A Collepasso blitz nel negozio cinese

26 Aprile 2012 Off Di Pantaleo Gianfreda
Nessuna indicazione il lingua italiana sulle confezioni ed etichette dei 20mila capi e accessori sequestrati dai finanzieri di Gallipoli all’interno di un negozio cinese di Collepasso.
Pantaloni, maglie, scarpe, camicie, pigiami, tute, giubbotti, valigie, cinture. E ancora borsellini, occhiali, bigiotteria e cosmetici. Tutta la merce messa in vendita è risultata priva dei requisiti richiesti da codice del consumo. In lingua italiana non era segnalata la denominazione legale o merceologica del prodotto, il nome, la ragione sociale. Né il marchio del produttore o dell’importatore qualora il prodotto venga realizzato fuori dall’Unione Europea. Ovviamente nessun riferimento all’eventuale presenza di sostanze che possano arrecare danno all’uomo, alle cose o all’ambiente e delle eventuali precauzioni sull’utilizzo del prodotto in condizioni di sicurezza.
Il gestore dell’esercizio commerciale, una cittadina ventiduenne di etnia cinese residente nel Sud Salento, è stato segnalato alla Camera di Commercio, per l’irrogazione delle previste sanzioni amministrative pecuniarie.
La guardia di finanza continua nella costante attività di servizio a contrasto della commercializzazione di prodotti non sicuri o addirittura contraffatti, volta non solo a tutela della salute degli acquirenti in ragione dell’utilizzo di materiali, fibre e trattamenti coloranti non conformi agli standard minimi di qualità, ma anche a garanzia della leale concorrenza e del corretto funzionamento del libero mercato. Dall’inizio dell’anno, i reparti del comando provinciale di Lecce, nel corso di 32 operazioni, hanno sottoposto a sequestro amministrativo oltre 339.744 pezzi di varia natura merceologica.
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