Alla guida sotto l’effetto di cocaina, a giudizio per omicidio colposo

20 Gennaio 2012 Off Di Pantaleo Gianfreda
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E’ stato rinviato a giudizio per omicidio colposo Andrea Toma, 32enne di Collepasso, accusato di aver provocato la morte di Giuseppe Martino D’Amico, 71enne di Casarano, deceduto il 5 marzo scorso in un tragico incidente stradale

 
E’ stato rinviato a giudizio per omicidio colposo Andrea Toma, 32enne di Collepasso, accusato di aver provocato la morte di Giuseppe Martino D’Amico, 71enne di Casarano, deceduto la sera del 5 marzo scorso in un tragico incidente stradale che vide coinvolte tre auto sulla strada provinciale che collega Collepasso a Maglie. Uno schianto micidiale, nel quale altre tre persone, compresa una bimba, rimasero ferite, anche se non gravemente. L’accusa nei confronti dell’imputato è di omicidio colposo commesso con violazione delle norme sulla disciplina della circolazione stradale con l’aggravante della guida sotto l’effetto di sostanze psicotrope. L’uomo, infatti, risultò positivo al test anti droga: in particolare, avrebbe assunto della cocaina.
In quella tragica sera di circa un anno fa la vittima di questa ennesima tragedia della strada viaggiava a bordo di una Renault 4 e proveniva da Maglie, quando avvenne lo scontro che interessò una Bmw, condotta da Toma, ed una Mini Cooper, con dentro un altro giovane e la bambina. L’impatto fu drammatico. La Renault dopo l’impatto andò a finire contro il guard-rail, riducendosi in un ammasso di lamiere. Le altre due vetture si fermarono al centro della strada. A lanciare l’allarme furono alcuni automobilisti di passaggio, che fecero convergere sul luogo del sinistro le ambulanze del 118, i vigili del fuoco e i carabinieri.
I sanitari soccorsero i tre feriti, ma per Giuseppe Martino D’Amico non ci fu nulla da fare. Quando i vigili del fuoco lo estrassero dall’abitacolo l’uomo non respirava più. Il processo a Toma, assistito dall’avvocato Francesco Fasano, si aprirà il 16 aprile prossimo dinanzi al giudice monocratico del Tribunale di Galatina.

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Pantaleo Gianfreda
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