«Quattro paesi insieme per far nascere un grande comune»

5 Giugno 2010 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Casarano. Provocazione di De Masi: unirsi a Collepasso, Matino e Parabita

«Non serve il campanilismo tra Casarano e Collepasso o gli altri comuni vicini. Forse dobbiamo smetterla con l’Unione dei Comuni e pensare ad un Comune più vasto, anzi unico». Lo ha detto il sindaco, Ivan De Masi, nel suo intervento durante la cerimonia di premiazione di Michele Malerba, il ragazzo di Collepasso campione italiano di nuoto, dorso cadetti, ringraziandolo «per il lustro che hai dato a tutti noi, cioè a tutto il Salento».

Un intervento alla chetichella? Verosimilmente no. Il sindaco potrebbe aver approfittato della platea di giovani di Casarano e paesi limitrofi per «smontare» la tesi dell’Unione dei Comuni e proporre la creazione di un “Comune unico”, senza far nomi dei paesi che dovrebbero essere interessati. Ma chi conosce l'immediato hinterland casaranese sa che Casarano nella zona collinare è geograficamente unito con Matino che a sua volta forma un tutt'uno con Parabita e che questa, col “cordone” dell’ex statale 459, tramite le villette di “Sant’Eleuterio”, si «sposa» con Collepasso.

La questione è nata perché quei cittadini che sanno che in provincia ci sono 16 “Unioni” con 71 Comuni aderenti (su 97) e che traggono benefici per i contribuenti, si chiedono perché Casarano ha scelto di restare solo. Come dimostrano i dati del 2006, ben 13 delle 16 Unioni del Salento hanno ottenuto dallo Stato fondi tra 61 e 235 mila euro (30mila per le altre 3) con una media per ogni Unione di quasi 100 mila euro.

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Per il sindaco «l’Unione dei Comuni è una delle forme associative previste dal Testo Unico sugli enti Locali (Tuel) che prevede pure: le Convenzioni; i Consorzi; l’Esercizio associato di funzioni e l’Accordo di programma. Casarano già partecipa ai consorzi Ato Area Sistema (esprime il presidente) e Gal delle Serre salentine oltre ad avere in attivo delle convenzioni quali: Pit9, Area Vasta e Piano Sociale di zona, organismi di cui è capofila».

Quindi, Casarano preferisce altre strade? «Le esperienze passate – risponde il sindaco – non sono state tutte positive. Spesso dopo il primo finanziamento non riescono ad andare oltre con cittadini ed amministratori che hanno paura di perdere la propria identità ed emerge un eccesso di campanilismo. Spesso, invece di generare risparmi di spesa, le funzioni si duplicano e il personale aumenta in maniera eccessiva e non sempre modifica significativamente la vita dei cittadini mentre i servizi non migliorano né in quantità né in qualità». Allora Casarano rimane sulla sua strada? «Ritengo – conclude – che la risposta più positiva possa giungere proprio da un organismo sovraterritoriale come Area Vasta o come il Piano sociale di zona».


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Pantaleo Gianfreda