Altre deliranti menzogne “fotovoltaiche”

15 Marzo 2011 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Continua “la macchina del fango” del disperato ex sindaco e dei suoi “compari”. La menzogna riguarda ora la proprietà dei terreni in Zona industriale dove sorge il Parco fotovoltaico (ex)Italgest. Dichiarazioni e azioni di costoro non hanno ormai più niente di politico: sembrano quelle di deliranti sovversivi e “brigatisti”. Dura reazione dell’imprenditore De Masi: “…sono disgustato da questo atteggiamento della politica, dal basso livello che si è toccato e dalla bugia che diventa sempre di più oggetto vitale su cui costruire le proprie carriere”. Sulla proprietà dei terreni, precisa: “la metà dei terreni è di proprietà della famiglia De Masi (tutti miei parenti), mentre la restante parte è intestata alla S.r.l. Masseria Grande


Da tempo, ormai, hanno superato il limite della decenza e si sono “persi” nei labirinti delle loro paranoie… Da tempo, i loro obiettivi non sono politici, ma “altri”, e le loro azioni puramente “sovversive”…
Nelle loro dichiarazioni e nelle loro azioni pare di risentire l’eco funesto di quelle, terribili, dei bui anni ’70, dei brigatisti rossi e neri…
Il loro intento: colpire, infangare, “assassinare” (almeno moralmente e politicamente) gli avversari…
Come definire se non “criminale” chi, abusando della libertà di parola e della democrazia, viola e violenta le più elementari regole del vivere civile e della legalità, arrivando a propalare senza pudore menzogne e falsità tramite stampa e televisioni?!?
Sinora, il noto “malumbru” (parola dialettale che deriva verosimilmente dallo spagnolo “malo hombre”), disperato e in attesa di rendere conto ai cittadini e ai giudici delle sue numerose malefatte, si era buttato in solitario capofitto alla guida della sua nauseabonda e spericolata “macchina del fango”. Ora, qual “pifferaio magico”, ha attirato a sé altri disperati “ratti” di ogni specie.
Quattro “politicanti”, quattro degni “compari della malapolitica” collepassese (Perrone1, Felline, Menozzi e Perrone2), sabato 12 marzo, hanno improvvisato in fretta e furia una conferenza stampa presso la sede provinciale del PDL.
Avevano un solo obiettivo: “oscurare” la contemporanea conferenza stampa tenuta dal sindaco Vito Perrone e dal sen. Alberto Maritati presso la sede della Provincia, alimentare la loro “macchina del fango” con nuove fantomatiche “rivelazioni” e “tenere alto” il tenore dello scontro, dopo che si era “sgonfiato” l’effetto mediatico dei precedenti fatti. I cittadini, infatti, avevano iniziato a ben comprendere autori, cause e obiettivi del “sequestro” dell’inesistente “parco fotovolatico” in zona Manimuzzi…
A vedere le foto della conferenza-stampa, i “conferenzieri” sembrano, per la verità, quattro “naufraghi”, abbandonati a se stessi, senza nemmeno l’ombra di un dirigente provinciale (sia politico che istituzionale) al loro fianco…
… Che anche il PDL provinciale si vergogni di costoro?!?
A quanto riportano i giornali, nell’occasione, i quattro hanno “rivelato” che anche i terreni su cui sorge il Parco fotovoltaico in Zona industriale, di recente realizzato dall’Italgest (e poi ceduto ad una multinazionale), sono di proprietà di Quintino Gianfreda, “fratello dell’assessore Pantaleo Gianfreda”…  Una vera e propria “patacca”, nota come tale sia ai “quattro bugiardi” che “ai quattro venti”…
Con la faccia tosta di disperati diffamatori, hanno voluto rimestare vecchie voci da loro stessi diffuse nel passato, ma già smentite con atti ufficiali e probanti, spacciandole per “nuove rivelazioni”…
Sulla questione relativa alla proprietà di quei terreni, infatti, lo stesso Salvatore Perrone aveva presentato una capziosa interrogazione al Sindaco il 16 luglio 2008, discussa nel Consiglio comunale del 1° settembre 2008.
Già allora (e precedentemente) egli conosceva benissimo i reali proprietari delle aree. Sapeva e sa benissimo che quei terreni non sono di proprietà di Quintino Gianfreda, ma della “Masseria Grande srl”, una società con sede in Maglie, che fa capo alla nota famiglia agraria dei De Marco.
Va aggiunto che quei terreni vennero inseriti nel nuovo Piano degli insediamenti produttivi proprio durante l’Amministrazione del “duo-bugiardo” Perrone-Menozzi (deliberazione Consiglio Comunale n. 3 del 27 gennaio 2003), che decise l’espansione della Zona industriale proprio verso quelle aree.
La reale proprietà era ed è ben nota al malumbru anche per altre motivazioni. Egli, da presidente della coop. Madonna delle Grazie, sino agli anni 2007-8, ha annualmente stipulato con la proprietà di quei terreni (Masseria Grande srl) un contratto per lo spandimento delle acque di vegetazione prodotte dall’oleificio.
Inoltre, nella seduta del Consiglio comunale del 30 settembre, per fugare ogni dubbio, fu distribuita a tutti i consiglieri una comunicazione (prot. 8379/25.09.2008) del Segretario comunale dott. Antonio Attanasi, che era stata già notificata al cons. Perrone (e da lui sottoscritta per ricevuta), in cui si attestava ufficialmente e chiaramente che l’area interessata è “intestata già dal 21.1.2001 a Masseria Grande s.r.l.”.
