Un intero paese sotto choc. «Lavoratore serio e onesto»
7 Agosto 2010La comunità collepassese incredula e sconvolta per la tragica morte del 38enne Giuseppe Pietrucci Romano, autotrasportatore, che ha perso la vita sull’A14, tra Pesaro e Cattolica. Il sindaco: «Ancora una volta la strada ci sottrae una giovane vittima». Un mesto via vai di parenti e conoscenti dall’abitazione paterna. I vicini di casa ripensano all’infanzia trascorsa insieme a giocare. E’ stato sospeso e rinviato a data da destinarsi il Memorial «Maurizio Romano e Daniele Bray». Il magistrato inquirente della Procura di Pesaro-Urbino ha disposto per martedì prossimo l’esame autoptico. Solo dopo la salma potrà rientrare a Collepasso. Probabilmente, i funerali mercoledì 11 agosto.
Da ieri mattina, da quando la notizia ha iniziato a circolare passando di bocca in bocca, il paese è sotto choc. Intanto perché a morire è stato un giovane; poi, per le notizie frammentarie sulla drammaticità dell’incidente che ha colpito Giuseppe Romano-Petrucci, avvenuto mentre stava lavorando. Giuseppe, sposato da circa tre anni con Sabrina Vizzino, non era su una delle tante auto che affollano la rete autostradale in agosto per un periodo di vacanza ma alla guida di un Tir per svolgere il suo onesto lavoro di autotrasportatore. Un’attività avviata nel segno della continuità col lavoro svolto per tanti anni dal padre Rocco, il quale, ora, insieme alla moglie, è nello sconforto più assoluto, come lo sono il fratello Salvatore e la sorella Annalisa.
Esprime la commozione e i sentimenti che si respirano in tutto il paese il sindaco, Vito Perrone, il quale, col nodo in gola, ha affermato che «ancora una volta, purtroppo in agosto, la strada ci sottrae una giovane vita. Una circostanza che sta lasciando il segno in tutta la comunità perché ci troviamo di fronte ad episodi che stanno accadendo troppo spesso. Questa volta – ha proseguito il sindaco – perdiamo un giovane lavoratore, figlio di una famiglia di autotrasportatori, persona dedita al lavoro, un lavoratore serio ed onesto. In paese quasi tutti conoscevano Giuseppe e lo conoscevano come persona perbene».
Il primo atto concreto in segno di lutto è stata la sospensione e il rinvio ad altra data del motoraduno in programma per oggi: il Memorial “Maurizio Romano e Daniele Bray”, due ragazzi del posto scomparsi in seguito ad incidenti stradali.
Ieri pomeriggio è iniziato, intanto, il mesto via vai di parenti, amici, vicini e semplici conoscenti, i quali, già solo sostando in via Reggio Calabria, sull’uscio della casa del padre, intendono manifestare vicinanza e solidarietà per la disgrazia consumatasi a quasi 700 chilometri di distanza e, purtroppo, quasi sotto gli occhi del fratello Salvatore che con un altro autoarticolato lo precedeva, e di Nico D’Autilia, un altro compaesano e collega (oltre che parente) sopraggiunto un’ora dopo il terribile impatto.
Antonio Tramacere, un giovane che abita di fronte alla casa della famiglia, non riesce a dire che poche parole: «sono sconvolto, siamo cresciuti insieme, abbiamo giocato insieme. Non è facile accettare questa realtà».
Passando agli obblighi di legge, è da dire che il magistrato inquirente della Procura di Pesaro-Urbino ha disposto che venga eseguita l’autopsia per via della dinamica dell’incidente che, a quanto è dato sapere, sta risultando parecchio difficile da ricostruire e presenta diversi lati che hanno dell’inverosimile: un susseguirsi di circostanze tutte sfavorevoli. L’esame autoptico è stato fissato per martedì mattina e questo non farà altro che allungare la sofferenza per i familiari che si sono recati nelle Marche e per quanti sono rimasti a Collepasso.
Nulla di certo, dunque, per la data di rientro della salma a Collepasso. Si parla, ma è solo un’ipotesi, di mercoledì prossimo, e qualcuno azzarda già la celebrazione dei funerali nel pomeriggio, nella Chiesa “Cristo Re dell’Universo” proprio di fronte all’abitazione della famiglia di Giuseppe, lungo la strada per Casarano.
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Articolo di prima pagina de "La Gazzetta del Mezzogiorno" (cronaca di Lecce) sulla dinamica dell'incidente
Autotrasportatore falciato e ucciso da un’auto
Giuseppe Romano Petrucci, di Collepasso, è morto sul colpo. Il fratello Salvatore ha assistito alla scena: era a bordo di un altro mezzo pesante
Una fatalità, un sorpasso azzardato e una dose di imprudenza dettata forse dalla concitazione del momento. Un cocktail di eventi sfortunati ha causato giovedì sera un pauroso incidente sull’autostrada Bologna-Taranto, all’altezza di Gradara, tra Cattolica e Pesaro. Hanno perso la vita due salentini: Giuseppe Romano Petrucci, 38enne di Collepasso, e Maurizio Buccoliero, 37 anni di Sava. Entrambi autotrasportatori sono morti sul colpo mentre lavoravano. Altre due persone sono ferite gravemente. Il fratello di Giuseppe, Salvatore, ha assistito alla scena: precedeva di qualche metro il fratello a bordo di un altro mezzo pesante.
PRIMO IMPATTO – Intorno alle 21.40 un’auto che procedeva in direzione sud ha improvvisamente rallentato per fermarsi in una piazzola di sosta, causando un primo tamponamento ed una serie di reazioni a catena dall’esito drammatico. Il tir di Buccoliero l’ha urtata prima di deviare leggermente sulla sinistra, verso la corsia di sorpasso. Proprio mentre il «bisonte» condotto da Petrucci aveva affiancato l’autoarticolato per sorpassarlo. Il secondo urto ha costretto il tir guidato dal leccese ad invadere la carreggiata opposta, addirittura scavalcando lo spartitraffico centrale. In un primo mo che ha travolto il lavoratore tarantino: tra essi un uomo di Manfredonia di 46 anni. Sono stati trasportati all’ospedale San Salvatore di Pesaro.
SOCCORSI – Sul posto sono intervenuti gli agenti della Stradale di Fano, gli operatori della Direzione VII Tronco di Pescara, i sanitari del 118 ed i vigili del fuoco, che hanno dovuto lavorare parecchio per estrarre i corpi dei feriti. In ospedale, tenuti sotto osservazione, sono stati ricoverati anche i due coniugi baresi, entrambi sotto choc, che hanno centrato Petrucci. Il traffico è stato a lungo interrotto dagli agenti, che hanno deviato i flussi sulla Statale 16.