Cinquanta anni fa si apriva il Concilio Ecumenico Vaticano II
11 Ottobre 2012L’11 ottobre 1962, venne aperto ufficialmente da papa Giovanni XXIII all’interno della basilica di San Pietro in Vaticano con una cerimonia solenne, alla presenza di 2450 Padri Conciliari, provenienti da tutte le parti del mondo.
L’argomento principale scelto fu “La Chiesa nel mondo moderno” e il Papa pronunciò il celebre discorso Gaudet Mater Ecclesia (Gioisce la Madre Chiesa) affermando: “Occorre che questa dottrina certa ed immutabile, alla quale si deve prestare un assenso fedele, sia approfondita ed esposta secondo quanto richiesto dai nostri tempi. Altro è infatti il deposito della Fede, cioè le verità che sono contenute nella nostra veneranda dottrina, altro è il modo con il quale sono annunziate, sempre però nello stesso modo e nella stessa accezione”.
Il Concilio si caratterizzò pertanto per una marcata natura “pastorale”: non si proclamarono nuovi dogmi, ma si vollero interpretare i “segni dei tempi”, la Chiesa avrebbe dovuto riprendere a parlare con il mondo, anziché arroccarsi su posizioni difensive.
Un passaggio del discorso del Papa fu dedicato ai cosiddetti “profeti di sventura”, cioè gli esponenti della Curia e del clero restii all’idea di celebrare un Concilio: “Nella attuali condizioni della società umana essi non sono capaci di vedere altro che rovine e guai; vanno dicendo che i nostri tempi, se si confrontano con i secoli passati, risultano del tutto peggiori; e arrivano fino al punto di comportarsi come se non avessero nulla da imparare dalla storia, che è maestra di vita, e come se ai tempi dei precedenti Concili tutto procedesse felicemente quanto alla dottrina cristiana, alla morale, alla giusta libertà della Chiesa”.
La morte di Papa Giovanni XXIII, avvenuta il 3 giugno 1963 non causò la sospensione del Concilio perché con l’elezione di Giovanni Battista Montini, Paolo VI, continuò la volontà del predecessore.
Il 7 dicembre 1965, dopo quattro sessioni di lavoro, il Concilio venne chiuso, ricordando “il collegamento dei valori umani e temporali con quelli propriamente spirituali, religiosi ed eterni: la Chiesa sull’uomo e sulla terra si piega, ma al regno di Dio si solleva”.
Quest’anno, in occasione dei 50 anni dall’apertura del Concilio avrà inizio “L’Anno della Fede” e terminerà il 24 novembre 2013 con la solennità di Cristo Re.
Benedetto XVI ricordando questo evento, voluto da Paolo VI nel 1967, come “conseguenza ed esigenza postconciliare”, fa propri i sentimenti del suo venerato predecessore per continuare, a livello individuale e comunitario, nello spirito del Concilio.
Infine per dovere e completezza d’informazione è bene ricordare quanto accadde la sera dell’11 ottobre 1962, a Piazza San Pietro, dove l’Azione Cattolica aveva organizzato una fiaccolata e la folla di fedeli aspettava la benedizione di Giovanni XXIII, ma il Papa pronunciò parole, che passarono alla storia come il “discorso alla luna”, improvvisate, ma probabilmente le più famose della storia della Chiesa, nell’epoca giovannea, semplici e spontanee.
Esordì cosi: “Cari figlioli, sento le vostre voci, la mia è una voce sola ma riassume la voce del mondo intero. Qui tutto il mondo è rappresentato, si direbbe che persino la luna si è affrettata stasera a guardare a questo spettacolo, che neppure la Basilica di San Pietro, che ha 4 secoli di storia, non ha mai potuto contemplare. La mia persona conta niente, è un fratello che parla a voi, diventato padre per la volontà di nostro Signore ma tutti insieme, paternità e fraternità e grazia di Dio, facciamo onore alle impressioni di questa sera, che siano sempre i nostri sentimenti, come ora li esprimiamo davanti al cielo e davanti alla terra: fede, speranza e carità, amore di Dio, amore di fratelli e poi tutti insieme aiutati cosi nelle opere del Signore alle opere di bene. Tornando a casa, troverete i bambini, date una carezza ai vostri bambini e dite: Questa è la carezza del Papa. Troverete qualche lacrima da asciugare, dite una parola buona, il Papa è con noi specialmente nelle ore della tristezza e dell’amarezza”.
Luciano Di Pietrantonio, abitarearoma.net