“Cielo”, terza raccolta della poetessa collepassese Irene Ester Leo

5 Giugno 2012 Off Di Pantaleo Gianfreda
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E scrive la nostra Irene Ester Leo annunciando la sua opera: “Cari amici, sono felice di condividere con voi la gioia per questa terza raccolta poetica che viene alla luce sotto la buona stella de “La Vita Felice”, casa editrice milanese sempre attenta e accorda alla Poesia, che svolge il suo pregevole lavoro con impegno da circa vent’anni, e le belle parole di Davide Rondoni che cura la prefazione con tutta la sincerità di chi ama la poesia, intesa come missione nel vivere.

”Cielo” è figlia di una terrena e insolita autrice, probabilmente sempre volta alla disarmonia, al disequilibrio, in poesia e spesso non solo, sempre scostata, sempre dietro le ultime file, assorta. Una cercatrice di radici, nel buio. Fino al punto di rottura con il buio, fino alla crepa che fa riversare la luce, e lo fa senza chiedere permessi o passaporti. La luce ha l’abitudine di sfondare i muri, di aprire varchi e di realizzare strade non diverse, ma nuove, dal nulla. Per ogni passo si puntella una strada, piano piano. ”Cielo” è indissolubilmente legata alla musica, ha la stessa estrema mistica dell’abbandono, della transizione tra idea e suono, di movimento dinamico, stessa fonte espressiva, stessa varietà, ma di fondo una chiara e decisa direzione, una struttura invisibile ma reale: l’ordine e l’armonia. Nasce sulla musica. E l’armonia dentro e fuori le cose, è il punto di partenza. Una felicità cui dare nome, un sembiante, un profilo…una rarefatta presenza che man mano diventa umana ed abbraccia le parole. Una sola parola in questo titolo, la pietra di volta di una struttura, titolo che è dono, inaspettato, illuminante. La fame qui è verso la gioia, che lo stesso Davide Rondoni cui è affidata la prefazione più volte richiama, come possibile sistema di decodificazione della raccolta, lente attraverso cui guardare. Ed allora lo sguardo, abituatosi a mirare innanzi a sé nel quotidiano, sollevatosi per caso o volontà, considera una dimensione vastissima, quella che scorre sopra le nostre teste. E dalla prospettiva dell’altezza, delle nuvole, dei gabbiani…. ogni piccola o grande avversità umana si ridimensiona diventa piccola, compresa nell’occhio assieme alla bellezza. In questo tutto che ha colore del mare, si specchia il desiderio al di là della necessità, di andare sì oltre il velo, di essere sì il mezzo proprio cui la poesia si serve, ma di farlo con un a voce ferma, quieta, che accoglie, si apre all’esterno. Io oggi dico grazie a chi deciderà di condividerne la visione, di abbracciarla, consumarla, esplorarla. Il ”Cielo” è sempre di chi ”crede” nel possibile. Basta spalancare la finestra.

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Grazie infinite…».

Fonte: Il Paese Nuovo, “Cielo, di natura germogliante”, 10.5.2012.


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