“Regalo” 2011: il Governo sottrae 161.682,12 € a Collepasso
4 Gennaio 2011Spread the love
A tanto ammonta la riduzione dei trasferimenti statali al Comune di Collepasso per il 2011, dopo le decisioni del Governo Berlusconi-Tremonti che mettono in ginocchio Comuni ed Autonomie locali. Per i Comuni italiani sopra i 5.000 abitanti, le riduzioni sono pesantissime: 1,5 miliardi di euro. Oltre ai tagli a Regioni e Province. In totale i pugliesi dovranno rinunciare a 432 milioni di euro, suddivisi in 302 milioni tagliati alla Regione, 29 milioni alle Province (più di 6 milioni solo a quella di Lecce) e 101milioni ai Comuni superiori a 5 mila abitanti, 57 dei quali nella nostra provincia. Il Comune di Lecce avrà minori introiti statali per quasi 3 milioni di euro.
Meno € 161.682,12 (centosessantunomilaseicentottantadue euro e dodici centesimi) per il Comune di Collepasso per il 2011… Ma anche, per citare i due Comuni della provincia di Lecce che aprono e chiudono l’elenco dei tagli subiti dal Governo, meno € 2.976.998,84 per Lecce e meno € 49.374,95 per Porto Cesareo. Tutti penalizzati dai tagli “lineari” e indiscriminati decisi dal Governo Berlusconi-Tremonti a danno dei Comuni e delle Autonomie locali.
Per fare ulteriori esempi di Comuni a noi vicini, Neviano subirà una decurtazione di € 157.281,74; Parabita di € 192.828,66; Matino di € 292.762,34; Cutrofiano di € 199.711,55; Casarano di € 515.201,16, ecc. ecc.
Una situazione, come si vede, pesantissima per i già difficili bilanci comunali.
È un 2011 durissimo quello che il Governo Berlusconi “regala” agli Enti locali e, a cascata, alle già precarie tasche dei cittadini.
La misura dei tagli dei trasferimenti statali è ormai chiara, quello che ancora i cittadini pugliesi e salentini non sanno è quanto peserà sulle loro tasche la follia tremontiana.
Tagli per il 2011 ai trasferimenti statali ai Comuni italiani (sopra i 5.000 abitanti) di 1,5 miliardi di euro.
Il contributo chiesto ai Comuni Italiani per il rispetto del patto di stabilità 2011 è di 1,8 miliardi di euro.
In totale i pugliesi dovranno rinunciare a 432 milioni di euro, suddivisi in 302 milioni tagliati alla Regione (che per effetto delle leggi cosiddette Bassanini ricadranno a cascata sugli Enti locali), 29 milioni alle Province (più di 6 milioni solo a quella di Lecce) e 101 milioni ai Comuni superiori a 5 mila abitanti, 57 dei quali nella nostra provincia.
Ma, in realtà, il conto per i Comuni sarà ancora più salato, perché ai tagli diretti si aggiungerà la riduzione dei contributi, per i costi dei servizi al cittadino, cui saranno costretti gli altri Enti (Regioni e Province).
La scelta della logica dei tagli lineari provoca un taglio fisso ai Comuni (sia virtuosi che spreconi) del 11,2% dei trasferimenti. Ma il problema più grande è che i Comuni sono i principali erogatori di servizi al cittadino e si trovano, da un lato, a non avere più capacità impositiva e, dall’altro, ad essere sottoposti ai vincoli del Patto di Stabilità, con i quali il centrodestra incapace di modificarlo impedisce di fatto gli investimenti da parte degli Enti locali.
Il fondo delle politiche per la Famiglia scende a 52,4 milioni di euro per il 2011 dai 100 milioni del 2010;
Il fondo nazionale per le politiche sociali scende a 72,2 milioni di euro per il 2011 dai 380,2 mln del 2010;
Il fondo di sostegno all’accesso abitativo in locazione scende a 33,5 mln di euro per il 2011 dai 143,8 mln del 2010.
Questi tagli dei trasferimenti faranno in modo che i cittadini che usufruiscono dei servizi saranno chiamati a coprirne i costi, soprattutto per quei servizi a domanda individuale come mensa scolastica, scuolabus, assistenza domiciliare agli anziani ed altri. Per questi servizi la quota spettante al cittadino è stata finora limitata a partire dal 36%, il rischio grosso è che i fruitori di questi servizi siano chiamati, l’anno prossimo, a pagarseli per intero.
A questo si sommerà la situazione del trasporto pubblico locale, che vedrà aumentare le tariffe del 30%, e di ulteriori aumenti delle altre diverse utenze (gas, energia elettrica, telefoni, ecc.) che si stimano peseranno ulteriormente sul bilancio delle famiglie per oltre 1.000 euro.
Quella che si sta creando è una situazione esplosiva che vedrà i cittadini, già alle prese con pesanti restrizioni economiche, costretti a pagare i servizi in supplenza dei fondi pubblici tagliati, creando un malcontento che si andrà a riversare, in quanto primo “sportello di prossimità” della Pubblica Amministrazione, sui Comuni e sui Sindaci. Una situazione insostenibile alla quale il Governo di centrodestra ha condannato i Comuni e che si va a sommare alle decisioni prese con la cosiddetta “Finanziaria d’estate” che già ha penalizzato i Comuni e dettato ulteriori e stringenti vincoli (spesa sul personale, turn over, formazione, turismo, cultura, ecc.).
Quello che si apre, quindi, è un anno denso di difficoltà per i Comuni e per tutti i cittadini.
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