Deliri di un comiziante “di mezza estate”. Divisioni nella maggioranza

1 Agosto 2011 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Gravissime offese e minacce nel farneticante comizio tenuto, sabato 30 luglio, da Salvatore Perrone con il contorno di tre fedelissimi. Ha dato ripetutamente del “delinquente” ad un avversario politico e ha chiuso il comizio minacciando: “Chi tocca la mia famiglia è un uomo morto!”. Il comizio è stato disertato da Menozzi e da molti esponenti della maggioranza, rendendo pubbliche le forti divisioni e le differenti visioni esistenti nell’Amministrazione, come era già apparso nei primi due Consigli comunali, oltre che l’isolamento dell’ex sindaco. Prevedibili ripercussioni politico-amministrative. L’interrogativo che ormai tutti si pongono è: “Quanto durerà questa Amministrazione?

 
Prendo spunto da due commenti su questo sito dopo il delirante comizio di sabato sera di Salvatore Perrone.
Ha scritto Sebastiano: “Eravamo al mare e tra paesani o quasi si diceva com’è possibile che un certo Perrone è ancora Assessore provinciale. Si diceva perché questo signore pensa che tutti i collepassesi sono fessi in quanto nel suo comizio non ha detto altro che fesserie basta solo leggersi la documentazione sulla sua casa abusiva. Si diceva che alcuni componenti di questa armata si stanno allontanando in quanto hanno capito quali sono i suoi interessi. Si diceva che i vari Roccuccio, Filline e Muntagna purtroppo sono solo dei servetti del grande capo. Si diceva infine dell’ultima e schifosa cosa che nbampone ha detto: Chi va contro di me e la mia famiglia è un uomo morto. Slogan di tipo mafioso. Opposizione se avete tutto registrato, lo spero, prendete le carte ed andate dal Prefetto perché questo è un vero pericolo pubblico”.
Ha scritto Gioacchino: “Il comizio di ieri ha lasciato intendere, a chi volesse farlo, quanto marcio c’è in quei pochi elementi. Purtroppo qualcuno di questi ha il pessimo gusto di mettersi in piazza e sparlare contro il prossimo, prendendosi licenze di intitolare gli avversari politici nulla facenti, donzelle ecc. e poi di lì a poco spostarsi in chiesa, salire sull’altare e con la stessa bocca (direi fogna) annunciare il contenuto sacro del Vangelo e/o accostarsi al sacramento della Comunione. Ci vorrebbe un minimo di dignità morale, perché solo chi è senza morale può fare ciò. Bene hanno fatto Paolo, Massimo, Pino Perrone, il dott. Resta ecc. a dissociarsi da quell’armata brancabanpone. Con quale diritto ci si mette in piazza e dare del delinquente ad un avversario politico? ma stiamo scherzando! Spero che la cittadinanza inizi a prendere coscienza e capire di che pasta sono fatti questi masc…. Spero che piano piano, nel prossimo turpiloquio, perché così possono essere definiti i loro comizi, la gente non stia ad ascoltare tanto odio e veleno nei confronti dei loro colleghi, anche se avversari politici. Non se ne può più. State seminando veleno nella comunità di Collepasso: Vi dovete VERGOGNARE. State tranquilli, chi semina vento, prima o poi, raccoglie tempesta”.
Questi due commenti “fotografano” l’indignazione diffusa per lo squallido comizio e per la vicenda della “casa abusiva di S. Anna”. Il fatto importante, però, non è rappresentato dai soliti deliri, dalle turpi offese e dalle incredibili minacce pubbliche del Perrone, che sono, purtroppo, nella natura del personaggio. Il fatto importante ed eclatante è che al comizio non c’era Menozzi, confuso tra i cittadini. Non c’era Sabato. Non c’era Pino Perrone. Non c’era il dott. Resta. Non c’era Gino Mastria, che preferisce, al momento, restare in Cina. Per la prima volta, Perrone non aveva accanto a sé l’intera coalizione, che sinora lo ha seguito come fosse un “pifferaio magico”, ma solo alcuni indomiti ed estremi(sti) fedelissimi.
