Amplificazioni e strumentalizzazioni dei soliti su un rinvio a giudizio

7 Aprile 2010 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Nell’udienza di martedì 6 aprile il Gup Lariccia ha disposto il mio rinvio a giudizio per presunte diffamazioni nei confronti dei consiglieri Felline e Nuzzo. L’udienza si terrà il 17 giugno presso il Tribunale di Gallipoli. In quell’occasione sarà discussa e dimostrata l’infondatezza dell’accusa. La ghiotta occasione ha offerto, però, ai due noti agitprop, garantisti “a fasi e persone alterne”, noti per le loro costanti provocazioni contro di me e per essersi macchiati di palesi illegalità e “incatenamenti” in occasione delle tristi e vergognose giornate del 21-22-23 aprile 2007, di imbastire una squallida campagna mediatica "informativa" finalizzata chiaramente a screditare la mia persona e l'Amministrazione. Di seguito il testo integrale del comunicato da me inviato alla stampa

Prendo atto che un semplice – e, per certi versi, doveroso – mio rinvio a giudizio (non condanna!) da parte del gup Lariccia, al fine di accertare la fondatezza di alcuni fatti, assume uno spropositato rilievo su giornali e siti internet.

In questa ricercata amplificazione mediatica appare evidente lo squallido e persistente intento dei consiglieri comunali di opposizione Felline e Nuzzo di screditare l’immagine e l’impegno dell’Amministrazione, in particolare miei personali.

Con tali mezzucci mediatici, i due agitprop, nonché garantisti “a fasi e persone alterne”, tentano di coprire il loro vuoto politico e amministrativo, occultare pesanti responsabilità politiche, morali e penali in merito ai gravissimi episodi di cui si resero protagonisti con altri nelle vergognose giornate del 21-22-23 aprile 2007, sì da meritare, a futura memoria, una “medaglia all’illegalità”. Inoltre, qualche “cavalier servente” intende oggi far dimenticare note e sciocche subalternità a discussi personaggi locali in perenne contenzioso con l’Amministrazione e costantemente censurati (per ben 6-7 volte) dalla Magistratura, che ha sempre riconosciuto la correttezza dell’azione amministrativa. O far dimenticare le menzogne e il terrorismo diffusi in merito all’installazione di due innocue antennine Umts, che, secondo quanto scrivevano costoro, avrebbero provocato ai cittadini, tra gli altri ipotetici e nefasti effetti, anche “difficoltà nell’elaborazione del pensiero”.

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Coerentemente con il loro particolare ed esibito (in altre occasioni) “garantismo” (applicabile solo a sé e agli amici) e la loro collocazione politica, i due avrebbero potuto attendere almeno una sentenza di 1° grado prima di far rullare i loro tam-tam mediatici a danno della mia immagine e del mio buon nome, considerato che, a differenza di qualche consigliere di opposizione già condannato per diffamazione nei miei confronti, nessun Tribunale ha sinora emesso a mio riguardo alcuna sentenza di condanna per diffamazione o altro reato.

Attendo, pertanto, fiducioso il dibattimento, nel corso del quale sarà dimostrata l’assenza di diffamazione da parte mia, avendo esercitato, da un lato, il mio dovere all’informazione e, dall’altro, il mio diritto all’analisi, alla critica e anche all’ironia politiche a fronte di costanti provocazioni, calunnie e diffamazioni nei miei confronti da parte di astiosi e rabbiosi politicanti collepassesi.

A tal proposito, però, sento il dovere di rilevare il comportamento della Procura di Lecce in merito a diverse vicende relative a illegalità politico-amministrative e di ordine pubblico che riguardano la comunità di Collepasso.

Non è strano che tale Procura continui ad ignorare fatti e circostanze gravissimi avvenuti in questi anni e da me denunciati nella mia veste di pubblico amministratore? Non è strano che reati pesantissimi vengano archiviati ed episodi insignificanti perseguiti? Non è strano che chi, nell’esercizio delle sue funzioni amministrative, si batte per la legalità e denuncia illegalità venga guardato con fastidio e diffidenza e persino fatto oggetto di indagini e chi, invece, viola la legge e commette continue illegalità venga favorito e “archiviato”? Non è strano, anche in riferimento ai due consiglieri, che miei circostanziati esposti per loro diffamazioni e calunnie vengano superficialmente archiviati e, invece, altri contro di me vadano avanti? Che modo di amministrare la giustizia è mai questo?!? Forse che i cittadini non sono uguali di fronte alla legge o la Procura di Lecce usa “due pesi e due misure”? O bisogna dar credito a chi, come il Presidente del Consiglio, insiste nell’accusare la Magistratura di essere politicizzata e poco credibile?

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Il modo con il quale la Procura di Lecce ha affrontato gravi vicende collepassesi va doverosamente e serenamente rilevato e contribuisce, purtroppo, a far diminuire la fiducia nella Magistratura anche in chi, come me, ha avuto sempre fiducia verso la Giustizia e considerazione e stima verso la Magistratura.

Al momento, rimane inalterata la fiducia nella Giustizia e mi adopererò nelle sedi opportune per far emergere la verità.


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Pantaleo Gianfreda