Antonio Fino ed Edoardo Winspeare cittadini onorari di Collepasso

18 Marzo 2011 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Nel giorno della celebrazione del 150° Anniversario dell’Unità d’Italia, il Consiglio comunale di Collepasso, all’unanimità, ha conferito la cittadinanza onoraria a due illustri italiani salentini: il docente universitario prof. Antonio Fino e il regista Edoardo Winspeare. “Siamo onorati ed orgogliosi di conferire la cittadinanza onoraria a uomini come Antonio Fino ed Edoardo Winspeare. Saremo umili e volenterosi discepoli e attori nel contribuire a costruire insieme a loro, se loro vorranno e ci aiuteranno a fare, una comunità migliore, aperta, ospitale, solidale, dove i nostri giovani possano guardare e costruire con fiducia il loro futuro e tutti cittadini vivere in pace e prosperità”. V. le foto della giornata


Solenne, ma semplice e molto partecipato, il Consiglio comunale svoltosi all’aperto, in Largo Municipio, per celebrare, giovedì 17 marzo, il 150° Anniversario dell’Unità d’Italia e conferire la cittadinanza onoraria a due illustri cittadini salentini, il docente universitario prof. Antonio Fino e il regista Edoardo Winspeare.
Cittadini, associazioni dell’Arma e dell’Aeronautica con le proprie uniformi, rappresentanti delle Scuole e di altre associazioni con bandiere e coccarde hanno assistito con partecipazione e senso di condivisione alla bella cerimonia, aperta con l’inno nazionale e altri inni patriottici dall’ineguagliabile coro “Voci in…Canto” diretto dal Maestro Francesco Faiulo.
Erano presenti, invitati al tavolo dei consiglieri, il vicepresidente del Consiglio provinciale Giovanni Tundo e la Dirigente scolastica dott.ssa Filomena Giannelli.
Ha introdotto i la seduta la presidente del Consiglio comunale Francesca Galignani, la quale ha ricordato che “il 17 marzo è decisamente una data fondamentale per la nostra Nazione e per noi cittadini italiani, poiché a partire da quel 17 marzo del 1861 l’Italia smetteva di essere una penisola formata da stati diversi e diventava un’unica realtà politica ed economica. … I festeggiamenti dei 150 anni dell’unità d’Italia sono certo occasione di rafforzamento dell’identità nazionale, ma anche occasione per una riflessione critica sui molti nodi del nostro passato, anche più recente, che non sono ancora stati sciolti del tutto e hanno condizionato, non sempre per il meglio, l’evolversi della Repubblica. Nella storia dell’Unità d’Italia dobbiamo trovare la spinta e le ragioni profonde che sostanziano il nostro essere e sentirci comunità. Non solo e non tanto per celebrare il passato, quanto, soprattutto, per superare un presente in cui il senso di unità sembra, spesso e da più punti di vista, affievolito, incerto, non totalmente condiviso. … Oggi il senso della nostra identità nazionale sta nell’essere una comunità plurale per cui è necessario riuscire a fare delle diversità una ricchezza e un valore”.
