Straordinario evento culturale nella campagna salentina in una notte di inizio estate. Una mostra d’arte nella stalla delle Stanzìe
7 Luglio 2013“Sogno di una notte di inizio estate”… trovarsi con la luna piena in un luogo incantato della campagna salentina colmo di energie e suggestioni… “vedere” bianchi riflessi della luna nello specchio di un antico lago inabissato dall’uomo in vore misteriose e senza tempo… immergersi in un’antica masseria, “segno” dei tempi passati e dei nuovi che avanzano… “stazione” di antichi “cammini” religiosi e di merci e oli preziosi… luogo di basilianità, di lavoro, sudore, riscatto… e poi… gustarne i prodotti tipici… perdersi in Saturno e costellazioni lontane con l’occhio di un piccolo telescopio… sentire i profumi di una pineta sul pendio di una collina, lembo di un antico bosco “bello da vedere” che “sussurra” ancora querce, frassini, castagni, cinghiali, lupi, lepri, volpi, cicogne, fagiani, pellicani, cigni… seguire un lungo sentiero bianco e polveroso di luna piena e fiammelle… e poi… trovarsi in un ampio spiazzo dove siedono su paglia spettatori incantati da fotogrammi sonori… e poi, come ammaliati da muse e sirene, immergersi d’incanto in uno spazio ampio e bianco, dove uomini e animali ammirano lenti, quieti e incantati quadri di mare e di terra… una mostra d’arte in una stalla!!!
“Sogno di una notte di inizio estate” sotto la luna piena… Sogno o realtà?!? Sogno di una magica notte di inizio estate salentina?!? O realtà di una terra-mare e della sua rinnovata estate?!? Sogno o realtà di una terra-madre e di un mare-padre benigni e prolifici che hanno generato luoghi incantati, posti meravigliosi, in cui “mitico” e “mistico” si incontrano, natura e figli si fondono, sogni e speranze creano malìe indefinibili e attese di nuovi percorsi nell’uomo errante… in cui una stalla “d’uomini e d’animali” è fatta luogo di arte e di comunione tra esseri viventi e natura…
Sogno, storia, natura e realtà si confondono in una notte di inizio estate in uno dei tanti luoghi incantati di questo nostro Salento, in uno dei tanti luoghi di questo territorio ancora poco conosciuto, poco esplorato e valorizzato, spesso ignorato e bistrattato, calamita per i viaggiatori, talora sconosciuto e indifferente ai suoi stessi abitanti… Ogni borgo salentino, ogni luogo di ogni borgo, ogni pietra posata su un muretto a secco trasudano parole di vita, di storia, di arte, di misteri…
Quanti conoscono le grandi potenzialità e ricchezze dei nostri luoghi, la loro storia, la loro molteplice arte, i piccoli paesaggi nascosti e incontaminati?!? Una solitaria quercia sul ciglio di una strada sembra casualità della natura ed invece è storia e testimone di un Salento per millenni luogo di foreste e “terra di querce”… oggi “foresta di ulivi”, di pace e di ospitalità…
Un’indagine condotta all’inizio dell’anno da una rivista specializzata nel settore turistico ha consacrato il Salento “Territorio dell’Anno 2013”, precedendo territori quali le Cinque Terre, la Costiera Amalfitana, il Chianti, la Versilia. Su 52 aree italiane segnalate, il Salento è risultato il “territorio più amato” d’Italia.
Come mai altri amano e bramano un territorio, che tanti dei suoi abitanti nemmeno conoscono?!? Un territorio che in ogni luogo è disseminato di storia, arte, paesaggi, bellezze, poesie, misteri… Come, ad esempio, una piccola e preziosa gemma incastonata ai piedi delle Serre Salentine, ieri immersa nel millenario Bosco Belvedere, “stazione” di lavoro e meditazione degli antichi monaci basiliani, luogo di passaggio e di riposo per i pellegrini delle vecchie vie franchigene, per secoli luogo di fatica e sudore con il suo antico trappeto ipogeo, luogo di tombe antiche, di cunicoli ancora inesplorati, sulle rive del lago Sombrino oggi scomparso… un luogo cui gli uomini hanno dato da secoli il nome di “Stanzìe” – statio, stazione, fermata -, oggi risorto da antichi oblii, che vuole porsi, insieme a tanti luoghi, come “segno” e paradigma del Salento che “si alza” e indica nuovi percorsi di sviluppo valorizzando l’ambiente e le sue risorse naturali, culturali e umane.
Sabato 22 giugno u.s. si è tenuta la III edizione di “Masserie sotto le stelle”, rassegna promossa dalla Regione, cui aderiscono le Masserie didattiche della Puglia. Un evento che “apre” l’Estate pugliese e coinvolge quasi tutte le 96 Masserie didattiche selezionate e iscritte nell’apposito Albo regionale.
In quella giornata, le masserie pugliesi, trasformate in agriturismi, hanno aperto le porte ai visitatori per far vivere loro un’esperienza unica sotto le stelle a contatto con la natura e le tradizioni, con degustazione di prodotti tipici, percorsi naturalistici ed eventi culturali di ogni tipo.
