Asolto panettiere: era accusato di minacce sul lavoro
13 Luglio 2010Assolto perché il fatto non sussiste. Sotto i riflettori della Procura un caso che si prefigurava tempestato da soprusi sul lavoro. Ma il giudice di Galatina ha prosciolto Tomaso Sindaco di Collepasso
Assolto con formula piena, perché il fatto non sussiste. Sotto i riflettori della Procura, un caso che si prefigurava, secondo quanto evidenziato all’epoca, tempestato da soprusi sul lavoro, ma anche di minacce, fatti che però non sarebbero avvenuti, stando a quanto emerso nel corso del dibattimento. Ovvero, nessuna costrizione sul lavoro, e per questo Tomaso Sindaco, panettiere di Collepasso, oggi 34enne, è stato prosciolto, con sentenza emessa ieri pomeriggio presso il tribunale di Galatina, dal giudice Domenico Greco. Ed era stato lo stesso pm a sollecitare l’assoluzione di Sindaco, la cui vicenda giudiziaria è piuttosto datata. L’uomo, il 31 gennaio del 2005, fu raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip Enzo Taurino, su richiesta dell’allora pm Carolina Elia. Sulla scorta d’indagini dei carabinieri, fu accusato, in qualità di co-gestore di un panificio, con il padre, Vincenzo Sindaco, di aver costretto un suo dipendente (che non s’è costituto parte civile) a tollerare condizioni di lavoro umilianti e stressanti. Tutto questo, evidenziarono le indagini, con minacce di morte o comunque di danni alla sua incolumità fisica.
Il giovane Sindaco rimase in carcere sino al 24 febbraio del 2005, e quindi agli arresti domiciliari per altri due mesi circa. Dopo il rinvioa giudizio, il processo si è celebrato a Galatina, durante il quale è stata accolta la tesi difensiva degli avvocati Rocco Rizzello e Paolo Cantelmo, i quali avrebbero dimostrato l’inconsistenza delle accuse. L’imputato, che s’è sempre proclamato innocente, ed i suoi familiari, presenti in aula al momento della lettura della sentenza, hanno espresso ampia soddisfazione per un incubo che sembra ormai chiuso. Le motivazioni che chiudono un caso che all’epoca destò un certo scalpore mediatico, saranno depositate entro sessanta giorni.