Il sindaco Vito Perrone, nell’intervento ufficiale (v. intervento integrale in fondo all’articolo), ha, tra l’altro, detto: “L’Italia è diventata un grande Paese. Un Paese del quale ognuno di noi ha l’orgoglio di appartenere. Un Paese rispettato nella comunità internazionale per la sua gente, per la cultura, per il progresso economico e civile raggiunto, per il ruolo che può svolgere in Europa e nel Mediterraneo. È un grande Paese, l’Italia, perché è unita. Per dirla con il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ‘Se fossimo rimasti come nel 1860, divisi in otto Stati, senza libertà e sotto il dominio straniero, saremmo stati spazzati via dalla storia, non saremmo mai diventati un grande paese europeo. Eravamo già in ritardo allora di fronte alla Spagna, alla Francia, all’Inghilterra, che erano già dei grandi Stati nazionali, e stava per diventarlo la Germania. Eravamo in ritardo, ma non abbiamo atteso ulteriormente perché ci sono state schiere di nostri patrioti che hanno combattuto, hanno dato la vita e hanno scritto pagine eroiche che noi dobbiamo avere l’orgoglio di ricordare e rivendicare, perché solo così possiamo anche guardare con fiducia al futuro, alle prove che ci attendono. Ne abbiamo passate tante, passeremo anche quelle che abbiamo di fronte in un mondo forse più difficile’. E di fronte alle nuove sfide, di fronte alle condizioni di un mondo che si fa sempre più complicato, noi dobbiamo rimanere uniti, respingendo le velleitarie, pericolose e disgustose prove di secessione che non di rado, e soprattutto in questi giorni, vengono orchestrate. Dobbiamo rimanere uniti per essere più sicuri, per essere più forti, per aiutare con la nostra forza chi rimane indietro. L’Italia è grande e gli Italiani sono un grande Popolo e tali rimarranno a condizione che tutti noi, come Fratelli, marceremo insieme stringendoci a coorte!”.
Sono poi intervenuti, brevemente, il vicepresidente del Consiglio provinciale Giovanni Tundo e i rappresentanti di quasi tutti i gruppi politici presenti in Consiglio per riaffermare all’unisono l’importanza della ricorrenza e il valore dell’Italia unita: Paolo Menozzi, Luigi Frassanito, che ha ricordato i successi dell’Italia nei suoi 150 anni, Antonio Ciccardi, che ha letto una bella poesia di Renzo Pezzani, “Ecco l’Italia” (“Se incontri una donna giovane, forte, bella, con in braccio il suo bambino e un pane nella mano, quella è l’Italia. Se vedi un contadino arare il campo, mietere il grano, quello è l’Italia. Se vedi un marinaio sollevare l’àncora dal mare e stendere la vela, quello è l’Italia. Se vedi un soldato ubbidire al comando d’un superiore, quello è l’Italia. Se vedi un mutilato di guerra, quello è l’Italia. Se vedi una donna piangere sulla tomba d’un Caduto, quella è l’Italia. Se senti una voce che dice: – Coraggio! Nel lavoro e nella concordia godremo la libertà e la pace, – è l’Italia che parla”), Marta Sindaco, Ivan Mazzotta, M. Rosa Grasso.
Subito dopo il ricordo dei 150 anni dell’Italia unita, il Consiglio comunale ha conferito, con voto unanime, la cittadinanza onoraria al prof. Antonio Fino e al regista Edoardo Winspeare, presenti alla seduta dell’assise cittadina.
In qualità di assessore alle Attività Istituzionali, oltre che come amico dei due illustri neo concittadini, mi è toccato l’onore di presentare la proposta di conferimento della cittadinanza (v. intervento integrale in fondo all’articolo).
Riporto alcuni passi significativi dell’intervento: “Ringrazio, innanzitutto, entrambi per l’onore che ci hanno fatto nell’accogliere l’invito a far parte di questa piccola comunità di gente laboriosa e onesta e di giovani talenti, che vuole sempre più aprirsi al mondo, alla cultura, alle culture, alla conoscenza, all’ospitalità, alla solidarietà.
Non è casuale la decisione odierna di conferire la cittadinanza onoraria al prof. Fino e a Winspeare.
Con questa decisione, condivisa da tutte le forze politiche e sociali, l’Amministrazione comunale intende celebrare degnamente questo 150° anniversario, esaltando alcune caratteristiche italiane più apprezzate nel mondo: la cultura, l’arte e, aggiungo, la storia e il paesaggio, come testimonia l’azione di Winspeare, da sempre impegnato nella difesa del territorio e dell’ambiente salentini tramite l’associazione “Coppula Tisa”.
Al contempo, intende delineare percorsi e obiettivi ambiziosi per la nostra piccola comunità, coinvolgendo personaggi significativi della cultura nella prospettiva di una comunità attrattiva, vivace, solidale, ospitale, attiva.
