Cinquanta anni fa si apriva il Concilio Ecumenico Vaticano II
11 Ottobre 2012Quando a Papa Roncalli, Giovanni XXIII, venne l’idea di indire un Concilio ecumenico, erano trascorsi solo tre mesi dalla sua ascesa al soglio pontificio: era il 25 gennaio 1959.
Era stato eletto il 28 ottobre1958, fra la sorpresa generale, perché non era considerato un cardinale papabile, veniva considerato dall’opinione pubblica dell’epoca, e da gran parte di esponenti della Curia e del clero un “Papa di transizione”.
Aveva 77 anni e non gli venivano riconosciute particolari doti innovative, si trattava per i più di un pontificato di ordinaria amministrazione per la Chiesa Cattolica.
Eppure Papa Roncalli, oltre che pastore, vescovo, cardinale di Venezia, era stato nella diplomazia vaticana con incarichi di responsabilità in molti paesi, tra i quali Bulgaria, Palestina e Francia, quindi un Papa con grande esperienza che sapeva soprattutto ascoltare. Aveva conosciuto personalmente i drammi delle due guerre mondiali del novecento, la trasformazione politica, sociale, umana e tecnica di popolazioni, di stati e continenti: le povertà e la ricchezza, le dittature e la libertà, le ingiustizie e la solidarietà, in una parola conosceva il mondo.
L’idea forte di Papa Giovanni XXIII, per il Concilio Vaticano II, si poteva riassumere in due parole “fedeltà e rinnovamento”.
L’annuncio di indire il Concilio avvenne nella Basilica di S. Paolo fuori le Mura, a Roma, presiedendo un Concistoro nell’Abbazia benedettina il 25 gennaio 1958, perché comprendeva più di altri, che se “la Chiesa fosse solo fedeltà sarebbe un museo fatto di memoria ma anche di polvere e quindi era necessario un rinnovamento, prima di tutto liturgico. Un rinnovamento che voleva dire arrivare ai lontani, ma anche riscoprire le sorgenti più autentiche della nostra fede, un attingere alla sorgente, nel senso letterale della parola”.
Le parole che vennero pronunciate da Papa Roncalli, dopo aver richiamato il significato cristiano della fede, dell’amore, e della santità, e ascoltate in maniera indelebile furono: “Venerati fratelli, pronunzio innanzi a voi, certo tremando un poco di emozione, ma insieme con umile risolutezza di proposito il nome e la proposta della duplice celebrazione di un Sinodo diocesano per l’Urbe e di un Concilio ecumenico per la Chiesa universale”.
Tre anni di preparazione, commissioni, coinvolgimento di congregazioni, di Cardinali e di Vescovi, di Università cattoliche e di facoltà teologiche, di Superiori generali delle famiglie religiose cattoliche e tanti altri personaggi e realtà pastorali, per chiedere indicazioni e suggerimenti sugli argomenti da trattare.
Nel 1960, si decise inoltre di chiudere, perché era staro sospeso, il Concilio Vaticano I indetto da Pio IX che aveva visto la partecipazione di 744 prelati, era stato aperto l’8 dicembre 1869 e interrotto il 20 ottobre 1870.
Era il ventesimo Concilio ecumenico e trattava – tra gli altri – argomenti sul primato e l’infallibilità del papato, la sospensione fu determinata dal conflitto Franco-Prussiano e dalla presa di Roma da parte dello Stato Italiano, e non fu più radunato. Quindi la distanza temporale fra gli ultimi due Concili è di oltre 92 anni, in tutto si sono tenuti nella storia della Chiesa – dal primo, quello di Nicea I nel 325, all’ultimo il Vaticano II nel 1962 – ventuno Concili.