Lo scenario unico e ammaliante dell’antica masseria Stanzìe di Supersano, una delle più belle e rinomate del Salento, ristrutturata da Donato con maestria e rispetto, ha accolto tra le sue braccia, come madre orgogliosa ed ospitale, centinaia e centinaia di “figli della Terra” nella splendida notte del 22 giugno, illuminata da una quieta ed incantata luna piena, amica e compagna di uomini, di ricordi aviti, degli spiriti della natura. Visitatori che hanno gustato le tante e varie specialità della vecchia cucina contadina preparate da “mamma Stanzìe”, gusti e profumi che hanno diffuso richiami ancestrali di mense ieri povere, che oggi fanno sentire gli uomini ricchi nel corpo e nello spirito. Viandanti che hanno pervaso, in un “sogno di una notte di inizio estate”, gli spazi masserizi soffusi di buona musica, le antiche mura, i cortili, i vecchi recinti di ovini (“li curti”) oggi sistemati e incorniciati da pergolati ed alberi per accogliere ospiti nelle serate estive, i prati naturali profumati da mille erbe secche tranciate su una terra che non ama artificiosi “prati inglesi”, i caratteristici ripari trulliformi in pietra, le antiche tombe, le fosse granarie, il piccolo e antichissimo frantoio ipogeo, la grande grotta scavata e sorretta nel tufo luogo di ricoveri e di lavoro per uomini ed animali nei secoli, l’ancora misterioso cunicolo che nasconde percorsi e rifugi sotterranei inesplorati, la cantina-frantoio ipogeo dove antichi pescatori di Castro svernavano come trappitari lontani dall’avarizia e dalle tempeste invernali del loro mare… e i bambini, figli piccoli dei figli grandi, assiepati attorno al loro teatrino di marionette nell’aria limpida e fresca… e poi la “galleria d’arte” nella stalla, una “stalla-galleria d’arte”…
Forse, in tante masserie della Puglia, ognuna certamente caratteristica e ricca della storia dei suoi luoghi, in quella serata del 22 giugno si saranno svolti meravigliosi eventi ospitali e culturali. Tanti visitatori, tanti giovani, tanti bambini avranno imparato ed apprezzato il valore della terra, della natura e delle tradizioni, fulcro di una regione bella ed amata nel suo passato, speranzosa e orgogliosa del suo futuro.
Probabilmente, però, nella Masseria Stanzìe si è tenuto uno degli eventi più geniali di quella serata.
Come definire, d’altronde, la galleria d’arte con l’esposizione di quadri di artisti locali all’interno della grande stalla della Masseria?
Un ardito colpo di genio che ha voluto esaltare arte, cultura, ambiente, storia e territorio con la semplicità, la complicità e la magia dei luoghi naturali. In cui natura, uomini e animali coesistono in armonia, amicizia e in pace nel rispetto reciproco. Un evento originale ed unico che ha voluto rendere omaggio e ringraziare la Terra-Madre e il Mare-Padre, così fertili e generosi verso il Salento, regione di terra e di mare, in cui i due elementi sembrano fondersi naturalmente ed equilibrarsi reciprocamente. Non è un caso se gli artisti che hanno esposto sono quasi tutti di Castro.
Certo, in questo particolare e straordinario evento ci sono anche richiami lontani, persino autobiografici, per la vita della masseria e del suo stesso proprietario.
Lu Tdunatu te Castru era il nonno di Donato. Faceva lu iaticaru (il pescivendolo). Quasi ogni giorno trasportava la sua unica cassetta di pesce su una bicicletta da Castro alle masserie di Supersano. Barattava quei pesci con prodotti della terra. Era nato sul mare, ma sin da ragazzo sognava la terra. Si sposò e visse a Supersano, dove coltivò la terra.
Nei tempi passati, inoltre, quando il mare era più avaro della terra, tanti pescatori lasciavano il mare nel periodo invernale per recarsi nell’entroterra e lavorare presso i trappiti (frantoi oleari) di Supersano e dei Comuni circostanti a fare i trappitari. Una vita dura, lontani dalla famiglia per molti mesi dell’anno.
Mare e terra come unicuum, natura, arte, storia, equilibrio tra tutti gli esseri viventi (uomini, animali e piante), ricordi di un passato maestro di vita, auspicabili percorsi di un futuro migliore, paradigma di una cultura ricca se si nutre del proprio territorio e lo rispetta… tutto questo e tanto altro ha voluto significare una mostra d’arte in una stalla che “staziona” nella valle delle masserie dell’antico Bosco Belvedere.
Gli artisti che hanno raccolto questa sfida sono “uomini d’arte” autentici, poiché hanno visto e intuito il possibile futuro di questa terra, che deve investire sulla cultura il suo sviluppo. Una cultura che è storia, monumenti, ambiente, paesaggi, tradizioni, luoghi unici, risorse naturali e umane ancora inesplorate e sottoutilizzate…
Cosa aspetta il Salento a decollare?!?
Doveroso, alla fine di questo lungo articolo, citare i nomi degli artisti che hanno esposto i loro quadri nella “stalla-galleria d’arte” delle Stanzìe: Raffaele Capraro, Concetta Coluccia, Toto De Santis, Gianluigi Lazzari, Assuntina Capraro, Giacomo Parziale, Andrea Schifano, Gianfranco Corrado e Lorenzo Presicce.
Altrettanto doveroso citare il film proiettato nella serata, sotto le stelle e la luna delle magiche Stanzìe. Si tratta del lungometraggio tutto salentino “Io non ho voce”, scritto e diretto dal 40enne Palmiro Lifonso di Zollino, che tratta la delicata tematica della depressione che affligge tante persone, “fenomeno tipico delle società moderne”.