Il prof. Fino ha vissuto a Collepasso dal 1945 al 1956 e vi ha frequentato le scuole elementari. Molti suoi antichi compagni e amici sono oggi qui presenti.
Questo suo antico legame ed affetto per Collepasso fu scoperto, alcuni anni fa, dal giovane Francesco Ria, già amministratore di questo Comune, che sedeva nel Senato Accademico dell’Università di Lecce accanto al Preside Fino. Fu da questa amicizia che trae origine l’odierna decisione della cittadinanza onoraria all’illustre docente universitario, che ha accettato con grande slancio. Soprattutto, io credo, per quella naturale e ancestrale attrazione verso le radici, quel “ritorno” alla fanciullezza e ai suoi tempi felici: i tempi dei primi studi e te la chiazziceddha per il prof. Fino, perennemente attratto e legato, come tutti noi, ai luoghi del proprio “oriente”…
Con Edoardo Winspeare abbiamo intessuto rapporti, di profonda amicizia e affetto, nella scorsa estate, allorché lo invitammo alla presentazione di alcuni suoi film nell’incantevole atrio del Palazzo Baronale. In quell’occasione scoprimmo che i rapporti con Culupazzu (come lui dice) erano legati alla figura e all’amicizia con lo scomparso Biagio Maggiulli, lu Biagiu Rapidu, presente in uno dei suoi film (“Sangue vivo”), e con Salvatore Specchiarello, lu patruddrhu, con i quali nel passato il creativo e popolare Edoardo ha spesso interloquito.
Winspeare ha, inoltre, coltivato per anni un intenso rapporto culturale e umano con un altro illustre e compianto personaggio di origine collepassese, al quale, anni fa, fu concessa la cittadinanza onoraria, oggi sepolto nella sua Collepasso: don Grazio Gianfreda. A don Grazio, di cui mi onoro di essere nipote, Edoardo ha dedicato un bellissimo cortometraggio, proiettato a Collepasso l’estate scorsa, “Il miraggio battriano di don Grazio Gianfreda”. Don Grazio, parroco della Cattedrale di Otranto per vari decenni e illustre studioso del Mosaico pavimentale della stessa Cattedrale”.
Ho concluso il mio intervento, affermando: “Siamo onorati ed orgogliosi di conferire la cittadinanza onoraria a uomini come Antonio Fino ed Edoardo Winspeare. Saremo umili e volenterosi discepoli e attori nel contribuire a costruire insieme a loro, se loro vorranno e ci aiuteranno a fare, una comunità migliore, aperta, ospitale, solidale, dove i nostri giovani possano guardare e costruire con fiducia il loro futuro e tutti cittadini vivere in pace e prosperità”.
Subito dopo il conferimento della cittadinanza onoraria, il prof. Antonio Fino e il regista Edoardo Winspeare, dopo aver ambedue ringraziato tutto il Consiglio per l’atto di affetto e di stima, hanno deliziato i presenti con i loro interventi. Il primo ricordando, soprattutto, gli antichi legami con Collepasso, la sua fanciullezza, la sua insegnante elementare Giulia Resta, i vecchi compagni di scuola e di giochi e alcuni vicini di casa. Il secondo, dopo aver rievocato personaggi  (tra quelli prima citati, anche la coreografa Cristina Ria) e circostanze che da tempo lo legano alla nostra cittadina, ha voluto dare un saggio della sua grande simpatia e del suo forte legame con il Salento, raccontando, da par suo, aneddoti e fatti della “salentinità”.
Una serata molto bella, istruttiva e partecipata, terminata all’insegna dell’amicizia e dell’unità… non solo d’Italia, ma anche, almeno per una volta, di tutti i collepassesi… Che sia l’auspicio e l’inizio di una nuova era per la nostra cittadina?!? Vorrei e credo che vorremmo tutti augurarcelo…

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Intervento per il conferimento della cittadinanza onoraria


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Pantaleo Gianfreda