Finalmente un presidente del Consiglio e un governo seri

17 Novembre 2011 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Solo tecnici di valore nel governo di Mario Monti, che tiene per sé Economia e Finanze. Tre donne in importanti dicasteri: Anna Maria Cancellieri (Interno), Paola Severino (Giustizia), Elsa Fornero (Welfare e Pari Opportunità). Gli altri ministri: Corrado Passera (Sviluppo e Infrastrutture), Giampaolo Di Paola (Difesa), Giulio Terzi (Esteri), Francesco Profumo (Istruzione, Università e Ricerca), Lorenzo Ornaghi (Beni culturali), Renato Balduzzi (Salute), Mario Catania (Politiche Agricole), Corrado Clini (Ambiente), Antonio Catricalà (sottosegretario Presidenza del Consiglio). I ministri senza portafoglio: Enzo Moavero Milanesi (Affari Europei), Piero Gnudi (Turismo e Sport), Fabrizio Barca (Coesione territoriale), Piero Giarda (Rapporti con il Parlamento), Andrea Riccardi (Cooperazione internazionale). Di seguito un editoriale di Ezio Mauro dal titolo “Ora le riforme” (p.g.)

 
In quindici giorni è cambiato tutto anche in un Paese immobile, non solo il governo ma il tono del discorso pubblico, il contesto politico e istituzionale, lo spirito repubblicano che sembrava scomparso. Adesso comincia il percorso di guerra di Mario Monti per portare il Paese in zona di salvezza, per recuperare fiducia sui mercati e in Europa.
 Ma c’è un’altra fiducia che va recuperata, ed è quella dei cittadini nei confronti della politica e delle istituzioni. In questo senso, la tregua imposta dalla crisi con il governo Monti è una specie di tempo supplementare concesso al nostro sistema dei partiti per rimettersi in sintonia con la pubblica opinione, fermando la crescita dell’antipolitica. Non c’è e non ci può essere un’alleanza tra forze di destra e di sinistra duramente contrapposte per 17 anni, e che sono destinate nuovamente a contendersi il campo. Ma c’è un concorso necessario di responsabilità – vedremo quanto sincero da parte del Pdl – per affrontare l’emergenza, appoggiando lo sforzo di Monti.
Ora, i partiti e tutto il sistema istituzionale hanno una straordinaria occasione, per non restare con le mani in mano mentre Monti governa la crisi: e cioè se vogliono – come debbono e possono – affiancare alla dimensione tecnica dell’esecutivo la forza della buona politica, cogliendo la spinta popolare al suo rinnovamento, come hanno dimostrato i referendum.
Questo è il momento. Si sfrutti la tregua aprendo una vera fase di riforme, partendo dalla legge elettorale e restituendo la sovranità di scelta ai cittadini, per arrivare a un taglio spettacolare dei costi della politica, nel momento in cui si chiedono sacrifici alle famiglie: e si recuperi il terreno perduto in anni di ideologismo leghista sul piano dei diritti degli immigrati, un altro deficit italiano in Europa. Insomma: mai la politica può avere tanto spazio e tanta ambizione come oggi, con il governo tecnico del professore a Palazzo Chigi.

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Pantaleo Gianfreda
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