Chiarissimo. Eppure, se tutto era ed è chiaro, perché insistono con insinuazioni e falsità?!? Non si rendono conto della gravità dei loro atti e delle loro parole?!? O sono solo dei disperati irresponsabili, agitatori e sovversivi, che hanno l’unico obiettivo di destabilizzare la comunità collepassese e infangarne i legittimi amministratori?!? O, più crudamente, costoro agiscono alla stregua di volgari malfattori, da rinchiudere nelle patrie galere per “pericolosità sociale” e reiterazione di delitti?!?
I loro obiettivi sono ormai chiari a tutti e sono stati platealmente smascherati.
L’ottima riuscita del comizio di domenica scorsa, partecipato da tantissime persone, dimostra che i cittadini vogliono conoscere la verità, non si fanno impressionare dalle menzogne e sono stanchi di questo clima da “guerra civile” permanente creato ad arte dalla “malumbra” opposizione collepassese, alla disperata ricerca di argomenti e uomini per le imminenti elezioni amministrative.
Tra due mesi si vota e questi “signori” non hanno ancora un candidato sindaco. Non sanno che fare. Escono da cinque anni di opposizione “tsunamica”, in cui la loro azione ha mirato solo a distruggere. Mai a costruire. Non sono credibili. Sono in un mare di guai e nell’illusione di vincere hanno scelto la strada più “disperata” e vergognosa: lo scandalismo e il sensazionalismo. In parole povere, “la macchina del fango”. Che rischia, però, come sta già avvenendo, di ritorcersi contro loro stessi e di travolgerli…
Nel merito della conferenza-stampa dei quattro pidiellini collepassesi, c’è da registrare una dura presa di posizione di Paride De Masi, presidente nazionale per l’Energia da fonti rinnovabili di Confindustria e amministratore Italgest, la società che ha realizzato l’impianto e lo ha poi ceduto al colosso cinese Suntech attraverso il fondo GSF.
Nella nota inviata alla stampa, De Masi parla di “delirio” e  diffida “chiunque dal tirare in ballo la mia azienda, riservandomi di querelarlo con apposita richiesta di risarcimento dei danni”.
Da imprenditore, e soprattutto da cittadino – scrive De Masi – sono disgustato da questo atteggiamento della politica, dal basso livello che si è toccato e dalla bugia che diventa sempre di più oggetto vitale su cui costruire le proprie carriere”.
Sulla proprietà dei terreni, lo stesso De Masi ci tiene a precisare: “Nel caso in questione, la metà dei terreni è di proprietà della famiglia De Masi (tutti miei parenti), mentre la restante parte è intestata alla S.r.l. Masseria Grande”.
Sul presunto “scandalo” del mancato pagamento dei relativi costi urbanistici per la realizzazione del parco fotovoltaico in zona industriale, il cons. Perrone, che aveva tentato di “utilizzare” fraudolentemente tale norma, sa benissimo che l’art. 17 del DPR 380/2001 prevede la “riduzione o esonero dal contributo di costruzione” per alcune tipologie di interventi edilizi. Al comma 3 prevede i casi in cui “il contributo di costruzione non è dovuto” e, tra questi, al p. e), esenta “i nuovi impianti, lavori, opere, modifiche, installazioni, relativi alle fonti rinnovabili di energia, alla conservazione, al risparmio e all’uso razionale dell’energia, nel rispetto delle norme urbanistiche, di tutela artistico-storica e ambientale”.
L'”utilizzatore finale” e reale proprietario della famosa “casa agricola” in contrada “Sant’Anna” non poteva non conoscere questa norma… perché, sempre all’art. 17, c. 3, del DPR 380, al p. a) prevede che il contributo di costruzione non è dovuto nemmeno “per gli interventi da realizzare nelle zone agricole, ivi comprese le residenze, in funzione della conduzione del fondo e delle esigenze dell’imprenditore agricolo a titolo principale, ai sensi dell’articolo 12 della legge 9 maggio 1975, n. 153”…
… La conosceva talmente bene che ha cercato, fraudolentemente e delittuosamente, di applicarla a suo favore, nel meschino e truffaldino obiettivo di non versare al Comune – pertanto di “rubare” a tutta la comunità – gli oneri previsti per legge…
Questo è il vero scandalo!
Il clamoroso imbroglio e l’indegna truffa ai danni delle casse comunali (l’importo si aggira oggi attorno ai 66.000,00 euro), oltre che altri pesanti reati (vi sono apposte firme palesemente false), erano stati da tempo scoperti dall’Assessorato comunale all’Urbanistica, che aveva attivato le doverose procedure dell’Ufficio Tecnico, e segnalato i fatti, insieme ad altre circostanze, alla Magistratura.
Ora si capiscono – anche da parte dei più “tordi” e prevenuti – le motivazioni vere di queste rabbiose, eclatanti, diffamatorie e disperate iniziative di Salvatore Perrone?!?
Costui, che rifiuta i confronti televisivi diretti (ha una “fifa matta” di confrontarsi con me!), ha attivato la sua vergognosa “macchina del fango” nel miserabile tentativo di coinvolgere e gettare fango sulla mia persona, avendo io avuto la sola “colpa” (per me, un grande merito!) di fare il mio dovere di amministratore delegato all’Urbanistica.
Come scrive Saviano, l’obiettivo della macchina del fango “è un messaggio semplice: siete tutti uguali, siete tutti sporchi”…
Il cons. Perrone sa di essere “sporco” e vorrebbe dimostrare (almeno questo è il messaggio che vorrebbe far passare) che anch’io sono “sporco” e “uguale” a lui…
No, povero  “amico mio”, mettitelo bene in testa…. Io e te non siamo e non saremo mai “uguali”… Grazie a Dio!

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Pantaleo Gianfreda
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