma ha semplicemente un effetto intimidatorio nei confronti della stampa. Ne sono dimostrazione le pesantissime sanzioni agli editori''.

La maggioranza, però, non accusa cedimenti. Con il ministro della Cultura Sandro Bondi che parla di "campagna mediatica e politica che tradisce la Costituzione. Dopo l'approvazione della legge che disciplina l'uso delle intercettazioni siamo un Paese più moderno, più civile e più europeo". 

Il testo, adesso, dovrà andare alla Camera. Con l'opposizione che promette battaglia durissima: "Per la maggioranza sarà un Vietnam" annuncia il vicesegretario del Pd Enrico Letta. Anche se il Pdl ostenta ottimismo. "Mi aspetto un percorso in pianura" dice il capogruppo al Senato Maurizio Gasparri. E, in effetti, è difficile pensare al contrario. Anche in considerazione del diktat di Berlusconi che, nell'ultimo ufficio di presidente del partito era stato chiaro: "A Montecitorio non voglio cambiamenti". Concetto che oggi Ignazio La Russa ribadisce, senza escludere l'ennesimo ricorso alla fiducia. Con buona pace di Gianfranco Fini e i suoi fedelissimi. Che l'Idv incalza: "Il passaggio alla Camera è l'ultima spiaggia che hanno di mostrare la loro coerenza".


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Pantaleo Gianfreda
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