In cantina una sera d’inverno
2 Marzo 2012Spread the love
Un articolo di Giuseppe Lagna su una piacevole serata presso ‘A Cantina
Non so se Stefano conosce i detti popolari “Pìnnuli te uccerìa e sciaruppu te cantina”, “Meju fumu te cucina ca ientu te marina”, “Mare viti e fusci, puteca spingi e trasi”.
So solo che, con tutte le puteche te vinu chiuse ormai da diversi anni per ovvi storici motivi, lui ha aperto la sua ‘A CANTINA un sabato sera, ventoso e piovigginoso da infradiciare le ossa, a solo venti persone, quanti erano i posti a sedere.
Il sottoscritto, sommelier di terzo livello, ma “in sonno” da più di un decennio, non si è lasciata sfuggire l’occasione, anche perché si annunciava al timone della serata un noto sommelier di origini piemontesi accasatosi nel Salento; l’occasione di ripassare un po’ quanto studiato sul “merum” vent’anni fa e sentirne le novità.
Gente, che vi siete perso!? Il giovane nostro concittadino sembra fare le cose davvero sul serio e partecipanti esperti, quanto e forse più di me, che erano miei ospiti, a distanza di diversi giorni ancora ne tessono le lodi. La “cena didattica” impostata su quattro rossi salentini, in abbinamento ad un valzer di salumi e formaggi (al dolce e relativo liquore era riservato il finale a sorpresa), è scorsa via in un’atmosfera di grande interesse e di dialogo con Stefano e con la guida, che logicamente aveva ben mascherato le etichette delle quattro bottiglie. Di primo acchito è passato a condurre il primo rosso degustato, fruttato pur essendo ben strutturato ma giovane, forse per l’adesione del gusto da parte delle signore; procedendo oltre e passando agli altri tre molto più vecchi, prendeva definitivamente il titolo e la supremazia del convegno il quarto esaminato, un rosso del 2007, negramaro e primitivo fifty-fifty.
Scelta molto elaborata, in quanto tutti e quattro i vini erano a base negramaro e di elevata fattura.
Cos’altro aggiungere, se non che Stefano ci ha preannunciato altre serate con temi sempre diversi e interessanti, comprese iniziative estive del tipo “aperitivo” all’aperto.
Quando si dice che coniugare tradizione e innovazione è proprio ciò che ci occorre!
So solo che, con tutte le puteche te vinu chiuse ormai da diversi anni per ovvi storici motivi, lui ha aperto la sua ‘A CANTINA un sabato sera, ventoso e piovigginoso da infradiciare le ossa, a solo venti persone, quanti erano i posti a sedere.
Il sottoscritto, sommelier di terzo livello, ma “in sonno” da più di un decennio, non si è lasciata sfuggire l’occasione, anche perché si annunciava al timone della serata un noto sommelier di origini piemontesi accasatosi nel Salento; l’occasione di ripassare un po’ quanto studiato sul “merum” vent’anni fa e sentirne le novità.
Gente, che vi siete perso!? Il giovane nostro concittadino sembra fare le cose davvero sul serio e partecipanti esperti, quanto e forse più di me, che erano miei ospiti, a distanza di diversi giorni ancora ne tessono le lodi. La “cena didattica” impostata su quattro rossi salentini, in abbinamento ad un valzer di salumi e formaggi (al dolce e relativo liquore era riservato il finale a sorpresa), è scorsa via in un’atmosfera di grande interesse e di dialogo con Stefano e con la guida, che logicamente aveva ben mascherato le etichette delle quattro bottiglie. Di primo acchito è passato a condurre il primo rosso degustato, fruttato pur essendo ben strutturato ma giovane, forse per l’adesione del gusto da parte delle signore; procedendo oltre e passando agli altri tre molto più vecchi, prendeva definitivamente il titolo e la supremazia del convegno il quarto esaminato, un rosso del 2007, negramaro e primitivo fifty-fifty.
Scelta molto elaborata, in quanto tutti e quattro i vini erano a base negramaro e di elevata fattura.
Cos’altro aggiungere, se non che Stefano ci ha preannunciato altre serate con temi sempre diversi e interessanti, comprese iniziative estive del tipo “aperitivo” all’aperto.
Quando si dice che coniugare tradizione e innovazione è proprio ciò che ci occorre!
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