Colosso estero compra Italgest Photovoltaic. De Masi punta all’estero
9 Dicembre 2010Spread the love
Il colosso mondiale del fotovoltaico ha comprato l’intero comparto solare dalla Italgest e si prepara a triplicarne impianti e giro di affari nel campo dell’energia rinnovabili
La società di Casarano fondata nel 1991 da Paride De Masi è stata acquisita al cento per cento dalla Gsf Capital, uno dei più grandi fondi d’investimento internazionali operanti nel settore delle energie rinnovabili.
Gsf che opera investimenti nell’energia pulita per la Banca cinese e i principali istituti di credito europei aveva iniziato la sua collaborazione con Italgest già nel 2008. Con l’azienda di Casarano avviò una joint venture partecipando al 50 per cento degli investimenti sul fotovoltaico.
La svolta negli ultimi due mesi. Quando Paride De Masi, critico nei confronti della lentezza e dell’ostruzionismo delle amministrazioni locali per l’avvio dei nuovi e rilevanti progetti di sviluppo dell’energia rinnovabile in Puglia decise, lo scorso ottobre di delocalizzare i suoi investimenti all’estero. Spagna e Egitto soprattutto.
Contemporaneamente una pioggia di yuan cinesi venivano affidati alla Gsf per investimenti in Europa sulle energie rinnovabili. La China Development Bank ha messo sul piatto un miliardo e 800mila euro, un terzo dei quali da destinare al mercato italiano. Anche se il costo dell’operazione di acquisizione dell’intero pacchetto azionario di Italgest Photovoltaic è riservato. I 600 milioni di euro arrivati dalla Cina dovrebbero essere piombati quasi per intero sul Salento. Nelle casse di ciò che resta della Italgest che sposterà oltre i confini italiani l’intera somma. All’operazione partecipano anche alcune delle principali banche italiane, dalla Unicredit alla Monte Paschi di Siena.
L’investimento pugliese – spiega Alberto Aragones, investment director di Gsf Capital – è centrale nelle strategie dell’impresa, che ha scelto di puntare sull’Italia come mercato principale per i propri investimenti e ha istituito qui la sua sede mondiale.
Nel Meridione sono infatti attivi oggi investimenti da 600 milioni di euro, la stragrande maggioranza dei quali in Puglia, dove la società sta già costruendo impianti fotovoltaici per la produzione di oltre 70 megawatt.
Nel 2011 Gsf Capital investirà un miliardo di euro in Puglia con l’obiettivo di aumentare la produzione Italgest dagli attuali 65 a 150 megawatt. Uno sforzo che dal punto di vista della forza lavoro dovrebbe portare, secondo le previsioni del fondo d’investimenti, a triplicare la forza lavoro nel giro del prossimo triennio. Dagli attuali 500 dipendenti Italgest in Italia si dovrebbe passare a millecinquecento.
«L’operazione – conferma il numero uno di Italgest Paride De Masi – rientra nel quadro delle dismissioni attivate da Italgest che dopo il 31 dicembre favorirà le iniziative all’estero. Nell’ambito di questa strategia rientra la totale cessione a Gsf delle iniziative fotovoltaiche in corso di realizzane in Puglia».
Il fiore all’occhiello di questo pacchetto di investimenti in rampa di lancio è senz’altro quello legato al Petrolchimico di Brindisi. Nella centrale Federico II di Brindisi sta per sorgere il più grande impianto fotovoltaico d’Italia e uno dei più grandi d’Europa. Un altro importante parco ad energia solare in dirittura d’arrivo è quello di Tuturano, mentre investimenti più piccoli e diffusi stanno per partire in tutta la provincia di Lecce.
«L’obiettivo di GSF – spiega Aragones – è sviluppare, costruire e gestire impianti alimentati da fonti rinnovabili e di farlo in particolare in Puglia. Vogliamo costruire centrali che permettano uno sviluppo sostenibile del mercato della produzione e distribuzione dell’energia elettrica, ed entrare cosi nella top ten italiana del fotovoltaico».
Grazie all’investimento del fondo internazionale la Puglia è destinata a confermare la sua leadership italiana nella produzione di energia verde. Nel 2010 sono stati 1.400 i megawatt prodotti dalle centrali eoliche e quasi mille quelli che si devono ai panelli solari.
Ma, a discapito di questo primato, Paride De Masi, uno dei primi imprenditori pugliesi a puntare con decisione sul settore dell’energia pulita, ha deciso di abbandonare la regione e delocalizzare oltre confine le sue attività. «Purtroppo – accusa l’imprenditore salentino – assistiamo ad un ritardo complessivo delle istituzioni nei confronti dì un settore industriale che per 5 anni ha attivato 5 miliardi di euro di investimento in Puglia e 30mila posti di lavoro». De Masi che è anche responsabile per Confindustria delle energie alternative si augura uno scatto in avanti dell’intero comparto pugliese: «Speriamo – dice – che la legge di adeguamento alle nuove linee guida nazionali possa continuare ad attivare altrettanti investimenti e far rimanere la Puglia in vetta alla classifica nazionale di produzione delle energie rinnovabili. Mi auguro che anche nei prossimi anni si possano sviluppare iniziative simili a quelle che hanno portato la Puglia a ottenere questo invidiabile primato».
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