2 giugno, Festa della Repubblica. Napolitano: “Unità e solidarietà”

2 Giugno 2012 Off Di Pantaleo Gianfreda
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La Festa della Repubblica è la festa nazionale italiana celebrata ogni 2 giugno, resa nuovamente giorno festivo dal secondo governo Amato. Di fatto è ufficialmente la principale festa nazionale civile italiana. In questa data si ricorda il referendum istituzionale indetto a suffragio universale il 2 e il 3 giugno 1946 con il quale gli italiani venivano chiamati alle urne per esprimersi su quale forma di governo, monarchia o repubblica, dare al Paese, in seguito alla caduta del fascismo.

Dopo 85 anni di regno, con 12.717.923 voti contro 10.719.284 l’Italia diventava repubblica e i monarchi di casa Savoia venivano esiliati. Il 2 giugno è l’unica festa nazionale d’Italia.

A differenza del 25 aprile (Festa della liberazione) e 1° maggio (Festa dei lavoratori), il 2 giugno celebra la nascita della nazione, in maniera simile al 14 luglio francese (anniversario della Presa della Bastiglia) e al 4 luglio statunitense (giorno in cui nel 1776 venne firmata la dichiarazione d’indipendenza).

Oggi l’Italia ha celebrato la sua unità, stretta intorno ai terremotati, in un minuto di silenzio ha pensato alla sua ferita aperta. Oltre e dopo tutte le polemiche, le celebrazioni per il 66esimo anniversario della proclamazione della Repubblica a Roma, sono state dedicate agli italiani colpiti dal sisma. Una parata sobria, senza sistemi d’arma, senza cavalli, senza frecce tricolore, senza fanfare. Al passaggio davanti alla tribuna presidenziale, le bande hanno interrotto l’esecuzione delle musiche e marciato con il solo rullare dei tamburi. Lo stesso suono sordo che ascolta la terra in Emilia. Mentre, ancora oggi, continua a tremare.

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Il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, è arrivato all’Altare della Patria per rendere omaggio alla tomba del Milite Ignoto. Ha deposto una corona d’alloro al Sacello e dato il via alle celebrazioni della Repubblica di piazza Venezia, come succede dal 1950. Per onorare la memoria delle vittime del sisma e manifestare solidarietà, è stato osservato un minuto di silenzio prima della sfilata, iniziata alle 10 lungo Via dei Fori Imperiali. Ad attenderlo al Vittoriano, c’erano il presidente del Consiglio Mario Monti, i presidenti di Camera e Senato, Gianfranco Fini e Renato Schifani e il presidente della Corte Costituzionale, Alfonso Quaranta. Tra gli altri, anche i presidenti della Regione Lazio, Renata Polverini, e della Provincia di Roma Nicola Zingaretti. Napolitano, accompagnato dal ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola e dal capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Biagio Abrate, è stato accolto da un lungo applauso. Il pubblico dietro le transenne era meno numeroso del solito. Sobrio, composto, in attesa.

“Unità e solidarietà, questo ci occorre per superare tutte le emergenze e le prove, come ci dicono i nostri 150 anni di storia”, aveva detto ieri nel videomessaggio il capo dello Stato. E oggi il suo pensiero è stato per le forze armate: “Un riconoscimento particolarmente sentito va ai reparti intervenuti con la Protezione civile in soccorso dei cittadini emiliani che un disastroso terremoto ha, in questi giorni, così duramente e dolorosamente colpito. Con il loro impegno essi testimoniano ancora una volta la totale dedizione delle Forze Armate alla nostra Italia e alla sua gente di cui sono nobile espressione. Quei reparti saranno oggi virtualmente al fianco delle unità che sfilano Roma”.

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Il presidente è stato accolto con calore. “Pur stretto nell’impegno volto a fronteggiare una grave crisi economica e profondamente ferito da uno sconvolgente e luttuoso evento sismico, il nostro Paese è più che mai determinato a proseguire nella propria azione in seno alla comunità internazionale, consapevole che, fino a quando la legalità e i diritti fondamentali saranno offesi, la cooperazione pacifica tra i popoli e lo sviluppo sociale ed economico non potranno definitivamente affermarsi”, ha detto Napolitano nel messaggio del 2 giugno.

I gonfaloni delle Regioni Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna e delle Provincie di Bologna, Ferrara, Mantova, Modena, Reggio Emilia e Rovigo, in rappresentanza delle comunità colpite dal sisma, si sono posizionate presso la tribuna d’onore. Hanno aperto, e poi chiuso, la parata, che si articolava su tre settori.


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Pantaleo Gianfreda