“Cattive. Cento anni di cronaca nera al femminile in Italia” di M.V. Giannotti

9 Settembre 2011 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Sabato 10 settembre, ore 19.30, Largo Municipio. Presente l’autrice

 
L’Associazione Cantieri Ideali organizza per sabato 10 settembre, alle ore 19.30, nello spazio antistante il Palazzo Municipale, la presentazione del libro “Cattive. Cento anni di cronaca nera al femminile in Italia” di Maria Vittoria Giannotti.
Interverranno Antonio De Matteis, giornalista de “La Gazzetta del Mezzogiorno”, e Franca Capoti, docente di Storia e Filosofia presso il Liceo Scientifico di Casarano.
Conclude Maria Vittoria Giannotti, autrice del libro.
Maria Vittoria Giannotti vive a Firenze dove è nata 37 anni fa. Giornalista professionista, lavora presso la redazione di «Metropoli Day» e collabora con l’Unità e la Stampa. “Cattive”, edito da Olimpia, è il suo primo libro. Il volume, una raccolta di casi di omicidi al femminile, è stato recensito sui principali quotidiani e settimanali italiani.
L’autrice, in questi giorni, è nel Salento per un breve periodo di ferie.
 
Di seguito una recensione del libro
 
Maria Vittoria Giannotti, giornalista di cronaca nera, compila un repertorio pregevole e accurato di donne criminali italiane del Novecento. Spiccano i nomi di Maria Oggioni Tiepolo, Maria Dolfi, Leonarda Cianciulli, Rina Fort, Pia Bellentani, Doretta Graneris, Franca Bauso, Grazia Fichera, Rosalia Quartararo, Milena Quaglini, Gigliola Guerinoni, Maria Luigia Redoli e la contemporanea Erika De Nardo. I racconti sono scritti in presa diretta con stile piacevole e chiaro, l’autrice non esagera con particolari minuziosi e ricostruzioni storiche, ma fornisce al lettore la cronaca dell’evento, il fatto giornalistico senza cedere mai a tentazioni romanzesche. Le storie narrate sono molto efferate e le protagoniste vengono spesso sorprese dai loro stessi delitti che non sempre hanno una spiegazione razionale. La donna killer uccide con motivazioni diverse dall’uomo e soprattutto attira maggiormente l’attenzione del pubblico che si sorprende quando un delitto è compiuto da mani femminili. Le donne di questo libro sono vittime e carnefici, uccidono tra le mura familiari e spesso trovano protezione all’interno dello stesso nucleo parentale. Le storie narrate parlano di violenza, incomprensione, infanzie violate, genitori che non comprendono, sogni infranti, amori forti e frustrazioni. La provincia ha un ruolo negativo nella tipologia dei delitti femminili, così come riveste interesse nei crimini in famiglia. La maggior parte degli episodi criminali incomprensibili avvengono lontani dai grandi centri abitati, perché nella nostra realtà spesso la vita di provincia produce frustrazione, senso di inadeguatezza e difficoltà a superare le aspirazioni tradite. Nel volume troviamo anche molti delitti commessi per calcolo, interesse, ricatto, voglia di protagonismo e di evasione, giochi perversi e satanismo. La donna uccide spesso con il veleno e con il coltello, raramente usa la pistola, ancora più difficilmente l’arma bianca e le mani nude. L’autrice affronta con delicatezza una serie di storie terribili, ricostruisce i fatti secondo le cronache d’epoca, non dà giudizi di merito, ma si limita a presentare ventisette figure di cattive prese dalla nostra storia criminale. Un buon libro, documentato, scrupoloso nelle ricostruzioni storiche e piacevole come lettura. Piacerà agli amanti delle storie del brivido, della cronaca nera e della criminologia.

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Pantaleo Gianfreda
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