Manuele torna a casa. Lutto a Collepasso dove ci saranno i funerali

27 Giugno 2012 Off Di Pantaleo Gianfreda
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La salma del giovane carabiniere Manuele Braj, eroicamente scomparso mentre svolgeva il suo compito in seno alla missione italiana in Afghanistan, ritornerà questa sera nel suo paese per l’ultimo saluto. All’aeroporto di Galatina l’arrivo dell’aereo militare con le spoglie di Manuele è previsto intorno alle ore 22. Ad accompagnare lo sfortunato carabiniere in questo viaggio saranno la moglie Federica, i genitori (Santo ed Anna Maria Tramacere), i suoceri (Antonio Giaccari e Maria Antonietta Bonatesta) ed il sindaco, Paolo Menozzi, da ieri a Roma per attendere questa mattina, alle 10.30, all’aeroporto di Ciampino, l’arrivo della salma. Alle 19 si svolgeranno, invece, i funerali di Stato.

Il tempo di percorrere i venti chilometri che separano l’aeroporto di Galatina da Collepasso e poi Manuele sarà nella sala dell’auditorium parrocchiale fra la sua gente, fra la gente della sua parrocchia (Cristo Re dell’Universo), dove ha trascorso il suo tempo libero da bambino, da ragazzo e da giovane, frequentando l’Azione cattolica con Federica sino a sposarla quattro anni fa. Per le ore 21 le associazioni cattoliche hanno organizzato una veglia di preghiera. Riceverà, quindi, l’omaggio dell’intera comunità sino alle ore 17 di domani quando l’arcivescovo di Otranto, monsignor Donato Negro, celebrerà col parroco, don Oronzo Orlando, la santa messa ed il rito funebre.

Subito dopo la salma raggiungerà il cimitero con un mezzo dei Carabinieri e con una scorta d’onore. «Manuele e Federica – ha ricordato don Oronzo – si sono conosciuti in parrocchia e qui è sbocciato il loro amore. Facevano parte dell’Azione cattolica e per questo spesso sono stati vicini. Manuele – ha affermato il parroco – era un ragazzo stupendo, allegro, appassionato del suo lavoro oltre che gentile e bravissimo. Era riuscito a realizzare il suo sogno. Ha sempre creduto nell’Arma dei Carabinieri con grande segno di attaccamento ai valori ed alle istituzioni».

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«La sua morte mi fa pensare al grave problema della disoccupazione giovanile. Qui da noi – è l’amara riflessione di don Oronzo – quasi tutti lasciano il paese per studio o per lavoro e poi difficilmente ritornano. Credeva ciecamente nella sua missione e nell’impegno per la pace e per gli ideali di giustizia, solidarietà, altruismo e generosità». Perché queste morti in missione? «C’è un pensiero che mi attanaglia da ieri: credo che si debba ripensare il concetto di “missione di pace”, almeno per quanto riguarda la durata. Non è tollerabile che lo stesso militare, come nel caso di Manuele, venga inviato per cinque volte in missioni di pace, che poi frequentemente si traducono in missioni di morte».

A chi si chiede «dov’era Dio», c’è una risposta? «Dio è sempre presente anche nei momenti più tragici, così come è presente ora accanto a Federica ed agli altri familiari». Intanto, anche ieri, sono stati proprio i Carabinieri a garantire alle due famiglie la massima privacy. Le due famiglie hanno pure deciso di non ammettere, durante il rito religioso, servizi fotografici e riprese televisive. Infine, il sindaco Paolo Menozzi ha disposto la chiusura di tutti gli esercizi commerciali, delle imprese e delle attività artigianali con l’abbassamento delle serrande dalle ore 16 alle 19 di giovedì, durante la cerimonia funebre, oltre allo spegnimento delle insegne per l’intera giornata e l’esposizione delle bandiere a mezz’asta sugli edifici comunali, pubblici e scolastici.

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«Grazie per averci regalato i tuoi sorrisi e la tua amicizia»  

COLLEPASSO – Il paese e specialmente gli amici di Manuele continuano ad essere increduli. Non pare, infatti, possibile che la vita del giovane si sia fermata per una “missione di pace” a migliaia di chilometri dal proprio paese. Ognuno vorrebbe manifestare vicinanza alla moglie Federica ed agli altri familiari ma, per il momento, tutti stanno rispettando la volontà dei parenti di vivere nel silenzio della propria casa l’angoscia per quanto è accaduto.

Ecco allora che le espressioni di solidarietà stanno percorrendo altre vie: annullamento di iniziative già programmate e manifesti. Il Comitato della «Sagra saracina», in programma per il 14 e 15 luglio, ha deciso di annullare la manifestazione, nonostante i preparativi fossero ormai in uno stato avanzato, «a seguito del grave lutto che ha colpito la comunità di Collepasso con la perdita del giovane carabiniere scelto Manuele Braj e quale segno tangibile di rispetto per lui, per la moglie Federica, per il piccolo Manuel e per le rispettive famiglie e parenti».

Gli oltre 200 ragazzi che stanno frequentando in questi giorni il “Grest” organizzato dalla Chiesa matrice, nel corso delle attività sono stati sensibilizzati sul senso della vita ed hanno offerto le loro preghiere per Manuele, cambiando il programma di giornate in allegria. Inoltre, oggi e domani le attività dello stesso “Grest” verranno sospese proprio in segno di rispetto. Sulle plance sono apparsi anche i primi manifesti a partire da quello del Comune, dove si legge: «La nostra terra ha visto immolare un’altra vita all’impegno dell’Italia in campo internazionale a difesa della pace e della democrazia. Auspichiamo che la morte di Manuele, insieme a quella degli altri 50 militari uccisi dall’inizio della missione Isaf, non sia vana».

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Un gruppo di amici scrivono: «Grazie Manuele per averci regalato i tuoi sorrisi, la tua amicizia, la tua voglia di vivere. Il tuo ricordo sarà indelebile nei nostri cuori». I colleghi del Reggimento “San Marco” di Brindisi hanno scritto: «Manuele, promettiamo di tener forte il ricordo di un uomo coraggioso, per tutti gli anni a venire».

 Articoli di Antonio De Matteis, La Gazzetta del Mezzogiorno


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Pantaleo Gianfreda