“Finisco l’università e torno come Ds”

4 Marzo 2011 Off Di Pantaleo Gianfreda
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“Dalla serie D alla Terza: parla Alessandro Frassanito, portiere delle Stella del Colle”. Una bella intervista del settimanale sportivo “Bordocampo” al “baluardo” della Stella, pubblicata nel numero in distribuzione questa settimana. Sandro, portiere di grandi capacità e professionalità, che ha sempre militato in categorie superiori, dallo scorso 19 novembre ha deciso di militare nella Stella, con la quale ha “un legame viscerale”. In nove partite, Sandro ha subito solo cinque gol, di cui due su rigore. Una “stella” nella Stella… Una storia, quella di Alessandro, che ci ricorda che l’orgoglio, la passione e i sogni non hanno prezzo… E domenica prossima, in casa contro lo Jurdianianum, pronto, insieme ai suoi compagni, a riscattare l’unica sconfitta della Stella…
(p.g.)

 
Quella che stiamo per raccontare è una storia di quelle che quando le senti ti fanno dire “non ci credo!”, una storia di passione, orgoglio, di sogni da realizzare. Il protagonista è Alessandro Frassanito, attuale portiere della Stella del Colle, che per la sua “Stella” e lo studio ha deciso di rinunciare alla serie D solo un mese fa.
 
Cerco di riassumere brevemente la tua carriera: dalla Berretti del Gallipoli passi al Taurisano con cui ottieni una promozione vincendo il campionato e la Coppa Puglia. Un sesto posto in classifica con il Sogliano in Eccellenza. Poi la Virtus Casarano in serie D, in cui ricoprivi il ruolo di terzo portiere. Fino a gennaio, poi cosa succede?
Ho deciso di dedicarmi all’università, studio Scienze motorie a Foggia. Inizialmente facevo solo gli esami, poi a gennaio ho deciso di abbandonare il calcio a tempo pieno per lo studio. E sono venuto a Collepasso a divertirmi. Una scelta di vita.
 
Hai rinunciato anche ad uno stipendio fisso, che in questi periodi è una scelta più che coraggiosa. Cosa significa per te Stella del Colle?
Mio padre giocava qui, io lo seguivo da piccolo, ogni domenica ero al campo. Da quando l’hanno rifondata ho iniziato a seguirla, perché ho un legame viscerale con questa Stella. Ci giocava anche chi mi ha battezzato.
 
Hai qualche rimpianto?
Forse sì, avrei potuto continuare con un po’ più di testa, già quand’ero a Gallipoli. Avrei potuto fare molto di più. Durante il primo ritiro a Bolzano con il Gallipoli in serie C ho perso un po’ la testa, era la prima volta per me. Sarei potuto restare anche lì, invece sono andato in Promozione.
 
Immagino che ci sia stato e che ci sia un portiere a cui ti ispiri.
Ti dico due nomi, il primo e l’ultimo in cui mi sono rivisto. Peruzzi un po’ anche per la stazza e Leopizzi che para alla Virtus Casarano, secondo me uno spreco per restare lì, merita molto di più. 
 
Il sogno nel cassetto?
Finire l’università, ritornare nel calcio come direttore sportivo, alla Corvino che ho sempre ammirato. E magari portare la Stella in categorie che merita.
 
Hai abbandonato l’idea di una carriera legata al campo?
Se in futuro ci saranno possibilità per tornare a giocare facendo conciliare il tutto con l’università, perché no?
 
Che sentimento provi quando pensi agli ultimi 6 mesi? Delusione, rabbia o orgoglio?
Un po’ di delusione perché quest’estate avrei potuto seguire altre vie e consigli, magari restando in serie D da qualche altra parte a giocare. Mi sono affidato a persone a cui non potevo dire di no. Ma adesso sono orgoglioso di stare alla Stella.
 
Ma quindi oltre allo studio, la scelta di mister Silva di portare a Casarano un altro portiere, Lima, che in 11 partite con la San Bendettese aveva subito 18 reti, ha influito sulla tua decisione?
Sicuramente, nel calcio devi avere anche fortuna. Io non avevo niente di meno rispetto a Lima, e questa è stato il motivo che mi ha fatto prendere la decisione, la goccia.
 
Scegliere è sempre stato un salto nel vuoto. E chi arriva a farlo ha avuto il coraggio che manca nella maggior parte dei casi. Una storia al contrario quella di Alessandro, che ci ricorda che l’orgoglio, la passione e i sogni non hanno prezzo. 

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Pantaleo Gianfreda
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