I funerali di Nico. La Gazzetta: «Ci mancheranno la sua semplicità e il suo sorriso»
20 Agosto 2013Si sono svolti ieri i funerali del ventisettenne Nico Perrini, deceduto sabato sera sul rondò all’uscita di Collepasso per Galatina, nell’impatto con il cordolo di accesso alla rotatoria in costruzione. Nel pomeriggio il feretro dello sfortunato ragazzo che ha lasciato nella disperazione, pur composta, la moglie Dajana Paglialonga (portata a nozze appena un anno fa e da pochi mesi padre di Jennifer), i genitori (impegnati nel mondo dei donatori di sangue e di organi), i suoceri ed il resto di parenti ed amici, ha raggiunto la chiesa matrice per la celebrazione del rito funebre. Lo hanno portato in spalla gli amici di sempre.
Il sacerdote, don Stefano Micheli, ad inizio messa, in una chiesa stracolma di fedeli, non ha potuto fare a meno di commentare che «la morte di Nico ha colto tutti di sorpresa, ma, pur col cuore carico di commozione, vogliamo dire a Dio grazie per avercelo donato e per le opere di bene che ha fatto. A Dio chiediamo di farlo risplendere in Paradiso». Don Stefano si è accostato, quasi in punta di piedi, al dolore dei familiari ammettendo di aver fatto fatica a mettere insieme dei concetti dopo essere stato il celebrante del matrimonio di Nico e Dajana e del battesimo della piccola Jennifer: «Sono stato colpito dalla sua semplicità e dal suo sorriso – ha detto – tanto che mi dispiace non averlo conosciuto prima».
Per trovare le parole giuste, si è affidato ad uno scritto di don Oreste Benzi: «Nel momento in cui chiuderò gli occhi a questa terra, la gente che sarà vicino dirà: è morto. In realtà è una bugia. Sono morto per chi mi vede, per chi sta lì. Le mie mani saranno fredde, il mio occhio non potrà più vedere, ma in realtà la morte non esiste perché appena chiudo gli occhi a questa terra mi apro all’infinito di Dio. Noi lo vedremo faccia a faccia, così come Egli è. La morte è il momento dell’abbraccio col Padre».
Nico, all’uscita dalla chiesa, è stato accolto da un lungo applauso, prima di raggiungere il cimitero, in spalla ai suoi amici.
a.d.m., La Gazzetta del Mezzogiorno, 20.8.13