Maggioranza allo sbando. Menozzi omertoso. Il cons. Resta: “Non starò più al gioco”

30 Maggio 2012 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Si è tenuto mercoledì 30 maggio, come previsto, il Consiglio comunale. Ai pochi cittadini presenti è apparso in tutta evidenza il motivo della convocazione mattutina. La maggioranza è apparsa sfilacciata e nervosa, imbarazzata e divisa; il sindaco omertoso o senza risposte. Una maggioranza paurosa e terrorizzata dal confronto con le opposizioni e dalla presenza dei cittadini, viste le scomode verità che emergono in ogni Consiglio. Una maggioranza ormai “rinsecchita” dai loro stessi veleni, proprio come quelli che hanno bruciato l’erba del campo sportivo (come evidenziano le foto pubblicate). Forse terrorizzata anche dal “livello” di alcuni suoi esponenti, che “si espongono” puntualmente a meschine figure. Oggi hanno “giganteggiato” su tutti l’inquieto e nervoso (oltre che provocatore e offensivo) Montagna e il “calloso” Felline, mentre Roccuccio preferiva “defilarsi” in un ombroso (“nuvole” in vista?!?) silenzio, il buon Gino accettava il ramoscello d’olivo che gli offrivo e la “piccola” Angelica, come al solito, faceva tenerezza…

Già nel voto per l’elezione del nuovo Revisore dei conti, la maggioranza ha dimostrato di avere il “mal di pancia”. Il nuovo revisore, la dott.ssa Ada Ria, ha avuto solo sette voti sui nove consiglieri di maggioranza presenti e due consiglieri hanno votato in maniera differente contro le indicazioni del gruppo: uno scheda bianca e un altro, forse emblematicamente, un tal dott. Urro. Facile fare dell’ironia. E’ chiaro che nella maggioranza “qualchetunu tene l’urru”, cioè il “broncio e un atteggiamento scontroso e capriccioso”.

Sorvolo sulle iniziali performances felliniote, allorché l’“esperto” capogruppo di maggioranza, con toni piuttosto alterati, cercava di “indottrinare” il cons. Mastria (che, poverino, ci ha fatto la figura del “cinese” su Marte!) “a fare il callo a determinati personaggi” (cioè, a me). Dati i suoi di “calli”, infatti, gli interventi fellinioti si sono dimostrati piuttosto “zoppicanti”. Proprio come la sua grammatica. In un suo “pregevole” e recente scritto, infatti, il “calloso” Felline ha affermato perentoriamente: “Non andremo a casa solo perchè c’è lo chiedono due poveri illusi”… Ahia, ahia, ahia, se leggesse il suo amato professore d’italiano, gli direbbe: “Si scrive ‘ce, Felline, non ‘c’è’”!!! Uno che sta nell’Esercito dovrebbe esercitarsi un po’ più nella grammatica! Per un punto, un apostrofo o un accento fuori posto potrebbe scoppiare anche una guerra!!! Comunque, su mia proposta, il Consiglio ha deciso unanimemente (seppur segretamente) di assegnare a Felline una nuova onorificenza: quella del “callo dell’ignoranza”!!!

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Ma il bello è venuto quando il consigliere di maggioranza dott. Rocco Resta, infastidito per le risibili giustificazioni del presidente del Consiglio comunale Massimo Sabato, dopo le critiche contestazioni del cons. Vito Perrone sulle convocazioni mattutine del Consiglio, non ce l’ha fatta più a stare zitto.

Se bisogna venire qui come gruppo a fare delle sceneggiate è una cosa; se, invece, bisogna venire qui a fare un discorso serio è un’altra!”: così il cons. Resta, platealmente irritato e contrariato, ha gridato nei confronti del presidente del Consiglio comunale, che giustificava le convocazioni mattutine per presunte “esigenze” dei consiglieri di maggioranza, tra le quali, a quanto si capiva, non rientravano quelle legittime del cons. Resta, che, notoriamente, è un medico. “Non starò più al gioco, egregio presidente!”, continuava il dott. Resta, ritenendo “un’offesa per il Consiglio” l’intervento, le giustificazioni e le varie repliche di Sabato, per poi rincarare ulteriormente la dose tacciando come “falso quanto sta dicendo il presidente del Consiglio”!

Insomma, una bella scenetta, in cui la maggioranza ha fatto proprio una bella figura!

Se il consigliere dott. Resta, sempre così garbato e silenzioso, è improvvisamente esploso… doveva essere proprio “al colmo” della pazienza e dell’irritazione!!! Tra l’altro, andando casualmente su facebook nel primo pomeriggio, ho potuto leggere una significativa frase di Euripide, postata dal dott. Resta sul suo profilo, con chiaro riferimento a quanto accaduto in Consiglio: “Chi dice ciò che vuole deve aspettarsi in risposta ciò che non vuole”. Più chiaro di così!

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Il picco della nevrosi e del nervosismo nella maggioranza si è avuto, però, quando Menozzi ha dovuto rispondere alle mie due interrogazioni. Immaginino gli assenti la “montagna” di provocazioni, interventi non dovuti, intercalari, offese, provocazioni più o meno biascicate o gridate da parte dell’assessore interessato, quello dei “veleni” sparsi sul campo sportivo nonché amministratore della “benefica” società che ha gestito sino a pochi giorni fa il distributore “Ewa”. Incontenibile e patetico. Mi complimento con me stesso per non essere caduto nel tranello delle sue provocazioni! Ma ormai, vi confesso, costoro mi fanno semplicemente compassione e pena!!!

La prima interrogazione aveva per oggetto: “Utilizzo diserbante nell’area del Campo sportivo comunale da parte di un assessore comunale con proprio mezzo meccanico”, cui le foto pubblicate fanno riferimento. Dopo un iniziale (ma subito abortito) tentativo di Sabato di non far discutere l’interrogazione, a causa di una mia momentanea assenza appena giunti al punto all’ordine del giorno, Menozzi ha deciso di rispondere di ritenere di … “non rispondere”, poiché, ha affermato, “già da qualche giorno ci sono indagini in corso” (da parte dell’Asl).

Nonostante avessi osservato che le indagini dell’Asl erano ininfluenti circa le domande che avevo posto e che riguardavano esclusivamente il ruolo del Sindaco e dell’Amministrazione (v. interrogazione), Menozzi ha perseverato nel suo silenzio. Un silenzio “lacerato”, però, da un improvvida “interferenza” dell’assessore Montagna, che, in maniera irata e sciocca (o calcolata e ricattatoria?!?), è intervenuto, mentre parlavo, dicendo di essere stato “autorizzato verbalmente dal sindaco” ad entrare con il suo trattore (e, si presume, anche con i suoi “veleni”) nel campo sportivo. Ho chiesto, naturalmente, che la dichiarazione venisse verbalizzata, data la sua gravità e il riferimento alla responsabilità da parte dello stesso Menozzi. Se questi, come sostiene l’interessato, ha veramente autorizzato (seppur “verbalmente”) l’assessore Montagna, la vicenda assume un dimensione assai più ampia e appaiono ancor più gravi le responsabilità dello stesso sindaco.


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Pantaleo Gianfreda
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