“Come salvare le feste patronali la cui ricorrenza cade di giorno feriale?”
7 Dicembre 2011Spread the love
Se ne è parlato in un convegno svoltosi a Collepasso sabato 3 dicembre
Se non si correrà ai ripari, come ha suggerito il convegno svoltosi a Collepasso, le feste patronali (almeno per l’aspetto civile) che dovranno slittare, a partire da quella di Sant’Oronzo, patrono di Lecce, alla domenica successiva sono quasi tutte.
Verranno celebrate, quindi, con un ritardo che varia da uno a sei giorni sulla data in cui ricorre la festività religiosa e per questo ogni paese onorerà il “suo” santo (con addobbi, musiche, fuochi pirotecnici e quant’altro) nel giorno “assegnato” dalla chiesa, secondo il calendario liturgico soltanto una volta su sette giorni: quando cadrà di domenica. In provincia sono, infatti, soltanto in una quindicina di comuni dove per tradizione (a volte centenaria) o per scelta dei comitati la festa patronale si svolge ormai da tempo di domenica.
Perciò, l’”obbligo”, per legge, di celebrare la festa patronale di domenica non toccherà i comuni di: Acquarica del Capo (San Carlo Borromeo, la prima domenica dopo il 4 novembre), Aradeo (San Nicola, seconda domenica di maggio), Arnesano (Santissimo Crocifisso, prima domenica di luglio), Cannole (San Vincenzo, ultima domenica di luglio), Casarano (San Giovanni Elemosiniere, terza domenica di maggio), Castro (Maria SS Annunziata, prima domenica dopo Pasqua), Lequile (San Vito, ultima domenica di giugno), Melissano (Sant’Antonio da Padova, prima domenica di settembre), Monteroni (Sant’Antonio da Padova, prima domenica di agosto), Parabita (Madonna della Coltura, ultima domenica di maggio), Racale (San Sebastiano, ultima domenica di maggio), Salice Salentino (San Francesco d’Assisi, seconda domenica di ottobre), San Cesario (San Cesario, quarta domenica di luglio), San Pietro in Lama (San Pietro, terza domenica di luglio). Per salvare la ricorrenza della festa patronale vedremo, dunque, come si muoveranno le Amministrazioni comunali e la stessa Federazione dei comitati feste patronali che stima l’attuale volume di affari per la sola Puglia in circa 6 miliardi di euro e circa 600 mila giornate lavorative.
“Come salvare le feste patronali la cui ricorrenza cade di giorno feriale?” A questa che sostanzialmente era la domanda nascosta del convegno promosso dalla “Federazione regionale dei comitati feste patronali” e dal Comitato festa patronale di Collepasso, ha risposto senza giri di parole il presidente della Federazione, Francesco Nicassio, che ha indicato “la strada della disobbedienza civile”. In altre parole ha “autorizzato” lo svolgimento delle feste, quasi facendo finta di niente “perché – ha notato – la norma è sprovvista di sanzioni, quindi legge imperfetta.
La sanzione – ha argomentato – è un momento essenziale che caratterizza la norma giuridica ed una norma senza sanzione non è norma giuridica”. In pratica, se si svolgesse la festa in violazione del comma 24 dell’articolo 1 della legge 148/2011 si concretizzerebbe un reato commesso dalla collettività. Insomma, se vogliamo è una norma che “viola – è stato sottolineato – il rispetto dei sentimenti religiosi e delle tradizioni oltre a violare il diritto costituzionale di professare liberamente la propria fede religiosa che non può essere causa di speciali limitazioni legislative, come recita l’articolo 20 della Costituzione”.
Ma senza dar vita ad una prova di forza ci sono almeno due strade da seguire: una l’inoltro di una petizione popolare al Parlamento per aggiungere alla norma la frase “la festività del Santo patrono sul territorio comunale non è considerata giornata festiva ai fini lavorativi” e l’altra procedere all’approvazione di una delibera del Consiglio comunale che sottolinei che “si tratta di attività adeguatamente svolta dall’autonoma iniziativa dei cittadini e che la festività viene celebrata secondo il calendario liturgico e che non sarà festività ai fini lavorativi”.
Ecco servito l’escamotage per “salvare” le feste patronali che nella quasi totalità dei comuni si tengono seguendo il calendario liturgico. Al convegno erano presenti i rappresentati di oltre una trentina di Comitati di feste patronali dal nord al sud Salento ma anche operatori del settore.
Spread the love