Il “dato politico” di quel comizio è la “rappresentazione” pubblica di un fatto già noto: questa maggioranza è allo sbando. Inesistente. Evanescente. Divisa. Otto consiglieri. Otto diverse posizioni. Ognuno per conto suo. Aggregandosi o disaggregandosi con altri secondo le convenienze ed i momenti. Con un “sindaco-tentenna”, che si barcamena tra le diverse posizioni, incapace di segnali forti ed autorevoli. I due Consigli comunali sinora tenutisi avevano già in parte evidenziato questa “rappresentazione”.
Sono noti gli scontri e i litigi continui che, di fatto, paralizzano l’Amministrazione e la rendono “moribonda nella culla” in questi primissimi mesi di vita che ne stanno già segnando il destino e l’inevitabile declino. 
Ai deliri amorali e devastanti di Salvatore Perrone siamo abituati. Benché sia forte l’indignazione. Ha ragione Sebastiano. L’ex sindaco (e prossimo ex assessore provinciale, secondo i rumors di Palazzo dei Celestini) è, ormai, un “vero pericolo pubblico”. Ricorda uno di quei vecchi fuorilegge del Far West disperati e in fuga. Pronto a tutto pur di “salvare la pelle”. A “sparare” su tutto e su tutti. Pronto alle azioni e alle sfide più insensate e demenziali. Alle offese e alle calunnie più eclatanti e farneticanti. Nel suo comizio mi ha ripetutamente definito “delinquente”. Si vede che “ha perso il lume della ragione”. Pronto persino alle minacce più grottesche e pazzesche, da piccolo bulletto di periferia. Ha concluso il comizio minacciando: “Chi tocca la mia famiglia è un uomo morto!”.
Incredibile! Una “persona normale” sarebbe mai capace di tanto in un pubblico comizio?!?
Certo, sarebbe ora che qualcuno richiamasse il Perrone alla realtà e alla ragione. L’unico, infatti, a non aver avuto rispetto della sua famiglia è proprio lui, che ha coinvolto i familiari nelle sue tresche, immoralità e palesi illegalità.
Le vicende del piccolo berlusclone collepassese sono un po’ paradigmatiche di quelle del Berlusconi nazionale. Al capolinea della sua lunga ed inconcludente parabola politica. Oggi agonizzante, disperato ed isolato. Dopo aver utilizzato la politica solo ed esclusivamente per interessi personali.
Incurante dei consigli di Menozzi e di altri della maggioranza di non tenere il comizio, il Nostro non li ha ascoltati, ritenendo di imporsi su tutti. E loro lo hanno ripagato, dimostrandosi finalmente un po’ accorti e responsabili, disertando il comizio e lasciandolo solo con tre sancio pancia e una piccola e smarrita “fiammiferaia”, forse ignara che la sua presenza era solo “di contorno” … inconscio paradigma dei capricci “giustizieri” dell’incendiario Desperado del Far West collepassese.
Le farneticazioni e i deliri del soggetto avranno, naturalmente, la giusta risposta nelle sedi opportune. In questa sede, mi preme porre solo alcune riflessioni.
Intanto, è chiaro l’obiettivo del Perrone: buttare fango sui suoi avversari (in particolare sul sottoscritto) e dimostrare che sono tutti uguali. Non è così. Nel mio comizio di domenica 24 luglio credo di essere stato abbastanza chiaro.
