Peste degli ulivi, a rischio l’Europa intera. L’esperto Usa: “Mai visto nulla del genere”

18 Novembre 2013 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Ulivo infettato“Una malattia molto seria, che mette a rischio l’intera Europa”. Trema il continente per la strage degli ulivi e non solo, l’epidemia di “xylella fastidiosa” che sta flagellando la Puglia, dove l’ipotesi sradicamento riguarda 6mila alberi di ulivo.  La causa è una malattia chiamata “disseccamento rapido dell’olivo” che ha devastato il Tacco d’Italia. Il batterio killer della Xyllella è solo uno dei componenti della malattia, forse quello determinante, e impedisce l’idratazione della pianta, provocandone la morte nel giro di pochi mesi. Qui, chiamato in aiuto dei contadini, è arrivato Rodrigo Almeida, professore di Berkeley, ricercatore americano, uno dei massimi conoscitori della malattia delle piante che potrebbe propagarsi anche ad altre specie e varcare i confini della nazione.

“E’ rimasto molto sorpreso della gravità della situazione, senza precedenti. Non ha mai visto nulla di simile. È sorpreso per la rapidità con cui la malattia si espande e per i sintomi che provoca. Sintomi che vanno al di là delle sue stesse conoscenze”.  Lo hanno raccontato gli esperti che lo hanno accompagnato ‘sul campo’, i ricercatori pugliesi che – assicura lo studioso Usa – “stanno facendo di tutto per cercare di affrontarla e hanno con i loro lavoro di monitoraggio permesso di scoprire l’epidemia”. La situazione è seria.

Sul fronte dei controlli è stato disposto il blocco della movimentazione delle piante e dei materiali dei vivai in tutta la provincia di Lecce, ad esclusione di quelli viticoli. Si tornerà ad analizzare tutto quello che è stato commercializzato negli ultimi sei mesi per capire se eventuale materiale infetto ha varcato i confini regionali. Sorte segnata per gli ulivi in completo disseccamento: saranno estirpati e bruciati in loco. A rischio però è anche la produzione di olio: “Le piante che sono state colpite sono condannate anche se – ha spiegato il fitopatologo e professore emerito dell’Università di Bari, Giovanni Martelli – alcune hanno ancora prodotto quest’anno, il prossimo non produrranno. E se l’epidemia si diffonde altre piante si ammaleranno e quindi la produzione dell’olio calerà”.

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L’Europa è stata sino ad oggi fortunata – questo il quadro tracciato nel corso di un incontro a Bari per fare il punto della situazione con la Regione – negli anni c’erano state segnalazioni in Kosovo ed in Turchia ma la malattia non si era radicata e diffusa come invece in questo momento sta avvenendo in una parte del Salento col fenomeno del disseccamento rapido degli ulivi. “Abbiamo a che fare con una malattia molto seria – ha detto il professor Almeida – causata dalla compartecipazione di patogeni come la Xylella fastidiosa, funghi (di specie Phaeoacremonium) ed insetti (rodilegno). Oggi – secondo l’esperto entomologo americano – la ricerca può dare solo le prime indicazioni sulla gestione della malattia. L’impressione è che non ci sia molto da fare per le piante già colpite e che non ci sia differenza nell’attacco tra oliveti abbandonati o condotti bene. Il completamento della caratterizzazione genetica dirà molto e su queste basi potremo formulare ipotesi e validarle”.

Dall’incontro è emerso che il fenomeno del disseccamento rapido è in divenire, non si parla di ettari ma di zone: al momento è confinato in una parte del Salento, quella del gallipolino, ma la priorità è continuare il monitoraggio per capire sin dove il batterio è arrivato o può arrivare e quali specie sono interessate. “Il patogeno potrebbe essere infatti riscontrato su specie che non manifestano alcun sintomo”, ha aggiunto Anna Percoco, del Servizio fitopatologico regionale fornendo un motivo di sollievo agli agricoltori pugliesi: “Non è ad esempio il genotipo che colpisce la vite e questo ci rasserena. I monitoraggi sulle viti e sugli ulivi nella zona di Otranto sono tutti negativi. La situazione è al momento circoscritta. E’ importante però – avverte Percoco – individuare costantemente la zona tampone. Capire cioè con esattezza qual è la zona infetta e qual è quella indenne. E’ altrettanto importante distinguere tra presenza del batterio Xylella fastidiosa e malattia del disseccamento. Qui non si tratta solo di salvare la nostra olivicoltura, ma di un problema a livello comunitario. Ecco perché abbiamo gli occhi puntati addosso e perché stiamo compiendo una corsa contro il tempo”.

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Lo scenario è stato tracciato nel corso di un incontro alla facoltà di Agraria con i ricercatori del Servizio fitosanitario della Regione Puglia, del Dipartimento di Scienze del suolo, della pianta e degli alimenti dell’università di Bari e dell’Istituto di Virologia del Cnr di Bari, organizzato al termine del sopralluogo nelle contrade “Castallana” e “Li Foggi”, nelle campagne del gallipolino, dove la batteriosi ha colpito maggiormente. Nessuna previsione per l’immediato futuro. Secondo Almeida il problema va prima compreso per essere controllato. Nel corso dell’incontro sono emerse due notizie, una buona e l’altra cattiva: la notizia buona è quella che conferma appunto l’impossibilità della trasmissione alle viti e agli agrumi. La cattiva notizia è che ci vorranno molti mesi per individuare la caratterizzazione genetica della Xylella, così come ci vorrà molto tempo per identificare i vettori tramite cui si diffonde la malattia (sembra che il possibile vettore possa essere identificato in un paio di insetti della famiglia dei cicadellidi). “Al momento ci sono dei sospetti” conferma Boscia. Solo dopo questo passaggio sarà possibile intraprendere azioni mirate per controllare, ma non debellare, la malattia.

“Ci sono degli aspetti importanti che vanno chiariti”, ha sottolineato Donato Boscia, dirigente dell’Istituto di Virologia Vegetale di Bari. Per esempio, quali sono gli insetti vettori di questo patogeno? Qual è il ruolo della xylella? Quale il ruolo degli altri due agenti patogeni, l’insetto “rodilegno giallo” e il fungo del complesso del Mal dell’esca? Bisogna rispondere a tutte queste domande.

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Quel che è certo è che ci si trova davanti a una malattia nuova con un ceppo patogeno senza precedenti in Europa che sta facendo danni ingenti nelle campagne salentine: circa 6mila gli alberi d’olivo a rischio sradicamento, molti sono ulivi secolari, disseminati su oltre 8mila ettari di superficie agricola provinciale. All’incontro anche l’assessore regionale all’Agricoltura, Fabrizio Nardoni. Mentre proprio la Regione ha sbloccato i primi fondi, circa 2 milioni di euro, svincolati dal patto di stabilità, da destinare ai consorzi di bonifica Arneo e Ugento Li Foggi per operazioni di pulizia dei canali. “Ma servono anche interventi compensativi a favore degli olivicoltori colpiti dalla virosi” ha affermato il presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele. Intanto martedì il servizio fitosanitario regionale terrà una video conferenza con la commissione europea a Bruxelles e con il ministero dell’Agricoltura per fare il punto della situazione.

Antonello Cassano, bari.repubblica.it, 17.11.13


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