Il Casino della Libertà

8 Maggio 2010 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Il Casino della Libertà

il_fatto4Forte, ma efficace, il titolo di questa settimana (13..5.10) de “L’Espresso”: “Il Casino della Libertà”. Per un partito, il PdL, che governa l’Italia e si definisce “Popolo delle Libertà”. Fotografa l’attuale situazione del Governo e del PdL nazionali. Inchieste. Dimissioni. Arresti. Scandali. Scontri interni. Paralisi del Governo. Leadership di Berlusconi messa pesantemente sotto accusa da Fini. Insofferenza di tanti verso il “centralismo carismatico” di un leader autoritario, populista e in perenne conflitto di interessi.

Quanti Scajola vi sono in giro?!? A quanti la “cricca” ha garantito e garantisce soldi, case, donnine, regalìe, prebende?!?

Una cosa appare evidente: in Italia, con il governo Berlusconi, è aumentata a dismisura la corruzione.

Quando le regole vengono continuamente violate… Quando il richiamo è al “popolo” e non alla Costituzione e alle sue regole… Quando si attaccano continuamente Magistratura e libertà di stampa… Quando incomincia ad emergere il lezzo nascosto nei “sottoscala” governativi… Quando lo scontro al vertice esplode pubblicamente in modo così roboante e immaginifico (il dito puntato di Fini, il volto paonazzo di Berlusconi)… Quando la politica diventa solo “apparenza” e “comunicazione” e non è “essenza”… Quando il “fare” significa solo “fare gli affari propri”… Quando avanza la marea di fango, oscenità, scandali, malaffare, che a malapena i Minzolini di turno riescono ad occultare… Quando succede tutto ciò ed altro, è chiaro che qualcosa “si è rotto”, il sistema va in fibrillazione, la Seconda Repubblica è in affanno…

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Forse il “Re è (finalmente) nudo”?!?

Quanto durerà questa nuova agonia italiana?!? Per quanto tempo l’attuale e marcio sistema di potere resisterà alle sue nudità?

Dipende dalla reazione degli italiani.

Dipende, però, molto anche dall’opposizione. Incapace ancora di ergersi interprete e paladina dell’”altra Italia”: degli onesti, di chi vive del suo lavoro, di chi “non vive” perché non ha lavoro, di chi crede nella giustizia e nella solidarietà, di chi ritiene valori irrinunciabili democrazia e Costituzione, dei giovani, di chi ama l’Italia per la sua storia e le sue bellezze…

Di chi, in definitiva, vorrebbe un “Paese normale”… senza vecchie e nuove “anomalie”…


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Pantaleo Gianfreda