In secondo luogo, Perrone cerca di “volgarizzare” e “banalizzare” la gravità delle sue illegalità, parlando, come si dice, “alla pancia” di certa gente, scarsamente edotta, se non totalmente digiuna, di norme e principi di legalità e trasparenza. “Così fan tutti…”. Non è vero. Non tutti costruiscono abusivamente o in difformità alle concessioni edilizie. E quando qualcuno lo fa, paga. Per quella casa nessuno ha mai pagato. Se la legge è uguale per tutti, tutti devono pagare. Il problema è che, a causa delle sue ostinazioni e della sua arroganza, della sua presunzione di essere “al di sopra della legge e dei comuni cittadini” (proprio come il suo amato Silvio), non credo che, dopo la morte del padre, per quella casa ci sia più possibilità di sanatoria. Non a caso lui e la poco saggia moglie hanno “preso possesso” della casa, nonostante la palese situazione di illegalità. La decisione ha una sua logica intuibile, aberrante e ben “studiata”…
A qualcuno, poi, che “parla e sparla” per “partito preso” consiglierei di leggere bene la documentata e rigorosa interrogazione pubblicata integralmente su questo sito. Non mi pare che nessuno abbia sinora contestato, nel merito e nei contenuti, la benché minima virgola…
In terzo luogo, è sconcertante sentire certe voci o leggere certi commenti. Secondo alcuni “soloni”, la vicenda ha risvolti puramente privati … si tratta di “faccende private”… Di fronte a siffatta ignoranza e ipocrisia, “mi arrendo”… “non so” cosa replicare… mi limito solo a ripetere che tutti gli atti soggetti a qualsiasi intervento della Pubblica Amministrazione (sia esso un permesso a costruire, una semplice autorizzazione o quant’altro) è atto pubblico e come tale soggetto ai fondamentali principi di pubblicità e trasparenza. Strano, poi, che a rivendicare una presunta privacy siano proprio quelli che continuano a delirare, diffamare e minacciare altri su fatti e vicende “private” e “personali”, frutto solo della loro “fantasia bacata e malata” o che continuano a dirne “di cotte e di crude”, offendendo e sproloquiando senza alcun fondamento o giustificazione, se non il risentimento e l’odio per la doverosa denuncia di fatti evidenti e documentati, compresi gli “affari” comuni e reali (non fantasiosi) dei compari Roccuccio & Salvatore nell’acquisto sospetto e “sottocosto” di due suoli edificatori da 1.000 metri quadri l’uno…
Infine, l’Amministrazione comunale ha il dovere di intervenire con atti dovuti e non più procrastinabili… Altrimenti, in primis il sindaco, che ha tenuto per sé la delega all’Urbanistica, si assume tutte le sue responsabilità. Politiche, morali e… penali.
Menozzi, che oggi cerca di prendere le distanze dal vecchio amico, forse comincia a rendersi conto della gravità dei fatti… Forse, però, non si è ancora reso conto della gravità del suo atto di abbandonare il Consiglio per non rispondere all’interrogazione… Risponderà mai?!? Certo. Deve farlo. Lo “costringeremo” con gli strumenti legittimi e legali che le norme consentono… Sempre che riescano a sopravvivere alle loro turbolenze e divisioni…
Per chiudere, dopo le pubbliche minacce di Salvatore Perrone (sarò a breve “un uomo morto”?!?), mi rivolgo direttamente e pubblicamente alla moglie Maria Assunta, donna all’apparenza (e mi auguro non solo) pia e sensata.
Signora, nel Vangelo è scritto: “Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio”. Perché Lei e Suo marito vi siete sinora rifiutati di pagare “a Cesare”, cioè al Comune, il dovuto?!?
Signora, mi permetto ancora di citarLe un brano dell’apostolo Paolo (Romani 13, 1-7): “Ciascuno stia sottomesso alle autorità costituite; poiché non c’è autorità se non da Dio e quelle che esistono sono stabilite da Dio. Quindi chi si oppone all’autorità, si oppone all’ordine stabilito da Dio. E quelli che si oppongono si attireranno addosso la condanna. I governanti infatti non sono da temere quando si fa il bene, ma quando si fa il male. Vuoi non aver da temere l’autorità? Fa’ il bene e ne avrai lode, poiché essa è al servizio di Dio per il tuo bene. Ma se fai il male, allora temi, perché non invano essa porta la spada; è infatti al servizio di Dio per la giusta condanna di chi opera il male. Perciò è necessario stare sottomessi, non solo per timore della punizione, ma anche per ragioni di coscienza. Per questo dunque dovete pagare i tributi, perché quelli che sono dediti a questo compito sono funzionari di Dio. Rendete a ciascuno ciò che gli è dovuto: a chi il tributo, il tributo; a chi le tasse le tasse; a chi il timore il timore; a chi il rispetto il rispetto”. 
Non si può, signora Assunta, insegnare ad altri la dottrina cristiana o fare “esibizione” di religiosità e non esserne coerenti “testimoni”… Come ha scritto Gioacchino nel suo commento, “Ci vorrebbe un minimo di dignità morale”… e, aggiungo, di coerenza…

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Pantaleo Gianfreda
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