La “vittoria di Pirro” del disastroso Felline

6 Agosto 2011 Off Di Pantaleo Gianfreda
Spread the love

La Virtus Casarano abbandona il campo sportivo di Collepasso


La notizia è stata ufficializzata in una riunione tra le squadre di calcio tenutasi lo scorso martedì pomeriggio presso il Comune: la Virtus Casarano, iscritta al Campionato nazionale di serie D e che l’anno scorso ha svolto il campionato nazionale della squadra juniores sul sintetico del nostro Comune, ha deciso di abbandonare il campo sportivo di Collepasso.
La miope e incredibile decisione dell’Amministrazione comunale Menozzi/Felline di quadruplicare la tariffa oraria del campo sportivo ha costretto la società ad “emigrare” nella vicina Supersano, accolta “a braccia aperte” dalla locale Amministrazione comunale (anch’essa di centro-destra).
A fronte della tariffa di 45 € all’ora che avrebbe dovuto pagare a Collepasso, a Supersano la Virtus Casarano verserà nelle casse comunali solo 10 € all’ora.
Ad allenarsi e svolgere le partite sul campo sportivo di Collepasso saranno, pertanto, per il campionato 2011-2012, l’ASD Stella del Colle (seconda categoria), l’USD Collepasso (terza categoria), il Real Collepasso (squadra amatoriale) e la Vi.Lù Casarani di Casarano. Una nuova squadra amatoriale, inoltre, utilizzerà il campo per i soli incontri di campionato.
Per la cronaca, alcune “manovre” di “noti personaggi in cerca d’autore” fanno sospettare qualche “trastula”… con lo scopo evidente di far pagare agli “amici” o agli “amici degli amici” il meno possibile… Vedremo cosa “inventeranno”…
Certamente, venuta meno la Virtus Casarano, i “proventi” di € 20.000 per l’anno in corso previsti dal bilancio comunale diventano solo una “chimera”. Il Comune, grazie ad una maggioranza ottusa e inetta, rischia persino di incassare meno dello scorso anno calcistico…
Il danno che il consigliere delegato alle Attività sportive e la sua maggioranza hanno provocato è disastroso. Non solo in termini di entrate per il bilancio del Comune, ma, soprattutto, di immagine, di sport e di economia locale.
La presenza della Virtus Casarano, oltre a dare prestigio al nostro paese, ha permesso, nella passata stagione calcistica, a tanti atleti e persone provenienti dalle più disparate cittadine del nostro Meridione di far conoscere Collepasso, di “consumare” presso pizzerie o bar, di “fare pubblicità” gratuità al nostro Comune, oltre, naturalmente, far assistere i nostri giovani (e tifosi in genere) ad un calcio di buon livello.
Qualcuno, però, a quanto pare, si è accorto di averla “fatta troppo grossa” se, nei “sottoboschi” di certa oscura “politicanteria”, parallela e “germana” a quella ufficiale, si parla di avances e contatti “clandestini” da parte della corte di “nani e ballerine” di cui questa Amministrazione si è circondata…
Comunque, una vera e propria “vittoria di Pirro” per il disastroso consigliere Felline…

LEGGI ANCHE  La nuova Giunta di Vendola: 7 donne e 7 uomini

———–

 
A proposito di “vittoria di Pirro”… per i cultori di fatti storici e/o per i semplici curiosi, riporto di seguito, da un sito internet, il significato dell’origine del detto… molto interessante ed emblematico….
 
L’espressione una vittoria di Pirro ha un significato negativo: vuol dire che uno scopo è stato raggiunto pagando però un prezzo troppo alto, così alto da rendere quasi inutile, se non dannosa, la vittoria ottenuta.
Tutto nasce da un fatto storico.
Pirro era il re dell’Epiro (la moderna Albania). Uomo ambizioso, diceva di discendere dall’eroe greco Achille ed era soprannominato “l’aquila”. Nel 280 a.C. la città di Taranto gli aveva offerto di guidare la guerra contro Roma, che era iniziata due anni prima, e il trentottenne re aveva accettato.
Era sbarcato in Italia con 30.000 mercenari e 30 elefanti e col suo esercito si era attestato presso Eraclea, in Lucania.
Ad Eraclea si era svolto il primo scontro tra le legioni romane e le truppe epirote. Una battaglia violenta e sanguinosa conclusa in favore di Pirro non solo per il coraggio dei suoi mercenari ma soprattutto per l’uso di un’arma “segreta”: gli elefanti.
I romani non avevano mai visto questi animali, tanto che inizialmente li avevano scambiati per dei grandi buoi tipici del posto (buoi lucani). Gli elefanti portavano in groppa una torretta con dei soldati che potevano colpire dall’alto i loro avversari; inoltre, con la loro grande mole creavano scompiglio sul campo di battaglia.
I romani erano stati duramente sconfitti, perdendo circa 15.000 uomini. Ma Pirro aveva dovuto contare la morte di ben 13.000 suoi soldati: cos’era successo?
Era successo che un elefante, ferito dal legionario Caio Minucio, aveva cominciato a scorazzare impazzito tra le truppe epirote, coinvolgendo anche gli altri pachidermi e causando caos e distruzione tra i vincitori.
La vittoria aveva avuto un prezzo grandissimo: si dice infatti che Pirro, invece di festeggiare, era stato preso dallo sconforto.
L’avventura del re dell’Epiro contro Roma non avrà un esito positivo: dopo numerosi scontri militari il re era tornato in patria e lì era morto nel 273 a.C., in un modo alquanto stupido: colpito da una tegola lanciatagli in testa da una vecchia di Argo. Roma, sua grande rivale, in quegli anni completava l’occupazione dell’Italia meridionale (Magna Grecia) e la stessa Taranto, dopo la morte di Pirro, si era arresa spontaneamente, riconoscendo il predominio dell’Urbe.

Spread the love
avatar dell'autore
Pantaleo Gianfreda
LEGGI ANCHE  Tiziana Fiorini, originaria di Collepasso e direttore Sitra al "San Donato" di Milano, tra le “9 donne d’oro del Policlinico in prima linea contro il virus”