Bunga Bunga

30 Ottobre 2010 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Bunga Bunga


Ormai siamo al governo del “bunga bunga”. Una parola che, al di là di riferimenti specifici, richiama qualcosa di selvaggio, oscuro, pagano, amorale, depravato, dissoluto, pervertito. impudico, osceno, sconcio, turpe. Mai un premier italiano era caduto così in basso. Nemmeno in anni bui. Ora Ruby. Dopo Noemi. Quante altre Noemi e Ruby ci saranno negli “armadi” del Cavaliere?!? Il disagio è evidente e diffuso. In tutti gli ambienti. Politici, sociali, religiosi. Persino nel giornale della Cei, sempre così prudente e sobrio.


“Noi siamo convinti – scrive l’Avvenire in un editoriale dedicato al ‘caso Ruby’ – che l’Italia e gli italiani si aspettino da chi siede al vertice delle istituzioni dello Stato la dimostrazione di sentirsi gravato oltre che di un indubbio e legittimo potere, di doveri stringenti. Sobrietà personale e decoroso rispetto di ciò che si rappresenta sono quelli minimi. E riguardano tanto il linguaggio quanto lo stile di vita”.
Durissima la presa di posizione di Famiglia Cristiana. Per il settimanale dei Paolini, Berlusconi crea un problema “politico”, ma anche un problema umano per “lo stato di malattia, qualcosa di incontrollabile”, scrive Giorgio Vecchiato. “L’ultima bufera su Berlusconi e la sua corte di ragazze sta provocando ondate di reazioni, una diversa dall’altra”, si legge, ma “fra tutte queste reazioni ne manca una che faticheremmo a definire, qualcosa che sta fra la tristezza civile e la pietà umana”. Veronica Lario “lo aveva già segnalato”, Berlusconi ha “una malattia, qualcosa di incontrollabile” ed è “incredibile che un uomo di simile livello non abbia il necessario autocontrollo. E che il suo entourage stia a guardare”.
Parole dure nel mondo cattolico ufficiale e in quello popolare.
Emma Marcegaglia, presidente della Confindustria, pronuncia parole di buon senso. Ma dure. Parole che suonano come un monito al premier: “E’ necessario ritrovare il senso delle istituzioni e il senso della dignità, altrimenti non si va avanti”. Una bordata contro l’esecutivo che fa rumore.
Il nuovo scandalo continua a prendere spazio sulle pagine dei giornali internazionali. L’indignazione è generale. Stavolta non sono solo i soliti “comunisti” o i soliti “giustizialisti” ad indignarsi. Di fronte al degrado immondo della politica berlusconiana e dei suoi accoliti l’indignazione tocca tutti gli ambienti. Dalla sinistra alla destra. Oggi si comprende meglio la stessa posizione di Fini. Che vuole, ormai, accelerare il definitivo distacco dal berlusconismo.
Siamo all’agonia del berlusconismo. Ma è questa lunga agonia che preoccupa. Più dura, più il Paese ne verrà danneggiato.
Se avesse un briciolo di dignità personale e mezzo briciolo di dignità istituzionale, Berlusconi si dimetterebbe. Ci auguriamo, almeno, che venga al più presto cacciato. Più presto se ne va o viene cacciato meglio è per tutti.
Una piccola nota finale: di fronte a questi continui scandali, di fronte al “bunga bunga”, è possibile che tanti nostri “berluschini” locali e “pii” non sentano un minimo di disagio?!?

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Pantaleo Gianfreda
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