Quattro comuni in uno? Gianfreda d’accordo con De Masi
6 Giugno 2010L’assessore di Collepasso accoglie con entusiasmo la proposta del sindaco di Casarano di unire quattro comuni in uno solo: vantaggi per la gestione dei costi politici e della crescita economica
Un comune unito tra Casarano, Collepasso, Matino e Parabita? Per Pantaleo Gianfreda, si può. L’assessore alla partecipazione, alle attività istituzionali, allo sviluppo economico, all’urbanistica, alle politiche sociali, alla sicurezza, alla Polizia municipale del comune di Collepasso strizza l’occhio alla proposta lanciata dal primo cittadino di Casarano, Ivan De Masi, ritenendo “suggestiva ed auspicabile” l’idea di una nuova città con circa 50mila abitanti nel Basso Salento.
Per Gianfreda la provocazione di De Masi è “felice” e lo trova “totalmente consenziente” per diversi motivi, che spaziano dall’aspetto geo-socio-economico che politico ed amministrativo: “L’idea – afferma – acquista maggiore forza in un momento in cui si ritorna a discutere, talora solo demagogicamente, su costi e riforma della politica e della pubblica amministrazione. Avere un sindaco invece che 4; 20 consiglieri, invece che 70-80; 4-6 assessori, invece che 20-24; un’unica struttura burocratica, capace di dare servizi più diffusi, moderni, qualificati, veloci ed efficienti; un’unica strategia per lo sviluppo, considerato anche le quattro aree industriali contigue; un’unica gestione del territorio, dell’urbanistica, dei servizi ed altro ancora: tutto ciò non sarebbe auspicabile, oltre che suggestivo, in un’area territoriale omogenea, che ha identici interessi ed obiettivi ed esprime attualmente quattro aggregati urbani sostanzialmente contigui?”.
Per Gianfreda, ci sono certamente tutte le condizioni e le convenienze “perché l’idea coraggiosa e lungimirante di De Masi, che da anni circola negli ambienti culturali e politici più avveduti del territorio, sia discussa e presa in seria considerazione”: “Dimostrerebbe – chiarisce – coraggio e lungimiranza da parte della classe dirigente di un’area, che, sino ad un recente passato, ha rappresentato un modello di sviluppo per l’intero Meridione e che oggi, a causa della globalizzazione e della crisi economica, rischia una pesante marginalità in tutti i settori”.
Un riferimento “forte ed autorevole” per l’intero medio-basso Salento, con un effetto-imitazione per tanti altri comuni della “frammentopoli” e delle “micropoli” salentine, che “abbatterebbe e razionalizzerebbe notevolmente i costi della politica e della pubblica amministrazione”: “Tra l’altro, va rilevato – osserva Gianfreda – come l’esperienza delle Unioni dei Comuni non abbia conseguito complessivamente gli obiettivi prefissati, compreso quello di essere ‘passaggio intermedio’ per forme più avanzate di aggregazione territoriale, e sembra aver esaurito la sua originaria forza propulsiva”.
Secondo Gianfreda, la politica e gli enti territoriali dovrebbero essere in grado di autoriformarsi dal basso, senza aspettare riforme calate dall’alto, proponendo soluzioni utili, credibili e condivise, che mirino, da un lato, a salvaguardare i basilari principi della partecipazione democratica e, dall’altro, ad imprimere maggiore slancio ed efficienza al governo di realtà territoriali sostanzialmente omogenee.