L’ultimo viaggio di Manuele. Collepasso e l’Italia stretti attorno a Federica, Manuel e tutti i familiari

29 Giugno 2012 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Manuele aveva già compiuto quattro missioni all’estero. Ci era andato per scelta. Ora, però, aveva un figlio. “Manuele non voleva andare in Afghanistan”, ci ha detto papà Santo, quando, la sera di quel tragico lunedì, tutto il Consiglio comunale unito si è recato insieme al Sindaco e al Presidente della Provincia ad esprimere vicinanza e solidarietà alla moglie e ai familiari del giovane. “Già un’altra volta, in altra missione, Manuele era scampato, per pochi minuti, ad un altro attentato”, ha aggiunto il padre. Manuele amava il suo lavoro ed era andato sempre con grande volontà e motivazione nelle precedenti missioni. Stavolta, però, c’era Manuel, il suo piccolo Manuel. Avrebbe volentieri rinunciato, come aveva chiesto, di andare in missione. Non era stato possibile. Destino ineluttabile?!? Pervicacia umana e politica nel proseguire “missioni di pace” che tali non sono di fronte a tanti lutti?!?

Le ragioni di Stato non sempre coincidono con le ragioni del cuore e degli affetti…

Ci consola, in questo inquietante abisso tra le “ragioni di Stato” e le “ragioni del cuore e della vita”, il fatto che lo Stato e le Istituzioni italiane abbiano fatto sentire forte, concreta e visibile la loro presenza e la loro solidarietà. Dal Presidente della Repubblica Napolitano sino all’ultimo carabiniere che ha vegliato sul dolore di Federica e dei genitori. Mi ha molto colpito la foto del Presidente Napolitano con i genitori di Manuele.  Affranti e seduti su una sedia ordinaria nel corso della veglia funebre di Roma, protesi l’un con l’altro quali familiari che si confidano e si consolano. Certo, sarebbe ora che, come già hanno fatto altri Paesi, anche l’Italia ritirasse le sue truppe dall’Afghanistan (e non solo).

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Vi sono immagini di questi giorni, spesso fissate da un click, che rimarranno scolpite nella memoria e nell’immaginario collettivi. Immagini che la stampa e i siti nazionali e locali hanno immortalato e reso familiari. La bellissima foto di Manuele in divisa, bello, sorridente e orgoglioso. Federica, “eroina” contro ogni volontà, moglie affranta e “mater dolorosa” che innalza in alto la foto del marito. Il piccolo Manuel con il basco di carabiniere in braccio alla nonna materna. I genitori di Manuele “caracollanti” e piegati per il dolore. E poi le testimonianze commosse dell’amico Andrea e della cognata Piera in Chiesa. Quel flusso interminabile di gente. La grande dignità e riservatezza di Federica e di tutti i familiari, che hanno dato lustro alla comunità collepassese e all’Italia intera.

La comunità di Collepasso, che da alcuni anni vive “tragedie estive” che vedono tanti suoi giovani “volar via” per sempre, esce “arricchita” di umanità da questa tragedia. E non può essere diversamente… per essere degni di poter continuare ad onorare nel tempo la memoria di Manuele ed essere vicini a Federica, al piccolo Manuel e a tutti i familiari.


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Pantaleo Gianfreda

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