“Non ci fu diffamazione”: cadono nel vuoto le accuse di Felline e Nuzzo

13 Maggio 2011 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Sentenza del Tribunale di Gallipoli nell’udienza di giovedì 12 maggio

 
Si è tenuta ieri, giovedì 12 maggio, presso il Tribunale di Gallipoli, l’udienza per le accuse di diffamazione e ingiurie a mezzo stampa rivoltemi dai consiglieri comunali di opposizione Luigi Felline e Roberto Nuzzo.
Il Giudice ha sentenziato che il fatto non sussiste ritenendo legittimi i miei scritti e i miei comportamenti.
All’epoca del mio rinvio a giudizio, i due soggetti furono solerti nell’informare doviziosamente le redazioni di giornali, televisioni locali e siti internet della notizia. Oggi tacciono, nonostante qualche imprudente ed interessato “preallarme” alla stampa e nonostante che uno dei due si fosse premurato ed impegnato, nel febbraio scorso (all’epoca del rinvio della prima udienza), tramite facebook, a tenere “tempestivamente aggiornati sull’esito della vicenda” gli “amici”, tacciando, all’epoca, come “misero tentativo di rinviare l’udienza a dopo il voto amministrativo” l’aggiornamento dell’udienza e aggiungendo maldestramente: “Sarà perché, forse, l’imputato Pantaleo Gianfreda ha il timore di quale possa essere l’esito della sentenza!?”.
L’esito del giudizio e la relativa sentenza di assoluzione sono le migliori risposte…
 
Di seguito il testo integrale del mio comunicato alla stampa
 
Nell’udienza di ieri, giovedì 12 maggio, il Giudice del Tribunale di Gallipoli mi ha assolto dall’accusa di diffamazione ed ingiurie a mezzo stampa, rivoltemi dai consiglieri comunali di opposizione Luigi Felline e Roberto Nuzzo. Il Giudice ha sentenziato che “il fatto non sussiste”.
E’ pateticamente fallito il tentativo dei due consiglieri di “fare il botto finale” in questa campagna elettorale e, soprattutto, di screditare, come hanno sempre cercato di fare in questi anni, la mia immagine e il mio impegno amministrativo con iniziative e metodi poco ortodossi e certamente non politici.
Il Giudice non ha rilevato nei miei scritti alcuna diffamazione o ingiuria, ma solo il legittimo diritto di critica politica e di esposizione veritiera dei fatti, seppur “conditi” da legittima ironia.
La mia passione politica e il mio impegno amministrativo sono stati e sono sempre scevri da finalità diffamatorie o ingiuriose, ma sempre rispettosi della verità e animati da una sana e leale denuncia delle incoerenze e delle “cattive azioni” politiche.
All’epoca del mio rinvio a giudizio, i due soggetti furono solerti nell’informare doviziosamente le redazioni di giornali, televisioni locali e siti internet della notizia. Rilevo che altrettanto solerzia i due non hanno dimostrato nel comunicare l’esito della sentenza, nonostante alcuni imprudenti “preallarmi” mediatici e sicumere.
All’epoca del rinvio a giudizio, scrivevo in una nota stampa:
“Con tali mezzucci mediatici, i due agitprop, nonché garantisti ‘a fasi e persone alterne’, tentano di coprire il loro vuoto politico e amministrativo, occultare pesanti responsabilità politiche, morali e penali in merito ai gravissimi episodi di cui si resero protagonisti con altri nelle vergognose giornate del 21-22-23 aprile 2007, sì da meritare, a futura memoria, una ‘medaglia all’illegalità’. Inoltre, qualche ‘cavalier servente’ intende oggi far dimenticare note e sciocche subalternità a discussi personaggi locali in perenne contenzioso con l’Amministrazione e costantemente censurati (per ben 6-7 volte) dalla Magistratura, che ha sempre riconosciuto la correttezza dell’azione amministrativa. O far dimenticare le menzogne e il terrorismo diffusi in merito all’installazione di due innocue antennine Umts, che, secondo quanto scrivevano costoro, avrebbero provocato ai cittadini, tra gli altri ipotetici e nefasti effetti, anche ‘difficoltà nell’elaborazione del pensiero’. Coerentemente con il loro particolare ed esibito (in altre occasioni) ‘garantismo’ (applicabile solo a sé e agli amici) e la loro collocazione politica, i due avrebbero potuto attendere almeno una sentenza di 1° grado prima di far rullare i loro tam-tam mediatici a danno della mia immagine e del mio buon nome, considerato che, a differenza di qualche consigliere di opposizione già condannato per diffamazione nei miei confronti, nessun Tribunale ha sinora emesso a mio riguardo alcuna sentenza di condanna per diffamazione o altro reato. Attendo, pertanto, fiducioso il dibattimento, nel corso del quale sarà dimostrata l’assenza di diffamazione da parte mia, avendo esercitato, da un lato, il mio dovere all’informazione e, dall’altro, il mio diritto all’analisi, alla critica e anche all’ironia politiche a fronte di costanti provocazioni, calunnie e diffamazioni nei miei confronti da parte di astiosi e rabbiosi politicanti collepassesi”.
Avendo avuto fiducia e ottenuto giustizia, confermo quanto scrissi all’epoca.
Mi auguro, altresì, che la vita politica e amministrativa di Collepasso, così come sta avvenendo in questa campagna elettorale, si avvii verso una sana competizione politica e un corretto confronto di idee.

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Pantaleo Gianfreda
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