Costretta a scambi di coppia per vent’anni, a giudizio il marito
29 Settembre 2011Spread the love
Un uomo di Collepasso dovrà difendersi dall’accusa di maltrattamenti in famiglia
E’ stato rinviato a giudizio dal gup Alcide Maritati un uomo di Collepasso che avrebbe costretto per vent’anni la moglie a scambi di coppia nella loro camera da letto.
Il prossimo 5 dicembre l’imputato di Collepasso, difeso dall’avvocato Francesco Maggiore, dovrà difendersi dall’accusa di maltrattamenti in famiglia dinanzi al Tribunale. Inizialmente il reato ipotizzato nei confronti dell’indagato era quello di riduzione in schiavitù, successivamente derubricato in maltrattamenti. Nella querela sporta attraverso l’avvocato Stefania Mercaldi, infatti, la presunta vittima aveva riferito non solo di essere stata offesa e picchiata dal consorte, tanto da rendere necessario il ricorso a cure mediche (ci sono più referti che confermerebbero la presenza di lesioni procurate dall’uomo) ma di essere stata anche costretta a scambi. Gli incontri a luci rosse sono rimasti immortalati dalle telecamere piazzate dallo stesso marito nella stanza.
Dopo la denuncia il pm Angela Rotondano, titolare del fascicolo, aveva affidato all’ingegnere Luigina Quarta la perizia sui computer della coppia, per estrapolare ed esaminare i filmati osè, alcuni dei quali sarebbero approdati anche in siti internet. Ma dai video hard non sarebbe emersa alcuna costrizione della donna nell’avere rapporti sessuali con sconosciuti che, a detta del marito, sarebbero stati contattati di comune accordo consultando annunci sui giornali. L’indagato si è sempre proclamato innocente, spiegando che il motivo della querela sarebbe stato l’innamoramento della moglie di un altro uomo, proprio uno di quei partner incontrati sotto il tetto coniugale, e per il quale avrebbe richiesto la separazione (al momento in corso). Ma non è stata dello stesso avviso la presunta vittima che con il proprio legale si è opposta alla decisione del sostituto procuratore di archiviare il reato di riduzione in schiavitù. Al riguardo è stata fissata un’udienza per il prossimo 14 ottobre, nel corso della quale il gup potrebbe accogliere l’istanza del pm o al contrario disporre l’imputazione coatta.
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